parliamo di musica
di Claudio Santoro
All'inizio fu Elvis
Quando si parla di rock and roll
e' molto facile imbattersi nella
frase di John Lennon: " Prima di Elvis non c'era niente".
Qualcuno sostiene che il primo pezzo rock sia stato "Rock Around the
Clock" (1954), ma l'impatto scenico del paffutello Bill Haley non
regge minimamente il confronto con il magnetismo, le movenze feline
e sensuali di Elvis Presley che avrebbe scatenato una sequela di
imitatori (in Italia basterebbe elencare Adriano Celentano, Bobby
Solo e Little Tony).
Elvis dopo un'infanzia felice, ma contrassegnata da ristrettezze
economiche, si trasferisce dalla natale Tupelo a Memphis e a scuola
si fa notare per i suoi capelli raccolti in un enorme ciuffo e i
suoi abiti sempre non convenzionali e stravaganti.
Inizia a lavorare come camionista e a suonare la chitarra che i
genitori gli avevano regalato in occasione dei suoi undici anni. Un
giorno del 1954 si imbatte in uno studio di registrazione
artigianale (Sun Records) e decide di incidere un pezzo su vinile,
da regalare alla mamma che festeggiava il suo compleanno.
Sam Philips, il proprietario dello studio, rimane colpito da questo
ventenne dal ciuffo e dai basettoni e pensa che possa divenire un
punto di riferimento per i teen agers . La musica del tempo era
ingessata con i Frank Sinatra, Nat King Cole e Dean Martin che, con
voce suadente e in giacca e cravatta, proponevano la loro musica
sdolcinata, ma poco amata dal pubblico giovanile.
Niente a che vedere con questo giovanotto piacente che sul palco si
agitava con movimenti sensuali del bacino, tanto da meritare
l'appellativo di Elvis "The Pelvis", con un rock scatenato, dalle
venature blues e che faceva andare in delirio i giovani dell'epoca.
Il successo lo colse all'improvviso e alla sprovvista, con concerti,
apparizioni televisive e una gestione dell'immagine che era passata
nelle mani dell'astuto e abile Colonnello Parker, che sara' il suo
manager fino alla fine. Grande successo e grandi polemiche,
soprattutto da parte dei benpensanti che vedevano in lui scandalo e
depravazione.
Alle esibizioni si affiancano anche dei film di qualita' modesta, ma
di grande successo di pubblico, dove Elvis presentava le sue nuove
canzoni (una per tutte "Love Me Tender").
Anche il suo servizio militare svolto in Germania per due anni e
iniziato nel settembre del 1958, viene spettacolarizzato e seguito
dal suo pubblico.
Gli anni '60 vengono segnati da un cambiamento di genere da parte di
Elvis che abbandona il rock trasgressivo dei primi tempi per
dedicarsi a un genere molto piu' soft, ivi compresi alcuni
rifacimenti quali "O Sole mio" e "Torna a Surriento".
Inizia una sarabanda di concerti dal vivo, sempre e solo negli USA e
in Canada, e anche la sua personalita' inizia a traballare. Si
circonda di gente poco affidabile, che voleva solo sfruttarlo, la
c.d. "Memphis Mafia" e l'uso di sostanze, abbinato a farmaci diventa
sistematico. Vive sempre piu' isolato, in preda alle sue paranoie e
ai suoi capricci. Diventa sempre piu' grasso e anche la sua vita
sentimentale e' all'insegna della sregolatezza.
Anche la sua carriera inizia un'inesorabile parabola discendente e
la morte lo coglie a soli 42 anni nella sua sontuosa dimora di Graceland, diventata luogo di culto per i suoi numerosi fans (dopo
la Casa Bianca e' il luogo piu' visitato negli USA).
Il mito continua ad avvolgerlo, compresa la leggenda metropolitana
che in realta' non sia morto!
Solo un vero re puo' mantenere tutto questo.
Claudio Santoro (Lecco)
ascolta in sottofondo
Elvis
Presley - Jailhouse Rock