SAN PIETRO DI FELETTO (TV) 24 GIUGNO 2022
PAPA LUCIANI, IL VESCOVO GIOACCHINO MUCCIN, E MONS. LINO MOTTES

In una cornice di eccellenza che non si vede certo tutti i giorni, in provincia di Treviso, si staglia un paesetto, San Pietro di Feletto, una realta' geografico-storica che non tutti conoscono, ma nel quale si sta benissimo: tranquillita', distensione, panorama, cultura storica, viticoltura ed aria salubre sono gli ingredienti che lo plasmano, per certi versi fino ad invidiarlo.
In questo posto meraviglioso, presso l'antica Pieve, una Chiesa ultra millenaria, qualcuno parla addirittura che essa risalga al VII-VIII secolo, della quale una navata e' stata distrutta da un terremoto e successivamente rifatta recuperandone gli affreschi, Mons. Lino Mottes, Parroco di Zermen di Feltre, durante la ri-presentazione di un suo voluminoso libro a titolo "Il Vescovo Muccin, indimenticabile presenza", ha voluto ripercorrere un iter storico sulla figura del predetto Vescovo col quale ha condiviso, direttamente ed indirettamente anche con Papa Luciani, parecchi anni di apostolato a Belluno, Roma ed in alcuni paesi esteri.
Alla presenza del sindaco, Maria Assunta Rizzo e dell'assessore alla cultura, Claudia Meneghin, del Vescovo emerito di Belluno-Feltre, Mons. Giuseppe Andrich, nonche' di vari partecipanti provenienti da Feltre, Pordenone, Vittorio Veneto, Agordo ed ovviamente del luogo, l'incontro e' stato incentrato sulla figura del Vescovo Gioacchino Muccin, le cui vicissitudini sono gia' ascritte alla storia che, durante il suo apostolato, gli ha riservato vari eventi, nel bene e nel male, come il terribile disastro del Vajont, nel cui cimitero di Fortogna, ha voluto essere sepolto insieme con tutti i suoi fratelli, 1.917 vittime: in quell'occasione egli dovette lasciare il Concilio Vaticano II in atto per raggiungere subito Longarone ove si era consumata l'immane tragedia.
Ma ecco il discorso integrale fatto dall'autore del libro, Mons. Lino Mottes, di cui abbiamo parlato spesso e, mai abbastanza, anche su questo giornale:

San Pietro di Feletto, 24 giugno 2022
... dico anzitutto che questo incontro e', per me, motivo di immensa nostalgia e di commozione sincera. Sento quindi il dovere di ringraziare tutti coloro che sono i protagonisti e i responsabili, sentendomi onorato nel vedere qui il Vicario Generale del Vescovo di Vittorio Veneto, il sindaco di San Pietro di Feletto, Maria Assunta Rizzo, l'assessore alla cultura Claudia Meneghin, il mio vescovo emerito, Mons. Giuseppe Andrich e tutte le autorita'.
Dal mio diario di domenica 2 settembre 1975 leggo:
Mons. Muccin ha passato sedici anni in questo splendido luogo ove ha avuto modo di dimostrare la sua umilta', il suo desiderio di servizio e di collaborazione, con la discrezione che sempre e' stata una caratteristica della sua vita. Qui ha passato gli ultimi anni della sua vita di Vescovo, ma gli altri 25? (1949-1975) passati a Belluno e a Feltre? I suoi 41 anni di episcopato si traducono in tre fasi molto importanti:
Muccin: Vescovo del Concilio Vaticano II (1962-1965)
Muccin: Vescovo del Vajont (ottobre 1963)
Muccin: Vescovo inseparabile da (o di) Papa Luciani

