parliamo di musica
di Claudio Santoro

Club 27 - The dark side of rock

Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Brian Jones, Kurt Cobain, Amy Winehouse.
Oltre ad essere stati degli artisti e dei musicisti affermati e di successo sulla scena musicale mondiale, seppur appartenendo ad epoche e correnti musicali diverse, cosa mai li accomuna?
La risposta macabra e' una morte precoce intorno ai 27 anni, tanto da far nascere quello che e' stato definito il "Club 27".
Le cause? Molto spesso l'abuso di alcol e/o di sostanze stupefacenti che hanno stroncato le loro giovani vite.
A partire dalla seconda meta' degli anni "60 (anche se qualcuno fa nascere il tutto sin da qualche tempo prima, dall'esplosione del fenomeno Elvis Presley) la scena mondiale vive dei profondi mutamenti socio-culturali e entrano imperiosamente in scena le nuove generazioni che mettono in discussione tutto: la scuola, la famiglia, i rapporti interpersonali sprigionando un'energia di rinnovamento e di creativita' che sfocera' poi nel "68. Un ruolo fondamentale viene svolto dalla musica, che diventa un veicolo di aggregazione, un volano per diffondere idee dissacranti e iconoclasta, in particolare fra i giovani di allora.
Tutto positivo? Certo che no, a partire dai lati oscuri che, spingendo sulla leva trasgressiva, hanno pubblicizzato e diffuso l'uso di alcol e droghe ritenuti sciaguratamente indispensabili per "aprire la mente" e ricercare nuove sensazioni e nuove dimensioni. Tutti noi abbiamo ben presente "Woodstock", il mega festival rock dell'agosto 1969, oppure il piu' nostrano Parco Lambro del 1976, organizzato dalla rivista "Re nudo" dove, purtroppo, della ottima e innovativa musica si e' trovata a braccetto con un uso smodato di stupefacenti o di messaggi di amore libero, tracimati molto spesso in banale e squallida promiscuita'.
Il ricorso a droghe (eroina, cocaina, LSD) insieme all'alcol (da molti definita la "droga di Stato") diventano parti integranti del "rock system" che conducono schiere di giovani alla dipendenza, alla devastazione di vite fino, in molti casi, alla morte.
Ben piu' grave era l'effetto di emulazione che scatenava nelle file dei fans, dove erano pronti a planare gli avvoltoi della morte degli spacciatori.
Ai tempi poteva esserci un'attenuante, nel senso che l'uso di droghe veniva presentato come quasi innocuo ("smetto quando voglio") oppure come se fosse possibile controllarlo, sfuggendo alla peste della dipendenza.
Ma era solo una macabra bugia, come e' testimoniato dal "Club 27".

Claudio Santoro (Lecco)
 

ascolta in sottofondo
Janis Joplin - Cry Baby