PENSIERI AI SOFFI DEL VENTO
un libro di Giovanni Lore' (La Spezia)

 

Abbiamo il piacere di presentarvi "Pensieri ai soffi del vento", la silloge di poesie pubblicata nel 2018 dal Giovanni Lore', ex Comit che ha diretto - fra l'altro - le prestigiosa Filiale di La Spezia: il libro e' arricchito nella parte finale da acquerelli di Giovanni e scatti fotografici del figlio Marco che contiamo di pubblicare, unitamente a qualche lirica, nei prossimi giorni.
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GIOVANNI LORE', nato nel 1941 a La Spezia, e' figura di rilievo nell'ambito di importanti manifestazioni culturali e certami letterari, nei quali ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti di critica e di pubblico. Presente in molte qualificate antologie, compare anche nel volume di saggistica letteraria Solchi di scritture di Giorgio Luti e Rodolfo Tommasi (Ed. Helicon) dove per la peculiarita' della sua poesia viene definito "il poeta delle espressioni raschianti" e "una delle voci piu' nuove ed interessanti nell'ambito della scrittura poetica italiana contemporanea". Citato pure in Letteratura italiana del XXI secolo: primo dizionario orientativo degli scrittori a cura di Francesco De Napoli e Rodolfo Tommasi (ibid. 2010), in Letteratura italiana contemporanea: figure e orientamenti di Andrea Pellegrini e Cristiana Vettori (ibid. 2013), in Letteratura italiana contemporanea Antologia del nuovo millennio a cura di Neuro Bonifazi, Andrea Pellegrini, Corrado Pestelli e Cristiana Vettori (ibid. 2015) e in L'emozione della bellezza a cura di Rina Gambini (Edizioni del Porticciolo 2015).  Sempre con la casa editrice Helicon ha dato alle stampe quattro florilegi poetici: Ali di pietra (2007), Nebbie (2009), Echi di silenzi (2012) e Aliti d'Autunno (2014).

Tra immagini artistiche e immagini letterarie, si dipana una silloge poetica che svolge con due linguaggi diversi un medesimo tema lirico: l'amore per la natura, resa specchio della propria anima. Cosi' Giovanni Lore' si abbandona alle sensazioni immediate del cuore creando quadri di vita interiore, ora con il pennello, ora con le parole, ma ugualmente ricchi di suggestioni e di emozioni. Pur mantenendo la poetica che ormai gli e' propria, l'autore elabora percorsi intimi sempre rinnovati da eventi personali ed eventi collettivi e sociali.

Anche le favole in versi, che concludono la raccolta, si pongono in questo ambito artistico di rispondenza ad esigenze che nascono dal contatto con la realta' esterna e dalla necessita' di una profonda educazione al vivere.

