L'inserimento delle donne nel lavoro bancario
di Umberto Di Donato

Lilly, la prima dattilografa
Il ruolo della donna all'interno degli uffici per affiancare l'uomo, nel disbrigo degli impegni amministrativi, era stato capito negli Stati Uniti sin dalla fine del secolo diciottesimo. Il primo fu il giornalista, Christopher LathanSholes, con alle spalle una lunga esperienza lavorativa, come aiuto tipografo, direttoredello stesso suo giornale, nel distretto di Milwaukee, Stato del Wisconsin e, infine, senatore a circa quarant'anni. Volle dedicare gli ultimi anni della sua vita alla realizzazione di una macchina che scrivesse con i caratteri mobili inventati di Johan von Gutenberg nel 1450,in maniera diretta ed immediata, senza usare la penna e il calamaio e senza una tipografia alle spalle,
Contrariamente alle sue aspettative l'operazione fu molto laboriosa e richiese la produzione e la registrazione di oltre trenta modelli. Intorno al 1880 ottenne un buon risultato con la sperimentazione di una macchina a battuta non visibile da parte dell'operatore, chiamata The Calligraph e per la prima volta prodotta industrialmente a New York. Ma chi era in grado di testare i suoi modelli, considerato che non esistevano ancora i dattilografi? Il signor Sholes aveva una giovane figlia di circa diciotto anni, di nome Lilly, che chiamata a usare i prototipi ideati dal papa', dimostro' subito una spiccata manualita' e grande capacita' di attenzione.
Bene! IlChristopher sino alla fine delle sue ricerchesi avvalse in questo nuovo ruolo della giovane Lilly, che fu la prima dattilografa della storia e fu anche la donna che introdusse l'elemento femminile negli uffici, come valido aiuto all'uomo nel disbrigo dei lavori amministrativi. Nasce cosi' negli Stati Uniti il nuovo mestiere di "typist o dattilografa" e si diffonde rapidamente con la stessa rapidita' dell'affermazione della macchina da scrivere, divenuta attrezzo rivoluzionario, indispensabile nella comunicazione scritta e nella contrattualistica.
Vediamo ora che cosa succede in quel periodoin Italia, dove si erano verificati solo timidi e individuali tentativi atti a costruire una macchina per scrivere, senza riuscire a raggiungere ancora la produzione su scala industriale.
Nel 1894viene costituita a Milano la Banca Commerciale Italiana e isuoi dirigenti effettuano frequenti viaggi negli Stati Uniti per allacciare relazioni di corrispondenza con banche e ditte locali, e porre le basi all'apertura di una propria filiale a New York. Intanto in Italia nel 1911 esce dalla fabbrica di Ivrea la prima Olivetti, ma inizialmente la produzione e' insufficiente, perche' ormai la conoscenza della macchina da scrivere si era diffusa e il suo uso veniva sempre piu' richiesto.
I funzionari della Comit nel corso dei viaggi in USA ebbero certamente l'opportunita' di vedere in funzione le nuove macchine adoperate principalmente da donne e allora capirono di poter inserire nel proprio organico anche personale femminile. Cio' si realizzo' particolarmente negli anni della prima guerra mondiale, quando molti giovani impiegati furono chiamati alle armi, lasciando scoperti i propri posti di lavoro. E ancor di piu' una volta terminata la guerra, quando nel 1918 la banca italiana apri' la propria filiale nei pressi della Fifth Avenue, intensificando i rapporti commerciali con gli USA, da cui venivano gia' importate numerose macchine da scrivere Remington e Underwood.
Cosi' le donne, dopo un breve corso, entravano negli Uffici Postali, nelle professioni, negli uffici statali, nelle banche, nelle assicurazioni, dovevenivano sempre piu' utilizzate come dattilografe.

La moglie di Togliatti, Rita Montagnana, dattilografa alla Comit di Torino
Tra le prime impiegate dattilografe alla Comit spicca il nome di Rita Montagnana (1895-1979), assunta in qualita' di apprendista presso la filiale di Torino dal febbraio al dicembre del 1916. Si tratta della prima moglie del piu' importante segretario del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti, e figura di spicco della politica italiana nella prima meta' dello scorso secolo. Uscita dalla Banca s'iscrisse al Partito Socialista, fu tra i fondatori del P.C.I. e nel 1924 sposo' Palmiro Togliatti, insieme al quale emigro' nell'Unione Sovietica e poi ritorno' in Europa per prendere parte alla guerra di Spagna nel 1936. Deputata della costituente nel 1946 e poi senatrice, fondo' l'Unione Donne Italiane e fu anche l'organizzatrice delle prime feste della donna, il giorno dell'8 marzo.
In sostanza possiamo dire che fu la Grande Guerra a dare l'opportunita' alle donne di dimostrare attraverso la dattilografia le proprie qualita', entrando massicciamente ad occupare ruoli sino ad allora riservati agli uomini. Cambia la vita, cambia la moda e anche la donna lavoratrice finalmente assume un aspetto elegante, adeguandosi con un abbigliamento piu' adatto ai lavori d'ufficio. Le gonne lunghe e strette non si prestano piu' alla praticita' richiesta delle nuove attivita' negli uffici e quindi diventano piu' corte e piu' larghe. La donna con uno stipendio tutto suo ed a fianco di impiegati in abito grigio, camicia bianca e cravatta, vuole essere al passo con i colleghi: accorcia i capelli e li cura spesso, mentre i colletti di pizzo della Lilly americana sono soppiantati da colli a triangolo, che scoprono il decollete'. E infine indossa moderni stivaletti di pelle, calzatura allora sognata, proiettandosi verso uno stile di vita molto diverso da quando lavorava solo in ambito domestico o aiutando nei lavori dei campi.

