Miniera, una
parola dalle connotazioni, oserei dire,
assolutamente diverse da qualsiasi contesto
sociale, politico e, per certi versi, anche
religioso.
Chi e' l'operatore principale di questo
particolare contesto ?
Si tratta di un essere umano al pari di
tutti noi, ma con la sola grande ed unica
differenza nelle motivazioni che lo hanno
indotto ad una tale scelta di lavoro che,
pare strano anche a definire, non si puo'
certo annoverare nell'ambito delle normali
professioni.
Conosco in qualche modo il mondo della
miniera nella mia veste di componente
dell'A.I.E.M, Associazione Italiana Minatori
con sede a Fratta di Caneva di Sacile (PN),
retta dall'Avv. Barbara Martinuzzo e, devo
dire che, da quando faccio parte di questa "storica"
realta', non mi sento di mancare agli
incontri, anche fuori sede A.I.E.M :
esattamente come ho fatto sabato scorso, 19
gennaio 2019 a San Gregorio nelle Alpi, in
provincia di Belluno, ove il Comune di San
Gregorio, in collaborazione con
l'Associazione Bellunesi nel Mondo, retta
dall'arch. Oscar De Bona, si e' dato
riviviscenza ad un mondo, quello appunto
della miniera, forse inimmaginabile da parte
dei piu', in particolare dalle giovani
generazioni "informatiche" che, al piu'
delle volte, pensano (non esclusi i miei
nipoti) che con un semplice clic arrivi il
pane a casa.
Anzitutto, in questa occasione, si e' voluto
ricordare alle nuove generazioni, il
sacrificio di chi ci ha preceduto lavorando
in miniera, celebrando il mezzo secolo del "Viale
delle Lampade Spente", un "memento homo"
volto a ricordare quando a San Gregorio
nelle Alpi la vita media si fermava a soli
45 anni, quando su 1500 abitanti c'erano 170
invalidi ed altrettanti caduti nel lavoro,
quando insomma, se non si voleva morire per
fame, era necessario "rischiare di vivere"
nelle viscere della terra nella speranza -
come si auguravano i minatori prima di
scendere anche oltre i 1000 metri - di "tornare
nuovamente a giorno".
Non bastano libri per ricordare questo
triste passato per cui raccontero' in
seguito sulla stampa, corredando il tutto da
foto, quanto ho appreso dalla viva voce di
qualche superstite, realta' che, facendo una
similitudine fra le lampade spente di cui a
titolo con due lampade accese, a ricordo del
mondo della miniera, portate in processione
da due superstiti (uno in carrozzella)
durante il mio ultimo incontro a Fratta di
Caneva di Sacile, alla presenza di autorita'
civili, religiose, politiche, come lo e'
stato anche per San Gregorio nelle Alpi, ove
- a detta anche dal Vice-Presidente ABM,
Rino Budel - la grande partecipazione e'
stata al di fuori di ogni immaginazione.
Il prof. Daniele Gazzi, coinvolgendo le
scuole, ma anche noi "grandi" ha parlato in
maniera perfetta ed esaustiva delle malattie
riconducibili al lavoro in miniera, come la
silicosi, mentre in serata, l'incontro e'
stato chiuso da uno spettacolo teatrale
offerto dalla compagnia " I fuori di quinta
" che, alternando parentesi ilari a
situazioni drammatiche riconducibili alle
malattie causate dalla silicosi, ha destato
altissima attenzione ed assoluto
apprezzamento.
Arnaldo De Porti
SAN GREGORIO DELLE ALPI CON IL SUO VIALE DELLE LAMPADE SPENTE
By Arnaldo De Porti - Feltre