Un esempio da seguire.
Fabrizio
Scarpa - 24 ottobre 2018
"il Mercoledi"
n. 39 anno XXIV
Il
sogno continua, deve assolutamente
continuare! Anzi deve essere un esempio da
seguire, non solo nello sport, ma nella vita
di tutti i giorni, se vogliamo almeno
sperare di vedere un futuro, per i nostri
figli, per i nostri nipoti. Quella che ci
hanno fatto vivere le nostre incredibili
ragazze della nazionale di pallavolo ai
mondiali in Giappone e' una pagina
meravigliosa, che le ha portate a un passo
dallo scalino piu' alto del podio, dalla
medaglia d'oro. Per questo e' giusto dire
che abbiamo conquistato la medaglia
d'argento e non che abbiamo perso la
medaglia d'oro! Solo la Serbia e' stata
superiore alle ragazze del bravo allenatore
Davide Mazzanti, coraggioso anche nelle
scelte. Ha messo in campo una squadra
giovane, la piu' giovane in assoluto, con
un'eta' media di poco superiore ai ventitre'
anni. Ha tenuto fuori la schiacciatrice/opposto
titolare, che e' anche sua moglie, Serena
Ortolani, per fare posto a quel bombardiere
nero, non ancora ventenne, della
italianissima, figlia di nigeriani, Paola
Egonu, capace di saltare ben oltre i tre
metri e mezzo per schiacciare con le sue
mani palloni a cento chilometri all'ora. In
un paese, dove si infilano a tutti i livelli
i propri parenti ovunque in ogni dove, ci
mancava qualcuno che ne tenesse fuori uno
per far posto a un elemento giovane e in
quel momento piu' forte. Le nostre bambine
azzurre o meglio le nostre bambine di tutti
i colori, come bene le ha definite qualcuno,
ci stanno facendo vivere un bel sogno, che
promette di durare molti anni, considerando
la ancora verde eta'. Chi non si e' commosso
a vedere queste ragazze dal volto di bimba
intonare a squarciagola, parola per parola,
il Canto degli italiani, a prescindere dal
colore della pelle? Qualcuno dovrebbe
meditare e una volta meditato meditare
ancora, poi magari tacere! L'Italia e' un
Paese bello e ricco, non e' solo un Paese
sgangherato, sull'orlo del fallimento, il
Paese delle manine, dei complotti, dei ponti
che crollano, degli sfollati costretti a
portarsi via pezzi della loro vita in
qualche scatola di cartone, il Paese della
navi bloccate nei porti, il Paese delle
promesse impossibili da mantenere. Queste
bambine hanno dimostrato che siamo un Paese
capace di sfidare chiunque, alla pari, a un
passo dal trionfo. Ha vinto la Serbia ma,
grazie a queste bambine di tutti i colori,
ha vinto anche l'Italia, abbiamo vinto tutti
noi. Negli occhi, ma soprattutto nel cuore,
rimangono le lacrime della napoletana
Cristina Chirichella, la bella capitana di
24 anni, le pillole di saggezza della
palermitana Miriam Sylla, di origini
ivoriane, la foga della italo/bulgara Ofelia
Malinov. Vorrei nominarle tutte, ma sono
sicuro che per molto tempo ci faranno buona
compagnia.