PAPA LUCIANI E IL MIO PARROCO, MONS. LINO MOTTES, EX ARCIDIACONO DI AGORDO E PARROCO DI ZERMEN
di Arnaldo De Porti


Lo scorso mese Piazza Scala ha riportato un interessante articolo riguardante due Chiese, l'una di Zermen (Bl), l'altra sita ad un centinaio di metri in linea d'aria, abbarbicata sul monte Telva, a due passi dall'abitazione di chi scrive.
Se non vado errato, detto articolo, se vuoi anche in maniera un po' forzata se si tiene conto del patrimonio storico-artistico esistente in Italia, parlava di cultura a km zero, frase che, senza essere irriverenti verso i luoghi di culto, oggi ricorre molto spesso in chiave commerciale per varie merci, in primis frutta e verdura, ma che, almeno a mio avviso, vuol significare molte cose: una fra le tante e' che spesso abbiamo dei tesori sotto casa e non ce ne accorgiamo. Come nel caso di specie.
Le due Chiese infatti, bellissime e ricche di storia, sono rette in maniera ineccepibile da un Parroco, Mons. Lino Mottes, novantunenne (si' avete capito bene, 91enne) il quale e' depositario e fautore di una storia che investe direttamente ed indirettamente la beatificazione di Albino Luciani, denominato il Papa del sorriso, il cui apostolato e' durato purtroppo solo 33 giorni. Quando mi dissero (ndr. un mio cassiere) della sua improvvisa morte, ricordo benissimo, io mi trovavo verso le 8.30 del mattino, presso la Filiale Comit di Mestre, in attesa di entrare in ufficio.
Dice, sul Gazzettino di ieri, Mons. Mottes: "... non posso dire nulla sulla causa di canonizzazione e sul riconoscimento di un miracolo di Papa Luciani, in quanto non spetta a me, salvo ricordare che detto Papa ha scandito in piu' occasioni la mia vita, a partire da quando ero chierico e partecipavo, come allievo, alle lezioni di teologia dogmatica e di diritto canonico da parte del professor Luciani. Ricordo con piacere di aver accompagnato piu' volte a Roma l'allora don Albino Luciani che, come ha detto anche la stampa di questi ultimi giorni, verra' dichiarato Beato. Le motivazioni: un miracolo per aver guarito una bambina ormai condannata a fine vita, evento legato in contestualita' ad una forte e continua attenzione sull'ordinarieta' della storia, dei suoi dettagli, attraverso un modo di porsi in assoluta coerenza con i nostri tempi, problemi questi ultimi che, secondo chi scrive, devono aver avuto un impatto talmente forte da minare il suo breve apostolato, sia in chiave laica ma anche clericale.
Oggi tutta Italia ed il mondo intero parla di questa beatificazione, in particolare la provincia di Belluno, ove la notizia, attesa da molti, ha riempito di gioia non solo i credenti, ma anche chi, con l'occhio "piu' furbo che santo", come si usa dire, ne approfittera' per miscelare il profano con il santo per attivare mercati turistico commerciali correlate al luogo di nascita di Papa Luciani, nato a Canale d'Agordo il 17 ottobre 1912.
La nipote di Papa Luciani, che mi pare abiti a Levico-Terme, nel Trentino, non ha nascosto che suo zio era anche di un certo spirito immaginando che, dopo la sua nomina a Papa, potrebbe aver pensato fra se' e se' : "Ma cosa vi siete sognati di farmi Papa ?..."
Il fatto che l'attuale mio Parroco, Mons. Lino Mottes, sia stato una delle persone che sono state piu' vicine a Papa Luciani, come allievo, come accompagnatore a Roma e per altri incarichi ecclesiali di assoluto prestigio, non puo' che rallegrare tutti, in particolare la Parrocchia di Zermen che, quanto a storia, arricchisce a pieno titolo, come gia' scritto in una narrazione precedente, il patrimonio artistico-ecclesiale-culturale, della nostra bella Italia. Se poi, in chiusura, con una nota di..vanita' senile, ma anche di ilare curiosita', dico che mons. Lino Mottes, all'eta' di oltre 91 anni, in perfette condizioni fisiche continua a celebrare ogni domenica la S. Messa, accompagnato da un organista (lo scrivente) che, quanto ad eta', e' indietro solo di 5 anni, allora si potrebbe dire che la Parrocchia di Zermen, meriterebbe di guadagnare un guiness... anagrafico-ecclesiale.

Arnaldo De Porti

ascolta in sottofondo
Vivaldi - Domine Deus, rex coelestis

 


 

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