La prefazione di Rina Gambini

Come nelle precedenti sillogi edite, anche in questa sua ultima produzione lirica Giovanni Lore' traccia un percorso interiore ricco di immagini e di emozioni.
Non a caso possiamo parlare di immagini, in quanto l'autore, che si dedica con grande impegno alla pittura, come dimostrano le riproduzioni dei suoi quadri che accompagnano il percorso lirico, trasferisce nei suoi versi quelle sensazioni che scaturiscono nel suo animo a contatto con la natura, in qualsiasi delle sue manifestazioni si imbatta, e ch'egli rivive sia nelle realizzazioni poetiche che in quelle pittoriche.
Molto spesso queste immagini artistiche corrispondono ai moti del suo animo, non sempre sereno, come testimoniano i toni grigi del mare tempestoso presente sia nei quadri che nelle liriche, oppure l'abbandonata staticita' delle nature morte, in cui e' evidente il sentimento di decadimento dell'esistenza. In tutto, un senso di malinconia che si diffonde ovunque, nata prevalentemente dal suo cuore, alimentata da una inesauribile vena artistica che ha bisogno di esprimersi e di comunicare. La poesia, infatti, tace quando il poeta si chiude in se stesso coltivando una tristezza che gli eventi personali, e talvolta quelli collettivi, istillano in lui e che troppo sovente diviene difficile da metabolizzare. Quando, pero', l'arte prorompe e impone i suoi bisogni espressivi, il poeta esce dal suo isolamento interiore, fa sentire la sua voce forte e chiara e produce una serie di composizioni di elevato impatto emotivo e di profondo valore etico.
Cosi', dopo un periodo di silenzio, ha avuto origine questa silloge, in cui si rispecchiano le problematiche connesse con l'attualita', come i drammi dei migranti ("Nella nera noia della notte lenta / scivolano dal reclinato bordo di poppa / di ansimante peschereccio / fumose zavorre incerte. / Presto si levano nella tenebria / pluvia di grida, singulti e lamenti. / Soffi di tremule voci / sul filo di livide onde / di migranti inquieti che abbacano / inerpicandosi su ghiacciai diasprati..." - "Al chiarore della luna"),
le distruzioni provocate dai recenti terremoti che hanno annullato, con interi paesi antichi, le vite di tante persone ("Trema / violenta / la terra / e si sfaglia. / Angosce / travolgono / i cuori. / Sui visi / e' / traboccar / di lacrime. / Poi... uomini e cielo." - "Trema la terra").
I moti del cuore addolorato per solitudine e disillusione sfumano in versi rassegnati, pervasi di tristezza, lenti e pacati nel loro distendersi seguendo un destino ineluttabile: "Nel lento dilatarsi / delle ombre della sera / sull'animo insonne, / dilavato negli anni da onde irose, / si stende velo di smagata malinconia..." ("Solitudine").
Sono i rimpianti per presenze e voci che non sono piu' accanto a lui ad accompagnare con la loro lieta, amorosa sollecitudine le ore della giornata: "Solinga e vuota / rista' la nostra casa di campagna / abbriccata a mezzo il colle / addobbato di ciuffi di rigogliosi abeti. / Domina scia di silenzi. / La voce di lei non piu' riecheggia, / da anni e' spenta..." ("Solinga la nostra casa").
Manca al poeta la speranza di una recuperata felicita' ("Si fa avara la luce / e le speranze palpitano stanche / e l'animo cruciano." - "Autunno"),
delle illusioni che  hanno costellato gli anni della gioventu' ("Sogni / bolle / di sapone / pinte / d'arcobaleni / tra le dita / del vento..." - "Bolle di sapone"),
della consolazione che la bellezza puo' portare nell'animo ("E / il sole / non / frange / velo / di / duolo / nel / cuor / petrificato." - "E il sole"),
del riposo sereno e ristoratore ("e' notte. Tutt'intorno e' silenzio. / Ne' voci ne' passi risuonan nell'aria / solo il mormorio d'un brividio di vento. / Forse son parole, frasi, lamenti, / bianche incisioni nell'aere / di chi e' sperso nel firmamento. / Nel tortuoso sentiero della mente / in piega di memoria / e' teoria d'immagini sfocate, / slavate e sbiadite, mosaico / di tessere sbreccate..." - "Lunga e' la notte".
E ancora "... / Vana s'inerpica la memoria / sugli ermi clivi imperlati di sorrisi / di primavera. / Non si scioglie il nodo del notturno / groviglio di pensieri..." - "Allo sfiaccolare della lucerna").
La poesia di Giovanni Lore' si dipana in questo alternarsi di immagini e sensazioni intime, in questa malinconica visione della vita di ogni giorno stemperata dalla realta' di cio' che lo circonda, che corrispondono in lui toccando le fibre piu' profonde del suo cuore.
Una poesia che, anche quando si fa testimonianza di vita autentica, non si distacca mai dal sentimento dello scrittore, presente in ogni passo, in ogni espressione della sua lirica.
Talvolta il poeta cerca evasione dalla malinconia che lo accompagna concedendosi dotte digressioni. Accade quando mette in versi le favole classiche, che hanno per protagonisti gli animali intelligenti e che vogliono trasmettere un messaggio morale al lettore.
Liriche attentamente composte e ben cadenzate, non semplici filastrocche, come spesso sono concepite le favole in poesia, ma veri e propri componimenti a carattere didascalico, coinvolgenti e piacevoli. La scelta di inserire queste opere in finale della raccolta e' un modo per alleggerire la problematicita' esistenziale che accompagna i versi della silloge e per rivolgersi ad un pubblico piu' giovane coinvolgendolo nel processo artistico proposto nel volume.
A rendere vivo il sentimento prevalente del dettato lirico di Giovanni Lore' e' lo stile che distingue la sua poeticita', uno stile ricercato nella forma, mai banalizzata dalla consuetudine ritmica, varia e congeniale ai temi ispiratori delle singole composizioni, e nella parola scelta con cura, talvolta artisticamente desueta, talvolta ancora infarcita di neologismi che vogliono sperimentare e rinnovare il lessico, sovente utilizzata con originale procedimento retorico.
La varieta' del dettato poetico e dell'ispirazione, l'utilizzo di immagini pittoricamente rese con le parole, la soffusa malinconia, che non si abbandona mai in acuta tristezza, l'attenzione al mondo circostante, naturale o umanizzato che sia, sono tutti fattori che rendono interessante e piacevole alla lettura la raccolta di Giovanni Lore', destando nel lettore partecipe, che sa concedersi alla suggestione lirica, le emozioni che solo la vera poesia sa destare.

Ascolta in sottofondo Fiorella Mannoia - Le notti di maggio