Intesa: Bazoli, una banca deve occuparsi della crescita dei territori in cui opera
un'intervista a Giovanni Bazoli

E' comparsa nei giorno scorsi sul Web (Borsa Italiana) un'intervista nella quale il novantenne Giovanni Bazoli sembrerebbe quasi scusarsi per il trattamento riservato alla Banca Commerciale Italiana 23 anni fa.
Come ricorderete, nel 1999 - grazie all'appoggio di Bankitalia e a un Cuccia indebolito - il Bav, che gia' aveva acquisito la Cattolica del Veneto e la Cariplo, sferrava un violento attacco alla Comit prevenendo quello di Unicredito il tutto si concretizzava in un'OPVS amichevole (a mio giudizio non troppo) che, grazie a un concambio azioni a mio giudizio troppo spostato sul c.d. "acquirente", consegnava il miglior istituto di credito italiano a Banca Intesa, allora proprietaria di Bav e Cariplo: rinnegando le proprie assicurazioni che il marchio Comit sarebbe rimasto nel gruppo in una banca corporate federata, pochi anni dopo Bazoli (sembrerebbe convinto dai consulenti che allora imperversavano nel sistema bancario) cambiava idea cancellava di fatto un'istituto con il quale non correva buon sangue e che in passato gli aveva dato qualche pensiero (si ricordi - fra l'altro - il tentativo di acquisire il 50.1% del BAV del 1994 al prezzo di 1730 miliardi).
Nel prendere atto delle scuse, tardive e mitigate pero' da un "forse"  che praticamente stona ne sminuisce il valore, dobbiamo fare alcune precisazioni:
- Bazoli si paragona a Raffaele Mattioli, a un uomo che ha proseguito la propria attivita' senza appoggi "religiosi" o "laici" e con una visione d'insieme unica, trasmessa ai suoi successori che l'hanno conservata sino agli ultimi anni della Comit, quando la Banca Commerciale Italiana era ancora quella dei tempi d'oro ma troppo debole nella "governance"; ammetto comunque che Mattioli avrebbe apprezzato la destinazione a museo di Palazzo Beltrami (ma non lo scempio di un ristorante stellato sul tetto....)
- l'affermazione "finche' saro' in vita l'insegna della Comit in piazza della Scala non deve venir meno" non mi sembrerebbe congeniale al fatto che - da voci che giravano nei primi anni 2000 agli alti livelli di Intesa - l'intenzione sarebbe stata quella di eliminare l'insegna stessa e solo un blocco delle "Belle Arti", che aveva riconosciuto alla scritta un'importanza  storica e culturale, avrebbe impedito di dar corso alla sua rimozione.
Comunque.... meglio tardi che mai: il pentimento di Bazoli rivaluta il nostro istituto, cessato prematuramente.
Di seguito riportiamo il testo dell'intervista).
piazzascala.it (A. Izeta)

Milano, 17 nov - "Occuparsi della cultura, della crescita della societa' civile nei territori in cui la banca opera, e' condizione perche' ci sia la possibilita' di una crescita della banca stessa. Questo, in termini molto sintetici, e' il senso con il quale io leggevo la generosita' di Mattioli. Non e' solo generosita', e' strategia da parte di una banca di occuparsi della crescita civile dei territori in cui opera". E' quanto ha detto Giovanni Bazoli, Presidente Emerito Intesa Sanpaolo, all'inaugurazione della mostra "Dai Medici ai Rothschild.
Mecenati, collezionisti, filantropi" alle Gallerie d'Italia a Milano. "Tornando di nuovo a Mattioli, di cui ho detto abbiamo ripreso l'eredita' dal punto di vista della missione che lui ha dato alla banca, mi preme aggiungere una cosa. In una conversazione pubblica io sono stato criticato per avere forse con parole un po' radicali parlato del momento in cui noi Intesa Sanpaolo abbiamo acquistato la Banca Commerciale Italiana con l'accordo di Cuccia. Successivamente in occasione di un ricordo di veterani della Comit mi e' scappato che quando l'abbiamo acquistata non era piu' la Banca Commerciale Italiana dei tempi d'oro. Forse ho esagerato nel dire che potevano esserci addirittura dei rischi per la sopravvivenza. Faccio ammenda se ho usato parole esagerate. Una cosa pero' la voglio dire. Dico solo che riprendevano a concepire la banca nel modo tradizionale che non era quello di Mattioli. Era venuto meno l'animo.
Perche' io ritengo che l'animo di una banca - non parlo solo di aspetti e implicazioni nell'ambito della cultura e dell'arte - sia nell'impegno, nel dovere che una banca deve avvertire - e che nella nostra costituzione trova anche dei riferimenti espliciti - di contribuire al progresso non solo economico ma civile del paese ed e' da questo punto di visto che mi permetto di dire che anche se e' stata assorbita da Intesa Sanpaolo, finche' saro' in vita l'insegna della Comit in piazza della Scala non deve venir meno. E mi permetto anche di dire che Mattioli avrebbe apprezzato che abbiamo raccolto della sua lezione una parte importate, e cioe' abbiamo trasformato i tre bellissimi edifici in musei e centri di raccolta di ordine artistico culturale e civile".

 

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