quinta puntata
(nella precedente ho parlato del mio rientro a Sangallo dopo due settimane di... ferie faticose)

....12 marzo 1957. Ore 13.00, immediatamente dopo una giocatina a ping pong, rientro nella mia cameretta per leggere qualcosa e, come ormai e' diventata un'abitudine consolidata, a pensare su da farsi. Ieri, ero un po' sfiduciato, ma oggi ho vinto una piccola battaglia. In un'occasione felice, quasi senza averne l'intenzione, ho svelato al direttore svizzero dell'Istituto, dott. Lattmann, la mia posizione nei confronti del preside italiano. Egli ha taciuto con un fare di conferma e mi ha promesso che, in seguito saro' suo segretario di fiducia e, non solo con incarichi esecutivi, ma anche di concetto. Non e' una battaglia vinta questa? Ora sono abbastanza felice: dipendendo da un povero (non in termini economici) direttore italiano ne andava di mezzo anche la mia situazione. Malgrado tutto cio' non e' detto che, se trovero'-trovassi al piu' presto una migliore situazione, non lasci l'Istituto, anzi volero' pur di guadagnare di piu' dei 350/400 franchi svizzeri mensili attuali, seppur in aggiunta ad alloggio e vitto gratis. Oggi e' anche una magnifica giornata che mi ricorda il clima italiano. Il sole rompe la nebbia che, per vari motivi ha preso dimora nel mio animo e mi fa sentire piu' sollevato dalle numerose preoccupazioni che ancora mi rimangono.
Spero proprio che il tempo passi veloce e che arrivi il giorno di ritornarmene (?) tra i miei con meno preoccupazioni. Ora prendo la mia fisarmonica e mi metto a suonare qualche motivetto. Arrivederci a questa sera amico quaderno!
E' gia' sera, anzi notte, e voglio scolpire qualche pensiero. Sono di ritorno dalla casa di una signorina dove due o tre volte per settimana ci scambiamo lezioni di italiano e di tedesco. La stanchezza mi prende ma non mi posso lamentare dell'esito della giornata anche se, purtroppo lo capii piu' tardi, detta signorina tedesca se ne "fregava" di imparare l'italiano a tutto vantaggio di altre cose che, da persona corretta, non avrei mai assecondato trattandosi di collega d'ufficio, tenendo conto del pericolo non scontato che si venisse a sapere cio' in direzione. Ho stretto i denti, ma ci sono riuscito, molto verosimilmente facendo recepire alla ragazza di non essere sensibile alla femminilita'. Ora ho sonno.... buonanotte!
13 marzo 1957.
Solito menage di lavoro, ma abbastanza ricco di soddisfazioni. Sembra che, proprio ora che ho l'intenzione di lasciare l'Istituto Rosenberg, le soddisfazioni vogliano trattenermi. No, non devo esimermi dal proposito di trovare una occupazione migliore in cui si lavori meno e con soddisfazioni morali ed economiche di un certo peso. Devo solo fornirmi di coraggio e di pensare in direzione di un soggettivo vantaggio. La vita purtroppo, ce lo insegnano i fatti, e' una corsa anche verso il proprio interesse per cui e' necessario spendersi senza tante remore.
Oggi e' una meravigliosa giornata; peccato il dover andare in ufficio, ma del resto con un solo franco svizzero in tasca, realta' finanziaria piuttosto ripetitiva, dove vado? Coraggio tra poco saremo nella seconda quindicina del mese di marzo e fra poco arrivera' anche il trenta del mese per incassare....
Ti saluto anche per oggi, caro amico diario......


(segue)




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Arnaldo De Porti alla fisarmonica