M IL FIGLIO DEL SECOLO
Uno spettacolo di Massimo Popolizio
Dal libro di Antonio Scurati

Premetto che non ho letto il libro di Scurati, un po' perche' spaventato dalle dimensioni ma anche perche' ritengo di conoscere a sufficienza la storia del Novecento. Sono quindi andato a vedere lo spettacolo con curiosita', ma anche con un certo scetticismo di fondo sulla possibilita' che si possa fare teatro mettendo in scena un racconto cosi' complesso e articolato.
Mi sbagliavo e ne sono stato felice. Non per nulla il nostro e' il Paese di Fellini e di Ronconi. Entrambi, nella loro diversita', sono dei geni nel raccontare ed i germi del loro insegnamento sono stati talora raccolti in modo proficuo, come in questo caso da Massimo Popolizio. D'altronde, nella vicenda del fascismo e soprattutto della sua nascita, non mancano personaggi da commedia, da dramma e da farsa, anche se il tutto, alla fine, sfocera' nella tragedia. Su queste figure si dipanano le scene dello spettacolo, in una sequenza fatta di singoli episodi che pero' hanno una coerente sequenza per tracciare la storia in modo sufficientemente fedele, partendo sempre dal fatto che stiamo parlando di un romanzo. Compaiono percio' sulla scena, accanto ad un Mussolini che non rassomiglia per niente all'originale, in modo da non sfiorare la parodia, la musa Margherita Sarfatti, il vate D'Annunzio, il bellicoso Italo Balbo, il cornuto Cesare Sarfatti, il tonante Bombacci, il futurista Marinetti, l'idealista Matteotti con la tenera consorte, il truce Dumini con la sua squadraccia, oltre a tanti personaggi che costituiscono il coro della rappresentazione.
Del Mussolini di questa fase della storia, che va dalla fine della grande guerra all'assassinio di Matteotti con la successiva presa definitiva del potere da parte del fascismo, si coglie soprattutto l'abilita' nel parlare alla pancia della gente, tipica di quello che in tempi a noi piu' prossimi, e senza voler fare incongrui paragoni, viene definito populismo. Da questo punto di vista la sceneggiatura e' estremamente efficace, senza essere didascalica e senza cercare aspetti comici che sarebbero fuori luogo nella narrazione.
Spettacolo lungo (tre ore compreso l'intervallo) che scorre rapidamente senza fare minimamente calare l'interesse. Se ne avrete l'occasione, non perdetelo.
Filippo Vasta

Al Piccolo Teatro - Teatro Strehler - Milano
Sino al 26 febbraio 2022

 

ascolta in sottofondo Beniamino Gigli - Giovinezza
(inserita solo per illustrare l'articolo: piazzascala.it aborre ogni forma di fascismo, antica o nuova)

 

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