rubrica musicale di
Claudio Santoro

The Rolling Stones: le pietre che rotolano nella musica

E' meglio fare come Lucio Battisti, Mina o Greta Garbo, ovvero arrivati ad un certo punto della propria carriera artistica decidere di autolimitarsi e sparire dalle scene, oppure caracollare sul palco evidenziando i segni del logorio anagrafico e artistico?
Mi sono posto questa domanda quando ho deciso di scrivere dei Rolling Stones.
Nati negli stessi anni dei Beatles, a differenza di questi ultimi che non vollero piu' esibirsi dal vivo fino alla decisione dello scioglimento della band, gli Stones hanno continuato e continuano ad esibirsi sul palco, cambiando anche formazione nel corso dei decenni.
Il primo cambio e' del 1968 con l'abbandono del gruppo da parte del chitarrista Brian Jones, a seguito di dissidi interni (non ultima una questione di donne con Keith Richards); Jones morira' poco dopo, annegato nella piscina della sua villa, una morte ancor oggi con aspetti non chiariti del tutto.
Gli subentra Mick Taylor e cosi' la formazione raggiunge una stabilita' che durera' nel tempo: Charlie Watts alla batteria, Mick Taylor e Keith Richards alle chitarre, Bill Wyman al basso e Mick Jagger come vulcanico frontman.
I cinque, per lo piu' figli della working class inglese, decidono di chiamarsi The Rolling Stones (vale a dire vagabondi) dal titolo di una canzone del bluesman Muddy Waters (nulla a che vedere con "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan) e agli inizi denotano una forte venatura di blues bianco, con uno stile sporco e aggressivo, che vuole differenziarsi da quello lindo ed elegante dei Beatles, ripuliti e messi in ghingheri dallo storico manager Brian Epstein.
La fama cosmica arriva nel 1965 con "Satisfaction", dal riff di chitarra facile ma accattivante a cui fanno seguito estenuanti tourne'es, caratterizzate da uno stile di vita sregolato e segnato da un uso smodato di alcol e droghe, cose che procureranno loro anche non pochi guai giudiziari.
Gli anni '70 proseguono con numerosi hits e nel 1974 si registra un altro cambio con l'uscita del timido Mick Taylor e l'ingresso di Ron Wood. Il decennio successivo segna una stanchezza creativa del gruppo con dissidi interni, in particolare fra i due leader Jagger e Richards che iniziano a produrre lavori per conto proprio.
Ma il marchio degli Stones continua a funzionare in modo egregio e i concerti dal vivo sono sempre affollatissimi, fra i quali spicca quello gratuito del 2016 tenutosi a Cuba con una platea di mezzo milione di persone.
La qualita' risente dell'invecchiamento e mentre Mick Jagger (in barba ai suoi 77 anni) zompetta ancora sul palco, gli assolo di Keith Richards iniziano a risentire degli anni, mentre un defibrillatore e' pronto nel back stage dopo l'infarto del batterista Charlie Watts.
Ma quando uno nasce come "pietra rotolante", non puo' far altro che rotolare, almeno fino a che ne ha.


Claudio Santoro (Lecco)

ascolta in sottofondo
The Rolling Stones - (I Can t Get No) Satisfaction