E FINIRA' CHE CI STANCHIAMO TUTTI... DI QUESTO MODO DI
VIVERE
di Arnaldo De Porti
Che
una insoddisfazione generale regni sovrana nel nostro
attuale-recente modo di vivere, e cio' anche in presenza di mezzi,
appare quanto mai evidente. Che la politica, unitamente alla
pandemia, abbiano entrambe contribuito a questa situazione e'
altrettanto evidente, il guaio e' che, almeno secondo il pensiero
generale, sembra non esserci un antidoto, nel breve-medio termine,
in grado di riportare le varie societa' al ripristino di un sistema
esistenziale, quanto meno fisiologico, per poter proseguire in
direzione della normalita'.
Incontrare una persona che si professi felice costituisce oggi mera
utopia, non solo, ma essa corre anche il rischio di essere
etichettata, oserei dire, come disturbata psichica in mezzo ad una
maggioranza che invece professa oggettivamente tutto il contrario.
Proprio ieri, parlando con un prelato di grande spessore apostolico,
mi e' stato insegnato che questa umanita' soffre di un unico dolore
che si ramifica in tre aspetti: uno di natura prettamente fisica,
l'altro morale ed il terzo di natura spirituale.
Nel diversificare la natura di questo dolore, il passo e' stato
molto breve per arrivare a quell'insoddisfazione di cui ho fatto
cenno all'inizio a cui si aggiunge quell'indifferenza sociale sui
cui anche il Papa spesse volte si pronuncia nelle sue omelie
Ed allora, si potra' proseguire su questa strada magari accettando
quello che verra' fino all'esaurimento delle risorse umane, oppure
converra' ritrovare un percorso che, in qualche modo, a suo tempo ci
gratificava sul nostro operato, esattamente al contrario di quanto
sta succedendo oggi, ove tutto sembra essere un non- senso che si
cerca di debellare con la fruizione immediata del denaro per trarne
soddisfazione nell'immediatezza stante il fatto che del "diman non
v'e' certezza" come recitava il poeta, perseguendo cosi' una
effimera e labile soddisfazione che deprime il rapporto umano, il
futuro e, persino l'appartenenza ad un qualcosa su cui far ricorso
per sentirsi uniti, anche in considerazione del fatto che l'uomo e'
nato per vivere socievolmente.
La strada e' tutta in salita e, difficilmente, potremo a breve
camminare sul piano in quanto, un progresso sfrenato slegato
dall'anima, ha consolidato un sistema tutt'altro che facile da
smantellare, sul quale a mio mondo di sentire, solo un evento di
natura per ora solo imponderabile, potrebbe far scuotere i cervelli
per far capire che la vita e' altra cosa, non essendo bastato
neanche il Covid... per far capire maggiormente.
Oggi, la societa' moderna non vive, ma vegeta sulla scia di quanto
si presenta il minuto dopo, realta' questa che certamente non potra'
continuare in eterno e che richiede con urgenza un cambio di rotta
epocale, nella quale il profitto a tutti i costi da conseguire sulla
pelle di tutti, dia spazio al buon senso richiesto dai parametri
della vita, intesa nella sua vera accezione.
Ormai la vita e' connotata da stanchezza, sopportazione,
prevaricazione dell'uno sull'altro, non dimenticando che esiste la
fame in mezzo a tanti sprechi ed imbrogli, realta' su cui e' davvero
difficile che anche i nostri ritmi fisiologici possano ulteriormente
accettare.
Detto questo, dovremmo prendere atto da oggi che il mondo e'
cambiato da ieri e che sicuramente non saremo preparati ad
affrontare questo cambiamento in quanto non ne sono prevedibili gli
sviluppi. Anche la guerra in atto in Ucraina potrebbe riservare
delle sorprese in funzione della pazzia che ha preso il posto della
ragione. Potrebbe anche essere, speriamo di no, che non si possa
piu' ragionare !
ARNALDO DE PORTI
Belluno Feltre
ascolta in sottofondo Chopin -
Tristesse