Le scuole di dattilografia
Nascono cosi' scuole specializzate per insegnare a scrivere a macchina, frequentate quasi esclusivamente da giovani donne, desiderose di entrare in un ambiente di lavoro a fianco dell'uomo. A questo punto nasce la donna moderna che puo' aspirare a tutte le cariche sociali, frequentare le universita' e svolgere lavori sino ad allora impossibili. Inizia da qui il percorso di emancipazione che oggi in occidente ha raggiunto livelli impensabili sino a pochi anni fa.
Inizialmente venivano impiegate solo donne giovani, non sposate e comunque senza bimbi.
Come abbiamo gia' visto, le prime assunzione furono a tempo determinato ed in sostituzione del personale chiamato alle armi, ma dopo questa positiva esperienza il personale femminile veniva sempre piu' utilizzato ed apprezzato, particolarmente adatto in lavori di segreteria e di rappresentanza. La donna diventa piu' elegante in tutti i sensi, cura molto di piu' la sua persona e migliora nel complesso anche l'assetto degli uffici, mettendo in evidenza le proprie doti organizzative.
Ma negli uffici c'era bisogno di personale efficiente e sempre presente, mentre la donna in eta' matura e mamma poteva avere necessita' di curare i figli e la famiglia, non essendo ancora diffusi gli asili, i nidi e i campi estivi. Per questo motivo per molto tempo, sino agli anni '60, alcuni contratti di lavoro contenevano una clausola per l'assunzione di ragazze che prevedeva l'obbligo di lasciare il lavoro in caso di matrimonio.
Per aggirare questa condizione piu' delle volte la coppia, all'interno della quale c'era una donna impiegata, preferiva vivere "more uxorio", la classica coppia di fatto, per non essere costretta a lasciare l'impiego. Alla fine del secolo scorso in alcuni Istituti Bancari la presenza delle impiegate ha superato il numero degli uomini e, cosa impensabile sino a qualche anno prima, assumendo anche ruoli di alta responsabilita'.
Possiamo concludere affermando che per volonta' dell'Umanita' intera eanche grazie alla "macchina da scrivere" la parita' di genere e' stata finalmente raggiunta. Questo importante traguardo certamente costituisce la premessa per una migliore qualita' della vita, con il coinvolgimento di tutti gli strati sociali, senza distinzione di genere,per la creazione di un MONDO PIU' GIUSTO E PIU' EQUO.

 

Umberto Di Donato
Classe 1935, nato nella fertile e antica "Campania Felix" e precisamente nel ridente borgo di Casanova di Carinola, Umberto Di Donato, da oltre cinquant'anni colleziona e cataloga macchine da scrivere e da calcolo meccaniche. La sua passione e' una sorta di omaggio agli strumenti, innovativi della sua giovinezza, la cui conoscenza e capacita' d'uso hanno costituito un autentico fil rouge, accompagnandolo e spesso favorendolo per tutta la vita.
"Nel 1951", racconta infatti, "frequentavo il primo anno dell'istituto tecnico e, dopo la scuola, mio padre mi faceva andare nel suo ufficio per provare a scrivere a macchina. Cosi' ho "conquistato" la mia carta professionale in piu': a quel tempo ero uno dei pochi a vantare questa capacita'". Nel 1955, durante i tre anni di militare nel Corpo della Guardia di Finanza, Di Donato viene destinato agli uffici dopo che i superiori ebbero scoperto la sua abilita' alla tastiera. Nello stesso modo, nel '58, al suo arrivo a Milano viene assunto subito alla Banca Commerciale Italiana proprio perche' capace di scrivere a macchina. Vi lavorera' per trent'anni, diventando nel tempo direttore di importanti filiali. "In Comit uno dei miei incarichi era occuparmi del rinnovo del parco macchine da scrivere. Quando le cambiavamo, una la tenevo sempre. In questo modo e' iniziata la mia collezione".
Oltre a occuparsi in prima persona del
Museo della Macchina da Scrivere e dell'Associazione Culturale che porta il suo nome, Di Donato dipinge e scrive libri: "Il tasto magico" che raccoglie i ricordi del servizio militare svolto negli anni 1955-56 e che gli ha procurato il riconoscimento della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Antrona-Schieranco; "La penna, il tasto e il mouse", sulla storia della macchina da scrivere e la creazione del Museo della Macchina da Scrivere; "La Scrittura degli Dei e di Braille", un saggio sulle origini della scrittura; "Non piu' guerra", con i ricordi del periodo bellico 1940/43 e la storia familiare.


 

ascolta in sottofondo Mia Martini - Donna

 

 

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