Tra gli autori di
operette un nome: Giuseppe Pietri
Ne compose di molto popolari e
applaudite. Il centenario della nascita, che ricorre
quest'anno, fornisce lo spunto per una rievocatone
della sua figura e della sua attivita'
da Incontri Musicali
di Giuseppe Bardone
Notiziario 125 - dicembre 1986
L'operetta sorse in
Francia ed in Austria durante il secolo scorso come parodia
del <grand opera>, ma prese subito un carattere sentimentale
dando una rappresentazione ironica e disincantata di una
certa aristocrazia europea (si pensi alla < Vedova A0egra<
di Lehar) o della grande borghesia presa di mira soprattutto
dai compositori francesi. A Vienna furono pubblicate le
opere di Johann Strauss jr. (il <re del valzer>, che fece
appunto di tale danza il simbolo di un'epoca), di Suppe' e
Lehar, a Parigi si affermo' accanto a Charles Lecocq,
Roberto Planquette e Reynaldo Hahn. In Italia all'inizio del
nostro secolo si delineo' una terza capitale dell'operetta.
Milano, con propaggini torinesi. La <via italiana>
dell'operetta raggiunse una propria originalita' soprattutto
grazie a Giuseppe Pietri (musicista toscano, nato a S. Dario
nell'Isola d'Elba), di cui ricorre questo anno il centenario
della nascita. A contesse ed arciduchi di stampo danubiano e
parigino egji sostitui' personaggi tratti dalla realta'
popolare italiana. Giuseppe Pietri rappresenta senza dubbio
una tappa miliare nella evoluzione della operetta in Italia,
tento che il suo contributo determinante era gia'
riconosciuto nella <Enciclopedia Italiana> edizione 1935.
<Fra le opere italiane moderne emergono per dignita' ed
eleganza quelle di e principalmente di G. Pietri (nato nel
1886). Addio giovinezza, Acqua cheta, Primarosa>. In tempi
piu' recenti la produzione musicale di Pietri e' citata
nell'Enciclopedia della Musica di Ricordi. <si impose ben
presto come popolare autore di operette. La sua produzione
seria non ottenne invece altrettanto favote>. Del musicista
elbano parlano anche il < Nuovo Dizionario Ricordi della
musica e dei musicisti>, che esalta il grande successo
ottenuto da lui nelle operette e la <Enciclopedia Garzanti
della Musica>, che ne cita tutta la produzione sia nel campo
dell'operetta che nell'opera lirica e nella musica
strumentale.
Al compositore elbano sono stati dedicati alcuni saggi, uno
di Renato Cadi e, in tempi piu' recenti uno studio del prof.
Santori che propone sulla rivista <Setticlavio> una
interessante analisi globale della produzione musicale di
Pietri in tre articoli apparsi nel 1984 e 1985. Il prof.
Santori analizza la parabola artistica di Pietri sulla base
delle partiture del compositore, sono anche illustrati nello
studio i rapporti tra l'evoluzione stilistica di Pietri e le
principali scuole musicali italiane ed europee.
Giuseppe Pietri ha legato indissolubilmente il suo nome
all'operetta, un genere <minore> per definizione e tuttavia
imprescindibile come fatto d'arte e di costume,
nell'evoluzione del quale egli ha saputo inserirsi di forza
con lo spirito, l'autorita' e la statura dell'autentico
creatore. Operettista principe, Pietri fu anche <prigioniero
dell'operetta> come soleva definirsi pensando continuamente,
pur fra i cordiali e gratificanti successi che mieteva nel
campo della piccola lirica>, all'agone operistico dove,
ventenne debuttante, aveva colto i primi successi ed a cui
torno' nel 1934.
Cerchero' di delineare brevemente le tappe piu'
significative della parabola creativa di Pietri nel quadro
musicale italiano. Dopo il felice esordio come operista alla
Pergola di Firenze nel 1906 con <Calendimaggio>, Pietri
propose nel 1913 al Fossati di Milano <In Flemmedanda> su
testo di Antonio Rubino. Ma il successo pieno la raggiunse
con <Addio Giovinezza> rappresentata a Livorno nel 1915.
