parliamo di musica
di Claudio Santoro
Otis Redding
"Muor
giovane chi agli Dei e' caro". Cosi', qualche secolo prima di
Cristo, diceva il commediografo greco Menandro. La frase poi, in
varie maniere, viene ripresa nella varie culture (Giacomo Leopardi
la utilizzo' come epigrafe al suo "Amor e morte" come "Muor giovane
colui ch'al cielo e' caro").
Per Otis Redding, cantante soul e di rhytm and blues, la frase si
attaglia tragicamente in modo perfetto in quanto il 10 dicembre
1967, a soli 26 anni, insieme ad altri cinque componenti della band,
perse la vita in un incidente aereo. Il velivolo era stato
acquistato dal cantante per rendere meno faticosi i trasferimenti
legati alle esibizioni che si succedevano nelle tourne'es.
Otis Redding era nato in Georgia, uno degli stati del Sud degli USA,
e giovanissimo si era messo in luce nel coro della Chiesa Battista,
un tratto che accomuna molti cantanti approdati al r&b attraverso i
gospel cantanti durante le funzioni religiose (basterebbe citare
Aretha Franklin, la Regina del Soul che fece lo stesso percorso e
che porto' al successo "Respect", un pezzo in precedenza inciso da
Redding).
A vent'anni inizia a girare e ad esibirsi, soprattutto negli stati
del Sud, con la sua band, chiamata "Otis and The Shooters", fino a
quando nel 1962 raggiunge il suo primo successo discografico con la
struggente "These Arms of Mine", una ballad che lui stesso aveva
composto, cosa non frequente nell'ambiente soul. Lo stesso accadra'
con la famosissima "I've Been Lovin' You Too Long".
L'attivita' di Otis in quel periodo era concentrata soprattutto in
esibizioni dal vivo dove l'artista dava il meglio di se' e non tanto
come successi discografici cosa che, come capita spesso, avvenne
dopo la sua scomparsa.
Nei live era solito eseguire delle cover che spesso stravolgevano in
chiave soul il pezzo originale, come e' il caso di "Satisfaction"
degli Stones o di "Day Tripper" dei Beatles, cosa che
successivamente venne ripresa da Joe Cocker (si vedano "With A
Little Help From My Friends" oppure "Something" dei Beatles).
Il top della breve carriera di Otis avvenne al Monterey Pop Festival
del giugno del 1967, dove fu l'unico cantante r&b ad esibirsi e dove
esegui' una performance a dir poco trascinante.
Capace di alternare prestazioni frenetiche e coinvolgenti, con una
sezione di fiati strepitosa, era anche capace di esibirsi in pezzi
struggenti e malinconici ("Try a Little Tenderness" ne e' un
esempio).
Otis Redding non e' mai scomparso dalla scena musicale e rimane
insieme a James Brown, Wilson Pickett e la citata Aretha Franklin un
pilastro della musica soul.
Per chi volesse approfondire vale la pena vedere il film irlandese
del 1991 "The Commitments" dove vengono eseguiti diversi pezzi di
Otis, fra i quali spicca una bellissima versione di "Try a Little
Tenderness".
Claudio Santoro (Lecco)
ascolta in sottofondo
Otis Redding
- (Sittin' On) The Dock Of The Bay