rubrica musicale
di
Claudio Santoro
Crooner a chi?
Chiariamolo subito: crooner non e' una parolaccia, ma e' la
definizione di un cantante che, in modo suadente e vellutato,
possibilmente con un bicchiere di whiskey in mano, sigaretta pendula
dalle tumide labbra (quando si poteva farlo) e sguardo assassino,
porge la canzone al pubblico, in maggior parte femminile.
Il termine letterale significa "canticchiatore", ma e' sicuramente un
po' riduttivo e non rende onore alla schiera di artisti del genere.
Stiamo parlando di gente del calibro di Frank Sinatra, Dean Martin, Bing Crosby, Perry Como, Nat King Cole e Tony Bennet, mica roba da
poco.
Mi direte, si', vabbe', ma e' tutta roba vecchia ed in parte e' cosi',
dato che il rock and roll dei primi anni "50 e poi il dissacrante
Elvis, spostando l'asse del mercato musicale sui teen ager , fecero
piazza pulita di questi signori in giacca e cravatta (se del caso
allentata) che spopolavano al tempo; anche se gia' con Frank Sinatra,
nella seconda meta' degli anni "40, forse per esorcizzare la guerra
mondiale appena conclusa, si erano visti i primi episodi di isteria
collettiva giovanile che poi esplosero definitivamente con Elvis
Presley e i Beatles.
Rimanendo nel preistorico in Italia si sono contraddistinti come
crooner i vari Johnny Dorelli, Nicola Arigliano, dalle venature
sempre piu' jazzistiche, oppure Fred Bongusto e Bruno Martino che con
le loro esecuzioni da "night club" e la loro voce morbida e
vellutata si dice che abbiano contribuito in modo non indifferente
all'esplosione demografica degli anni "60. Anche questi vennero
messi in difficolta' dagli "urlatori" che, sull'onda di oltre oceano,
si proponevano in modo piu' aggressivo; si pensi ad Adriano
Celentano, Tony Dallara e ai primi Gaber e Jannacci.
Ma in realta' questo genere musicale non e' mai morto, adattandosi
alle nuove sonorita' e proponendo nuovi artisti, anche di grande
successo.
Qualche esempio? Il canadese Michael Meuble', oppure il siciliano
Mario Biondi che spesso canta in inglese, considerato che la lingua
si presta meglio dell'italiano a sussurrare e a porgere la canzone
possono essere catalogati come crooner anche se le sonorita' dei loro
pezzi sono moderne e non certo equiparabili a quelle sdolcinate e
mielose degli anni "60 di un Pat Boone.
Forse il genere non morira' mai, dato che da sempre la musica ha
svolto il ruolo di paraninfo per diverse generazione nel passato e
nel futuro e, per creare l'atmosfera giusta, una canzone giusta
funziona sempre!
Claudio Santoro (Lecco)
ascolta in sottofondo
Frank Sinatra - Fly Me To The Moon