Si tratta di tre momenti storici che sembrano facili, scorrevoli... ma che hanno un contenuto incredibilmente impegnativo e complesso.
Primo periodo: Muccin Vescovo del Concilio Vaticano II (1962-1965)
Se ne parla poco e qualcuno forse ignora addirittura l'evento. Aveva ragione Giovanni Paolo II quando definiva il secolo scorso "un secolo difficile e senza memoria". Il Concilio Vaticano II e' stato un avvenimento importantissimo a livello mondiale. E' incredibile il tempo di attesa e di speranza, la preparazione e lo svolgimento. Ricordo come la notizia arrivo' alla sera del 25 gennaio 1958 dalla Basilica di S. Paolo fuori le Mura a Roma, improvvisa ed incredibile: "la Chiesa si radunera' in Concilio".
Tutti pensavano di trovarsi davanti ad una Chiesa che usciva dalle persecuzioni dei totalitarismi di Hitler, di Stalin, di Mao e del fascismo...  ma il Concilio ha fatto intravvedere la complessita' del momento. Erano passati quattro secoli dal Concilio di Trento...  e circa un secolo su un Concilio (il Vaticano I) che non si sapeva se doveva dichiararsi "concluso" o "ancora aperto".
Alle spalle: una guerra mondiale conclusasi con il lancio della prima bomba atomica della storia (Hiroshima agosto 1945). La rivoluzione di Cuba (in realta': la rivoluzione di tutta l'America Latina)...  La figura di Che Guevara che appariva su manifesti di tutto il mondo. La rivoluzione velocissima dei mass-media. Anche nella Chiesa di facevano avanti nuove rivoluzioni (es. nella teologia della liberazione... ). Erano alle porte le grandi contestazioni Marcusiane... che, in verita' non hanno interessato solo la chiesa ma la scuola, la famiglia, le istituzioni portanti di tutta la societa'.
Eravamo sotto l'incubo della prima bomba atomica, del muro di Berlino, delle guerre di Cuba, del Vietnam, della Corea.
Muccin, in questo momento di incertezza e di preparazione, e' stato vicinissimo al giovane Vescovo di Vittorio Veneto, Albino Luciani. Ha accettato di visitare gli emigranti, di avvicinare le chiese di Germania, Olanda, Belgio, Danimarca. Ha cercato di seguire con interesse collaborativo la scuola, bisognerebbe vedere quante volte ed in quanti modi Luciani, in quel momento, ha parlato della scuola a partire da quella dell'infanzia fino alla scuola universitaria.
Si era concluso a Belluno un congresso catechistico, preparato egregiamente dal direttore dell'ufficio catechistico di Belluno: Albino Luciani.
Secondo periodo: Muccin Vescovo del Vajont (ottobre 1963)
Sono passati 59 anni da quell'indimenticabile 9 ottobre 1963
"...  ascendit mors per fenestras nostras, ingressa est domus nostras"
La morte e' entrata improvvisa, di notte, per le finestre...  a dirlo si sta poco, ma quando pensi a quei giorni! Muccin lascia immediatamente il Concilio per essere in mezzo alla sua gente. Gente che veniva in Vescovado a piangere... che aveva perso fino a 40 persone tra familiari stretti e parenti. Molti erano irriconoscibili... il Parroco, il Cappellano, il sagrestano, le suore, la Chiesa madre, Pirago... il paese smantellato e cancellato.
Come dimenticare la notte di Natale 1963 a Longarone? Sotto una bufera di neve, in una cappella di legno. Muccin con le lacrime agli occhi, metteva accanto al Bambino di Betlemme i 300 bambini innocenti periti nella tragedia. Sul Vajont si sono scritte molte cose... quasi una biblioteca... ma quante dimenticanze, ma quante omissioni!
Ma un giorno vedremo la biblioteca di Dio nella quale saranno state fatte molte aggiunte e molte correzioni.
Luciani gli e' stato fraternamente vicino, sin dal primo giorno!
E poi: la conclusione del Concilio... le incertezze, la revisione dei confini delle Diocesi... a Feltre, a Belluno, a Livinallongo, a Cortina d'Ampezzo e anche a Vittorio Veneto. Quante tensioni!
Terzo periodo: Muccin Vescovo inseparabile da (o di) un Papa
Tutto, oggi, sembra quasi logico, scontato. Ma chi poteva pensare che da Belluno, da Forno di Canale, da una famiglia di migranti, da un padre socialista... potesse venire un Vescovo, un Patriarca, un Cardinale, un Papa?
Oggi si e' avuta una svolta copernicana anche nella Chiesa... ma allora?
E chi ha seguito con pazienza, con convinzione, con tenacia questa avventura?
Lo si potra' capire leggendo questa "presentazione fatta da Muccin all'universita' urbaniana. Non ci sono voli pindarici, esaltazioni scontate...  C'e' la vera storia accompagnata dalla "fantasia dello spirito santo" e dalla riflessione onesta ed intelligente di un vero "pastore-maestro".
Vorrei far notare, come riflessione importante, che l'Episcopato di Luciani non e' stato un Episcopato facile ne' a Vittorio Veneto, ne' a Venezia in quel periodo! Con i referendum sul divorzio, sull'aborto...  Io vi invito a leggere il libretto che vi ho portato in omaggio (vedi foto della copertina). Muccin, dopo la morte cosi' improvvisa del suo grande amico, Papa Luciani, mentre era qui a San Pietro, fu invitato ad andare a Roma, all'universita' Urbaniana per commemorarlo. Il suo intervento fu lodato a livello internazionale. In quelle pagine si vede veramente come questi due uomini eccezionali si sono compresi nella profondita' del pensiero e dell'anima.
E questa meditazione cosi' importante, Muccin l'ha concepita proprio qui, all'ombra dell'Antica Pieve di San Pietro di Feletto.
Qui a San Pietro, Muccin e' stato "Vescovo Emerito, Collaboratore, Parroco, Cappellano, scrittore... " qui ha preso la sua decisione di andare a riposare nel cimitero delle Vittime del Vajont per sempre.
"Caro Vescovo Muccin, quando penso a queste cose mi sento il cuore pieno di gioia per gli anni vissuti insieme e, nello stesso tempo provo una immensa nostalgia: mi sento "morire dentro".
Da parte dello scrivente non e' possibile esimersi dal profondo interesse che altrettanto profonde sensazioni hanno destato anche nel pubblico presente. Si e' trattato infatti di argomentazioni di elevato spessore laico-religioso che non possono certo cadere nell'oblio della storia. Esse infatti resteranno e verranno alimentate da quello stesso spirito che il Vescovo Muccin ha saputo iniettare nelle nostre realta'. E l'anima, che e' stata definita uno strumento immortale, costituira' certamente un "memento homo" per rendere per sempre reviviscenti ed attuali i propositi in direzione della fraterna e mutua convivenza della quale, come non mai, se ne avverte l'assoluto ed urgente bisogno.

Arnaldo De Porti (Feltre/Belluno)

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