Per
giungere al mio posto di lavoro avevamo
dovuto camminare velocemente alcuni minuti
tra lunghi corridoi, scale e tubi metallici
che sembravano appesi sulla nostra testa.
Tutto si svolgeva velocemente e capii che
quello era il ritmo a cui bisognava
adeguarsi, per perdere poco tempo negli
spostamenti. Ma mi chiedevo cosa fossero
quei tubi, forse erano dei termosifoni e
quindi all'interno, pensai, scorresse acqua
calda o altro liquido. Invece no! In quei
tubi passava la corrispondenza scambiata tra
i vari reparti della banca, la "posta
pneumatica". Venni poi a sapere che la sede
della Comit era gia' dotata di moderni
impianti tecnologici, di alto livello per
l'epoca, che consentivano benefici
funzionali ed economici e autosufficienza
dal punto di vista energetico e idrico,
tanto che nel sotterraneo erano collocati
l'impianto idroelettrico, pozzi e impianti
di purificazione dell'aria e di
raffreddamento per l'estate. La tecnologia
avanzata era utilizzata anche a beneficio
del lavoro quotidiano, allo scopo di evitare
lo spostamento continuo degli impiegati da
un ufficio all'altro. I tubi piu' grossi e
numerosi che avevo visto facevano parte
dell'impianto di "posta pneumatica" interno,
che serviva per scambiare in pochi secondi
lettere o documenti, inseriti in capsule e
lasciati scivolare in questi tubi che
collegavano alcuni uffici situati a
centinaia di metri di distanza o anche su
piani diversi. La societa'
Lamson Mix & Genest, che aveva assunto l'incarico della trasmissione di
telegrammi ed espressi con le citta'
di Milano, Roma e Napoli, aveva realizzato anche l'impianto di spostamento
interno di posta o documenti costituito da
34 linee numerate che partivano dai saloni
del pubblico e dagli uffici piu' importanti
e giungevano ad un centralino di
smistamento. Nei tubi di ottone che io avevo
visto e che si estendevano per 2,6
chilometri, circolava aria compressa o
aspirata che spostava le capsule contenenti
le lettere o i documenti da un punto
all'altro dell'enorme palazzo. Ai punti di
smistamento alcuni impiegati in base al
contenuto reindirizzavano i bussolotti agli
uffici destinatari.
La centralina di smistamento somigliava a un
gigantesco organo formato da 34 canne
metalliche che si intrecciavano come alberi
di un fitto bosco.
Umberto Di Donato |