Il mondo Comit in una citta'   fantastica
un libro di Umberto Di Donato
 

Il miracolo economico e gli anni della via Gluck
 

Uscita in macerie dalla guerra e dal ventennio fascista, l'Italia in tre lustri aveva recuperato il tempo perduto, addirittura registrando un brillante periodo di boom economico che venne definito "miracolo economico".
Una giuria del Financial Times attribui'  l'Oscar alla nostra liretta "la moneta piu'  salda dell'Occidente", come conseguenza dell'enorme sviluppo delle esportazioni, il record di produttivita', l'ottimismo diffuso tra i cittadini anche per la scoperta del frigorifero, della televisione, delle miniauto e soprattutto della lavatrice che consenti' alla donna di leggere il giornale seduta in poltrona, mentre la macchina lavava velocemente la biancheria. Nel 1964 venne inaugurato anche il primo tratto della linea rossa della MM, la metropolitana Milanese, che in dieci minuti portava da Sesto Marelli in Piazza Duomo, dalla citta'  industriale per eccellenza di Sesto San Giovanni al cuore pulsante di Milano. Le offerte di lavoro non mancavano e ogni giorno alla Stazione Centrale arrivavano dal sud treni carichi di famiglie con al seguito valige gonfie come salsicce e lo sguardo meravigliato di quelli che lasciavano i loro paesi d'origine in cerca di una vita migliore nella principale citta'  del triangolo industriale "MI-TO-GE". Sergio Endrigo segui'  l'onda di quello spostamento epocale scrivendo e cantando "Il treno che viene dal sud". Inizio'  anche il decennio del baby-boom che registro'  in tre anni a cavallo del 1964 la nascita di oltre tre milioni (3.031.000) di bambini, media piu'  che doppia di quella odierna. La massiccia diffusione delle auto prodotte a Mirafiori suggeri'  l'ampliamento dell'autostrada Milano-Torino per migliorare i collegamenti da est a ovest, dalla Francia all'Austria e alla Jugoslavia e anche la costruzione di una nuova autostrada per collegare Milano a Napoli. Questa nuova autostrada fu chiamata "Autostrada del Sole", definita poi "la strada del vento",  perche'  era stata realizzata in soli 8 anni, per meglio raggiungere le citta'  del meridione negli spostamenti nord-sud, alla velocita'  di 110 km.
L'Italia tutta, dalle Alpi alla Sila, ai Monti Peloritani, alle Madonie e ai Nebrodi, era un insieme di cantieri e di iniziative. La citta'  di Milano, cresceva sia in larghezza che in altezza.
Tra gli anni 1958 e il 1962, velocemente come si usava allora, venne costruito il grattacielo Pirelli, di trentadue piani, proprio di fronte alla Stazione Centrale. Fu un'altra conquista del miracolo economico e la dimostrazione della dinamicita' cittadina a chi arrivava in treno a Milano.Dove una volta "c'era l'erba ora c'e' una citta' !" , recitava la canzone "Il ragazzo della via Gluck"  cantata da Adriano Celentano che narrava proprio del processo di urbanizzazione della citta'  nel secondo dopoguerra. In proposito nacque allora questa bella storiella che noi giovani ci passavamo per ricordarci di un'epoca che non c'era piu'.
Un contadino che abitava in una cascina poco distante dalla Stazione, all'inizio di viale Zara, teneva sempre d'occhio il suo pollaio perche' temeva che gli portassero via il robusto e tronfio gallo, con la coda gonfia e colorata. Diceva: "Avevo sempre paura me lo rubasse un bersagliere, per rinfoltire le piume del suo cappello". Questo contadino che chiamiamo Angelo, uno degli ultimi rimasti in citta', non si dava pace finche' un bel giorno diede sfogo a tutta la sua rabbia. Nel chiasso infernale di clacson, frenate, ruspe in movimento, cantieri, urla, accelerate di camion e lambrette provenienti dalla periferia, non poteva capire che fastidio potesse dare il suo galletto. Eppure erano in tanti a non volere che di mattino presto, all'alba, incominciasse a cantare. Ogni volta che ripeteva "Chicchirichi" per far sapere a tutti che disponeva di tante galline, tutte
allegre a pronte a curare le proprie chiocciolate, inevitabilmente si affacciava qualcuno alla finestra e strillava: "e' ora di finirla, i galli devono stare in campagna e non svegliare i cristiani alle cinque di mattina". Il povero Angelo non ne poteva piu' e un giorno, in un momento di rabbia e sconforto, prese il bel gallo e gli tiro' il collo. Ma il suo pollaio non poteva rimanere senza gallo: come sarebbero nati i pulcini? E allora pensa e pensa e, furbo come tutti i contadini, compero'  un "galletto americano"  che nel confronto col vecchio era un dilettante, un pulcino, ma che assolveva bene a tutte le necessita'  delle sue galline e poi, questo e'  importante, la mattina emetteva un chicchirichi  leggero, appena percettibile e nessuno poteva trovare da ridire. Questa e'  una storia che rappresenta chiaramente i mutamenti epocali degli anni Sessanta, quando la popolazione di Milano mutava rapidamente. Quel vecchio contadino che non voleva abbandonare la sua casa dov'era nato, asserragliato con la moglie, un cavallo, due manzette e dieci galline nella sua vecchia cascina circondata dai nuovi e spropositati palazzoni di viale Zara, resistette pero' ancora per poco, anche dopo il taglio dell' acqua, ai palazzinari e al Comune che volevano buttarlo fuori per tirare su altri caseggiati. L'acqua si era abituato a prenderla con il ronzino e il carretto all'ultima fontana in piazzale Lagosta. Era la fine del 1965 e qualche mese dopo Adriano Celentano ballava e cantava "Il ragazzo della via Gluck". E tra le rime baciate "cuore-amore" di Sanremo, Milano e tutta l' Italia, sovreccitata, viveva un boom entusiasmante che non potro' mai dimenticare.

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ascolta in sottofondo Adriano Celentano - Il ragazzo della via Gluck




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