Presentiamo un articolo sulle adozioni: lo scrivente tratta un argomento "spinoso" e per questo preferisce restare anonimo. Da parte nostra riteniamo che i casi tratteggiati dall'autore siano marginali ma esistano realmente e quando si verificano siano tali da far pensare.
piazzascala.it


ISTITUTO  DELLE  ADOZIONI
le  famiglie  adottanti  devono  essere  protette  da  atteggiamenti  comportamentali  dei  minori  adottati

Non e' un discorso facile quello che sto per iniziare, ma penso che esso abbia non solo l'urgente necessita' di essere affrontato quando le famiglie adottive che, generosamente hanno adottato minori privi di famiglia, distogliendoli da famiglie che non meritano neanche di essere chiamate tali stante un loro modus vivendi esecrabile da parte di ogni seria Istituzione, piu' non ce la fanno a fronteggiare la convivenza con i figli adottati .
Infatti detti figli, il piu' delle volte, si ribellano, non gia' perche' vengono trattati male dalle famiglie adottive, anzi !, ma perche', al di la' del loro DNA biologico, in loro esiste uno spirito di ribellione riconducibile alla loro pregressa posizione maturata in istituti di accoglienza, assolutamente privi di un legame affettivo, legame che non hanno mai potuto costruire in quanto i genitori biologici (dai quali sono stati allontanati o sono stati dagli stessi addirittura abbandonati) altro non erano, in linea di massima, se non prostitute, le madri, ed alcolisti-delinquenti i padri. Fatte salve le eccezioni. E cio' succede maggiormente quando si adotta nei paesi dell'est e, molto meno, o quasi nulla, in Sudamerica, Africa, India e Cina.
Ne conosco tante di queste situazioni: esistono famiglie in Italia che hanno adottato due, tre, anche quattro minori e che ora, non solo faticano a reggere la situazione, ma corrono anche il rischio - a seguito di bugie dei figli adottati - di avere dei problemi con le Istituzioni stesse, le quali, assai difficilmente riescono a capire la versione fornita da adottanti ed adottati. E cio', col rischio di peggiorare ulteriormente la situazione, magari prendendo dei provvedimenti che, alla fin fine, danno il colpo di grazia ad entrambi, ossia ad adottanti che ad adottati. So di adottati che lambiscono e superano la soglia delinquenziale, non solo, ma che usano dialettiche triviali ed oscene al massimo nei confronti non solo dei genitori che li hanno adottati, ma anche degli stessi insegnanti-professori, tanto che questi ultimi li temono !
Di una cosa sono certissimo: quasi tutte le colpe sono riconducibili ed alimentate in buona parte da quella situazione pregressa di cui facevo cenno dianzi escludendo in maniera quasi assoluta il comportamento dei genitori adottanti, i quali, anche solo per il fatto di aver adottato figli di nessuno, per non dire di prostitute e ladri, vanno protetti in toto.
Non so se le Istituzioni siano sempre all'altezza di questo immane compito, anzi avrei qualche dubbio in proposito in quanto, distogliere minori da una cerchia affettiva costruita a fatica da generose famiglie adottanti, per poi mandar legalmente, da parte delle istituzioni sociali preposte, gli adottati in un istituto retto da detti assistenti sociali, supportati da psicologi, a mio avviso, significa peggiorare un quadro gia' difficile, capace solo di alimentare una potenziale futura situazione delinquenziale.

Chiedo, a questo proposito, se ci siamo mai domandati perche' esista poi una discriminazione fra una sonora sculacciata educativa inferta al bambino adottato rispetto a quella data al figlio di una coppia adottante, anche se non dovrebbe essere ammessa ne' l'una ne' l'altra ?! Almeno a mio avviso, da osservatore di questi problemi ?

Risposta: il figlio adottato, per quella serie di motivazioni comportamentali prima accennate anche a titolo (ricatti e ripicche di natura psicologica) puo' rivolgersi di sua iniziativa alle assistenti sociali, le quali, nel rispetto di parametri burocratici diversi legati alla professione, a volte molto sindacabili, finiscono per peggiorare le cose a danno di tutti.

Esattamente come e' successo e sta succedendo a diversi miei conoscenti sparsi nel territorio nazionale, persone peraltro tutte per bene e generose nei confronti dell'infanzia sfortunata ed abbandonata, realta' quest'ultima che ho conosciuto non solo per motivazioni di ordine professionale, ma anche recependo direttamente il senso di disperazione di famiglie al limite del collasso psico-fisico.

N.I. (lo scrivente preferisce rimanere anonimo)
 

ascolta in sottofondo Fausto Leali - Una Piccola Parte Di Te

 


 

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