Elena Lucrezia Cornaro: una storia che fa comodo ad alcuni.
Ma scorretta verso le donne di allora
di Nane Indrio
 

Casualmente, aprendo Youtube, mi sono imbattuto in una pagina che riguarda Elena Lucrezia Cornaro Piscopia ed ho avuto un transfert verso un'amica che, se non vado errato, ha scritto qualcosa in proposito in un libricino di cui mi e' stato fatto gentilmente dono. Al di la' del libro che sicuramente ha richiesto impegno e molto tempo per risalire a varie memorie storiche custodite nei vari archivi, tra l'altro scritto anche bene, mi e' venuto spontaneo il desiderio di psicanalizzare  chi, un tale di nome Alessandro De Concini,  su Youtube ha fatto dei commenti su questa prima laureata, oblata benedettina, (posto che sia stata davvero la prima) in dottrine filosofiche.
Da un'anamnesi comparata, anche attualizzando parametri temporali e culturali, per me e' emerso in capo a chi la commenta, ma anche in coloro che apprezzano la storia, un'autobiografia personale volta a trovare un pretesto gratificante per emergere da situazioni che, in questo post-moderno, provocano stagnazione mentale, realta' che ha bisogno di sensazionalismi storici volti a compensare forme di  "vacatio-mentis" da monotona moderna stagnazione culturale, ma anche esistenziale. Insomma, un capro espiatorio di fronte a certe situazioni che spesso sono all'origine anche di insoddisfazioni che sfociano in intemperanze sociali verso coloro che non se lo possono permettere, specie se di statura culturale diversa.
Proprio per questo mi chiedo il perche' di tanta, troppa enfasi nel parlare di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, a tutto svantaggio di altre persone non meno acculturate di Elena, e per le quali non si spenda una sola parola. A meno che allora le donne, visto che stiamo parlando di donne, fossero state tutte sceme, realta' a cui non credo. A questo proposito, e sono assolutamente certo di quanto dico,  chi mai avrebbe  conosciuto Elena se non fosse stato  perche' le sue origini erano tali da non passare inosservate, come e' successo in tante altre realta', anche nel bellunese per altri soggetti, circostanza che ha favorito taluni anziche' altri. Il discorso sarebbe lungo, ma non per questo eccessivamente complesso, tenendo conto pero' che esso correrebbe il rischio di alimentare antipatie, critiche,  se non addirittura contenziosi  che potrebbero lambire, o andare oltre, anche alle offese personali.
Non andrebbe sottaciuto che Elena, diventata oblata benedettina, potrebbe essere arrivata li' solo perche' altre strade sarebbero state per lei impercorribili per motivi vari che ritengo di non citare, in primis la salute.  Quanto alla laurea, andrei piuttosto cauto, prima di elevare la persona al di sopra di tante altre che, malauguratamente, non hanno avuto la fortuna di appartenere a casati di alto rango. Ergo, come si evince, almeno a mio avviso, da quanto dice Alessandro De Concini, mi par di poter dire che anche il commento di quest'ultimo voglia creare un quadro forzato di una realta' che non tiene in debito conto che la statura culturale e religiosa di Elena e' stata costruita prevalentemente per influenza di casato prima ancora, sempre a mio avviso, che per altro tipo di oggettiva inclinazione personale, a cui non muovo comunque alcun a critica. Insomma, per dirla in breve, disagi fisici, psicologici, di salute, dolori e preoccupazioni, costituiscono una componente molto importante del nostro "ego", realta' che spinge taluni a compensare la "vacatio-mentis" di cui facevo cenno  prima con comportamenti, spesso fuori dall'ordinario, verso certi obiettivi, mentre altri, a cercare un nemico su cui scagliarsi per scaricare negativita' esistenziali, anche se non a loro imputabili.
Ed allora, Alessandro De Concini (che ascolto per la prima volta su Youtube) dovrebbe dire che l'uscita da una febbre (sue parole) che ha prodotto giudizi  negativi, dileggi irrisori, a volte anche insulti, per proiettare Elena Cornaro verso concetti fermi, sono la conseguenza diretta di una realta' negativa rispetto a cio' che avrebbe voluto, ed il quadro e' fatto: esattamente come succede per molti di noi che, privi di determinate risorse, si immergono nella situazione di Elena rifugiandosi nella sua luce riflessa per illuminare se stesso, sia all'interno che all'esterno, ed addossando contingenze negative sulla societa' ma anche su chi personalmente non ce le ha. Anche in famiglia.
Insomma, per dirla in breve, se Elena Cornaro fosse stata una dei tanti "pori cani" come sono stato io, se suo padre non fosse stato un mecenate influente della serenissima repubblica di Venezia che poteva addirittura influenzare, se non indirizzare addirittura i Papi, se Elena non si fosse trovata in precarie condizioni di salute tanto da condurla presto alla morte, se Elena  fosse stata gratificata da madre natura come certe donne bellissime della storia, molto verosimilmente di Elena nessuno parlerebbe. Chissa' quante donne di allora avranno infatti avuto piu' meriti della citata Elena senza avere alcun riconoscimento in quanto povere, in condizioni precarie, contrariamente ad Elena che, con un padre potente, ha potuto far parlare di se. Esattamente come succede anche oggi, con figli di serie a e di serie b, a seconda dell'estrazione familiare, tanto da dover osservare che i figli di serie a possono permettersi di criticare i genitori perche' hanno tempo e denaro,  mentre quelli di serie b, salvo che non siano delinquenti come potrebbero essere peraltro anche della predetta seria a,  li aiutano e li amano.

Nane Indrio da Feltre

 


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