Entusiasta del testo della commedia di Nino Oxilia e Sandro
Canasio, Pietri si mise in contatto con uno degli autori e
convinse l'editore Sonzogno a trasformare la commedia in
operetta. Questa fu subito applauditissima perche' proponeva
una romantica storia d'amore tra uno studente universitario
ed una sartina in una atmosfera intimistica evidenziata
dalla comunicativa vena melodica del compositore. Il
lavoro piacque anche a Giacomo Puccini.
Dopo aver messo in scena altre tre operette, Pietri
incontro' Augusto Novelli, affermato compositore di commedie
fiorentine e musico' <L'acqua cheta> che tenne cartellone
per 44 sere a Roma grazie ad una musica scorrevole e di
immediata presa. La composizione piacque anche a Mascagni
che sentenzio': <L'operetta potra' morire, ma la
musica di Acqua cheta non morira' mai>. Altro successo di
Pietri, reperibile anche in disco, e' <La donna perduta> su
libretto di Zorzi e Giannini. Tra i molti brani e
motivi che contribuirono a rendere celebre la composizione
vale la pena ricordare, per capacita' descrittiva e
raffinata tecnica strumentale, la < Canzone delle
campane>
Tra le operette vanno ricordate anche <Primarosa>
Il prof. Santori mette in rilievo l'importante ruolo svolto
da Pietri nello sviluppo dell'operetta ed afferma nel suo
studio sul musicista che a differenza di altri operettisti
meno preparati sul piano strumentale, Pietri colse un
successo pieno perche' non era un geniale dilettante ma un
musicista completo, con una severa ed accurata preparazione
che gli permise di dare colori e forme pregnanti alle sue
operette e di pervenire ad una raffinatezza stilistica che
lo rende immediatamente riconoscibile. Pietri, rileva il
prof. Santori, chiuse senza eccessivi rimpianti la
gratificante esperienza della operetta dato che tale genere
era ormai entrato in crisi per la concorrenza del cinema
americano e la realizzazione pratica delle operette era
condizionata da ridotti organici strumentali e da ruoli di
interpreti ridimensionati per la carenza dei cantanti.
Composta tra il 1930 ed il 1934 <Maristella >
La produzione musicale di Giuseppe Pietri e' stata piu'
volte, anche in tempi recenti, rappresentata in teatro ed
alla RAI-TV, in campo discografico esistono selezioni dei
suoi maggiori successi. Ultimamente e' stata incisa
una selezione da <Maristella>
Giuseppe Bardone
Nota biografica su
Giuseppe Pietri Giuseppe Pietri nacque a S. Dario nell'Isola d'Elba nel 1886. E sui testi dell'organo della Chiesa locale il futuro musicista fece i suoi primi esercizi. Con l'aiuto del mecenate elbano On. le Pilade Del Buono prese a frequentare con grande impegno il Conservatorio di Milano, ove si diplomo'. Nel 1906 avvio' la sua camera di compositore in collaborazione con un altro grande elbano, Pietro Goti, l'<anarchico gentile> che scrisse il libretto di <Calendimaggio> andato in scena con grande successo al Teatro Alla Pergola di Firenze. Il+ trionfo di pubblico e di critica venne pero' con <Addio giovinezza> su libretto di Camasio e Oxilia, che debutto' a Livorno al Teatro Goldoni nel 1915. Un grande successo di <Addio giovinezza> lega indissolubilmente il nome di Pietri all'operetta italiana: il successo si rinnovo' poi con <Acqua cheta>, <La donna perduta>, <Primarosa>, <Rompicollo>. Forse meno conosciuta al pubblico di oggi, ma non meno importante la produzione di opera lirica, da <Maristella> che debutto' al Teatro San Cado di Napoli nel 1934, successivamente interpretata alla Scala da Beniamino Gigli con enorme successo, all <Arsa del giglio>, rappresentata postuma a Portoferraio nel 1952. |
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ascolta in sottofondo Beniamino Gigli - Io conosco
un giardino (G. Pietri - Maristella)