RIMBORSO AI "TRUFFATI"

Un mese fa espressi sulle colonne di Liberta' la mia opinione sulle polemiche in corso ormai da un paio d'anni sul salvataggio/Bailin di alcune banche locali in forte pericolo di fallimento del Centro Italia e del Veneto con il sacrificio degli azionisti e dei portatori di obbligazioni subordinate.
Espressi allora forti perplessita' sulle polemiche pre e post elettorali e in particolare sulle promesse di rimborso totale indiscriminato delle perdite subite dai risparmiatori, giustificato dalle asserite truffe da parte di impiegati e funzionari delle banche stesse.
Anche in questi giorni ho sentito ripetere da uomini politici qualificati che si trattava di "truffati dal sistema" implicando una responsabilita' di tutto il sistema bancario nazionale, quando si e' trattato, invece, di sette o otto banche del territorio medio piccole sulle esistenti 520 banche italiane, mettendo in discussione la conclamata e riconosciuta solidita' del sistema bancario italiano, pure toccato dalla crisi economica europea e mondiale degli ultimi 10-12 anni.
Non mi stanchero' di ripetere, anche per esperienza personale, che non posso credere che funzionari
e impiegati, su grande scala, siano stati indotti a truffare scientemente i loro clienti e vendere loro prodotti finanziari sapendo di maneggiare solo carta straccia. E' possibile invece e direi anche probabile, che certi dirigenti fossero a conoscenza dello stato di pericolosita' delle insolvenze dei loro istituti, ma che nel contempo si impegnassero a tentare di porvi rimedio nell'unico modo possibile per una banca, quello di raccogliere nuova liquidita' o capitali di rischio freschi. Ed e' anche possibile e probabile che in alcuni casi agissero in modo maldestro o addirittura doloso (per coprire errori del passato). E'da tenere presente che nella maggior parte dei casi non erano in gioco interessi patrimoniali personali, specie nel caso di banche popolari, ma posizioni di carriera o, al massimo, interessi locali o di casta diffusi.
Detto questo, non mi pare che l'approccio corrente di alcuni di rimborsare tutti, obbligazjonisti subordinati e addirittura azionisti, includendoli tutti nella categoria dei "truffati", a debito del solito Pantalone, cioe' di noi contribuenti, come se tutti, "tutti" i risparmiatori ignorassero la differenza e la differente rischiosita' dell'investimento in azioni di una societa' (cioe' dei diritti di proprieta'), delle obbligazionj "subordinate" (cioe' di serie B per usare un termine calcistico di larga comprensione) rispetto al denaro liquido, al conto corrente, al titolo di stato, anch'essi, peraltro, dotati di una certa minore rischiosita' (ad esempio i conti correnti sono protetti dal Fondo interbancario fino alla concorrenza di Euro 100.000). Stento a credere nella totale ingenuita' di chi, in cerca di un migliore rendimento del proprio gruzzolo, si affida ingenuamente al consiglio di uno sportellista o di un venditore di possibile fumo. Se di truffa si tratta, cioe' di un reato, non e' una qualunque legge che lo deve acclarare, ma l'autorita' giudiziaria e i responsabili puniti.

Giacomo Morandi (Rivergaro)