Compare sulla scena di Milano, 33 anni dopo
l'unificazione d'Italia, una nuova iniziativa
bancaria, di tipo misto su modello tedesco,
atta a finanziare sia le industrie private
sia le grandi opere pubbliche.
L'idea di creare una nuova banca nasce solo
a chi ha disponibilita' liquide e ravvisa che
il tessuto commerciale e industriale locale
e nazionale e' in grado di assorbire la sue disponibilita' e restituirle con gli
interessi. Nel nostro caso si trattava di
personaggi stranieri, conoscitori del mondo
finanziario italiano e internazionale.
Il sistema creditizio nazionale alla fine
del secolo XIX era fragile e l'Italia era
l'anello debole dell'Europa con il
fallimento nel 1893 delle due maggiori
banche, il Credito Mobiliare e la Banca
Generale, entrate in crisi a seguito della
congiuntura sfavorevole. Il settore delle
banche di emissione si era dovuto rafforzare
dopo la chiusura della Banca Romana per
truffa, in relazione all'emissione di false
banconote, con la creazione della Banca
d'Italia, che nel 1893 accentro' il servizio. Cosi' fu costituito un grosso istituto
bancario, per coprire il vuoto delle banche
fallite, cio' che avvenne dopo mesi di
trattative febbrili tra vari gruppi esteri.
Infine, in aggiunta alla preesistente Banco
di Roma (1880), furono create due nuove
banche, la Banca Commerciale, come vedremo
nei dettagli, e l'anno successivo il Credito
Italiano, risultante praticamente
dall'assorbimento della gia' esistente Banca
di Genova.
La Banca Commerciale Italiana nasce
l'8.10.1894 con capitali esteri in
prevalenza di banchieri svizzeri, austriaci
e tedeschi, e sotto la direzione di
amministratori italiani ma di origine
d'oltralpe, Otto Joel e Federico Weill. I
banchieri costituenti della Comit, gia'
impegnati a finanziare le nostre ferrovie e
alcune grosse imprese industriali, erano
stati sollecitati dal Presidente del
Consiglio Crispi, perche' i titoli di rendita
italiani erano sotto attacco speculativo da
parte della Francia. Ma soprattutto i
tedeschi erano interessati a intervenire e gia' intorno al 1890 avevano creato un
apposito consorzio tra banchieri che furono
poi tra i fondatori della Comit, anticipando
comunque certi ambienti milanesi che
accarezzavano da tempo un analogo progetto
che non erano riusciti a concretizzare.
Bisogna anche dire che i primi due anni di
esistenza non furono proprio
favorevoli ai progetti tedeschi, perche' lo
Stato Italiano, con Sonnino al Tesoro, era
riuscito a mettere ordine nelle proprie
finanze, agevolato anche dalla ripartenza
della congiuntura.
A migliorare ulteriormente la situazione
arriva la nomina a capo del governo del
liberale Giovanni Giolitti, governo che
copre il periodo dal 1901 sino al 1914 ed e'
caratterizzato da una notevole crescita
economica e sociale in cui il Paese getta le
basi di una moderna industrializzazione,
nella quale si inserisce efficacemente il
nuovo Istituto di Credito, che punta ad un
ruolo non solo nazionale. Ma poi e' la Comit
a emergere. Gia' prima della fine dell'800 si
aprono una decina di filiali tra cui Genova,
Firenze, Torino, Roma, Napoli e Messina e
prima della Guerra Mondiale conta gia' 57
filiali e 18 agenzie di citta' ,
posizionandosi tra le principali banche
italiane, e controllando gia' nel 1914, dopo
venti anni dalla costituzione, circa il 40
per cento delle grandi e medie aziende
italiane. La BCI supera brillantemente la
guerra sotto la direzione di un italiano di
origine polacco Giuseppe Toepliz e conferma
la sua vocazione internazionale aprendo
Filiali a Londra, New York e in altri Paesi,
e assumendo anche il controllo con Paribas
di Sudameris, presente in numerose nazioni
nell'America Latina. Tra piccole crisi
nazionali e successi piu' consistenti apre
anche a Bruxelles, a Boston e Filadelfia. La
sua crescita e penetrazione sui mercati
esteri e' costante e continua, ma deve
registrare una battuta d'arresto sul finire
del '29 sino al '33, anno in cui la piu'
pesante crisi economica registrata
dall'Italia mette in risalto l'impossibilita'
del sistema bancario di proseguire in forma
"mista". Sistema che aveva consentito agli
Istituti di credito di assumere interessenze
dirette nel fragile tessuto delle imprese
industriali.
I quattro capitoli:
a) Mattioli, Cuccia e il casertano
Beneduce
b) Il periodo di Raffaele Mattioli
c) Una curiosita' su Mattioli e i suoi
peperoncini piccanti
d) Raffaele Mattioli e
Chiaravalle
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