11 maggio
1946: la
rinascita
del Teatro
alla Scala
nei
documenti e
nelle
fotografie
dell'Archivio
Storico |
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E' la sera dell'11
maggio 1946. Milano
porta ancora impressi i
segni del conflitto, le
macerie sono ovunque e
la gente si aggira quasi
un po' spaesata in
questa citta' che
stasera mettera' in
scena lo spettacolo
della rinascita. Il
Teatro alla Scala e'
quasi interamente
ricostruito - si sono
impegnati il governo
italiano e il Comune di
Milano con l'appoggio
del governo alleato -,
grazie anche al
provvidenziale
intervento del governo
tedesco che, durante
l'occupazione, ha fatto
montare una copertura
provvisoria che lo ha
protetto durante gli
ultimi due anni di
guerra.
In molti si assiepano
davanti all'ingresso del
Teatro alla Scala,
perche' e' qui che,
dalle note di Rossini,
Verdi, Boito, Puccini,
risorgeranno Milano, la
sua vita, la sua gente.
Altra folla si raduna in
piazza Duomo, dove
grandi altoparlanti
trasmetteranno in
diretta quello che e' il
concerto di
inaugurazione della
stagione scaligera e del
teatro stesso. Per tutti
gli altri sara' la radio
a portare musica nuova
nelle case, non solo dei
milanesi ma di tutti gli
italiani.
Toscanini, convinto a
tornare da oltreoceano
con l'invio di una
cartolina raffigurante
un tricolore senza
stemma sabaudo e con la
scritta "Vogliamo
Toscanini!", ha scelto
per il concerto un
programma dedicato ai
grandi operisti
italiani, che alterna il
dolore per gli eventi
passati alla forza della
ricostruzione. Inizia
con Rossini, la Sinfonia
della Gazza Ladra, il
Coro dell'Imeneo dal
Guglielmo Tell, le Danze
Soldatesche sempre dal
Guglielmo Tell, la
Preghiera dal Mose'. Poi
un tributo a Verdi,
maestro e amico: la
Sinfonia del Nabucco, la
Sinfonia dei Vespri
Siciliani, il Coro degli
Schiavi sempre del
Nabucco e il Te Deum.
Segue Puccini, con
l'Intermezzo dalla Manon
Lescaut e il Terzo Atto
sempre dalla stessa
opera. A chiudere Arrigo
Boito, con il Prologo
del Mefistofele.
E' un programma
popolare, cioe' per il
popolo, perche' deve
essere per tutti,
sinfonico-operistico,
con solisti, coro e
orchestra. Sul
palcoscenico si
alternano Mafalda Favero,
Tancredi Pasero,
Giovanni Malipiero,
Jolanda Giardino,
Mariano Stabile,
Giuseppe Nessi, Carlo
Forti. Tra loro anche la
debuttante Renata
Tebaldi, da questa sera
detta "voce d'angelo"
per la particolare
interpretazione del Te
Deum di Verdi.
L'atmosfera e' palpabile
gia' da giorni, tanto
che durante le prove del
concerto, molte persone
hanno atteso Toscanini
nei pressi del teatro
per tributargli
manifestazioni d'affetto
e ringraziamenti.
Eppure non e' una serata
di gala, ma una serata
dei milanesi, non c'e'
quindi l'obbligo
dell'abito da sera. Tra
gli spettatori i grandi
nomi dell'industria
lombarda, come Falck e
Borletti e il Presidente
del Consiglio Pietro
Nenni, che ha appena
tenuto un comizio in
piazza Duomo. Il
Presidente della
Repubblica non c'e'
ancora, manca
l'istituzione ma non la
certezza che la
repubblica ci sara'.
Viene spento il
monumentale lampadario e
la sagoma di Toscanini,
alla soglia degli
ottant'anni, si affaccia
al podio. Stringe una
bacchetta da direzione
con il manico tricolore,
scrosciano applausi,
sventolano fazzoletti.
Nel momento in cui si
volge verso l'orchestra
e alza la bacchetta
inizia la musica:
rinasce la Scala,
rinasce Milano.
Dalle carte dell'Archivio
Storico Intesa Sanpaolo
emergono i longevi
rapporti fra le nostre
banche e la Scala,
fin dall'anno 1902.
Tra i documenti di
rilievo conservati vi e'
una lettera autografa di
Toscanini all'allora
amministratore delegato
della Comit Giuseppe
Toeplitz, datata 16
maggio 1920: nella quale
Toscanini ringrazia la
banca per il sostegno di
ben 75.000 lire offerto
per la tourne'e della
Scala negli Stati Uniti
(definita la "tourne'e
del secolo"): "Ella ha
compreso giustamente -
scriveva Toscanini - la
grande importanza di
questa tourne'e
all'estero... e ne ha
apprezzato il suo alto
valore artistico,
conviviale e
patriottico".
Il 16 gennaio 1958 la
Scala ospito' una
commossa commemorazione
di Toscanini, a un anno
dalla scomparsa. Camillo
Giussani, allora
presidente della Comit,
ricordo' il fondamentale
ruolo del maestro nella
rinascita del Teatro, in
un appassionato
intervento di cui
l'Archivio conserva il
testo. L'amicizia fra
Toscanini e Giussani e'
testimoniata anche da
una fotografia del 1936,
scattata in occasione
del 50mo dal primo
concerto del grande
Maestro.
Infine nell'Archivio
Publifoto Intesa
Sanpaolo
si conservano alcune
bellissime fotografie
della prima del 1946,
oltre alle immagini del
Teatro danneggiato dai
bombardamenti.
N.d.R.: nella foto
inserita nel testo
Arturo Toscanini e
Camillo Giussani
ascolta in sottofondo
Arturo Toscanini - Andante