L'ECCIDIO DI STRA'

di Giacomo Morandi (Rivergaro)
 

Come tutte le discussioni e le interpretazioni che via via emergono sul periodo storico riguardante
la Seconda Guerra Mondiale, il Fascismo e la Resistenza, mi ha interessato il recente convegno tenuto a Palazzo Galli su iniziativa della Banca di Piacenza, riguardante i fatti dell'agosto 1944 a Stra' in Val Tidone, dove i nazifascisti massacrarono nove abitanti di quel paese, fra i quali alcuni bambini.
Di quel fatto ho un ancor lucido ricordo, essendo io allora in eta' adolescenziale, a contatto con diverse formazioni partigiane delle valli piacentine. La strage fu subito risaputa dalla popolazione e fu allora associata alla battaglia di Rocca d'Olgisio fra le forze tedesche e fasciste attaccanti e nuclei partigiani in difesa delle loro posizioni. Questi ultimi ebbero notoriamente la meglio e l'attacco sostanzialmente falli'.
Per questo motivo la strage fu generalmente attribuita alla solita rappresaglia verso le innocenti popolazioni come era normale costume dei rastrellatori nazifascisti in tante altre parti d'Italia e vi furono casi anche nella nostra provincia e in quelle limitrofe, oltre a incendi di case e interi paesi.
Io non sono un ricercatore e non ho certamente consultato archivi militari. Mi limito a leggere e studiare i lavori altrui oltre a ricordi personali e a quanto mi e' stato raccontato in questi anni da amici testimoni dei fatti, fra i quali prezioso fu il racconto dell'amico Comandante Muro che mi disse di essere giunto sul posto poche ore dopo la strage. Non posso quindi confutare in pieno gli argomenti di chi lo ha fatto, anche se certe conclusioni mi lasciano un po' perplesso e mi restano molti dubbi sulla veridicita' dei documenti militari di parte e di certe testimonianze..
Non mi convince ad esempio l'interpretazione che la rappresaglia fu dovuta all'uccisione di un sottufficiale tedesco da parte di un partigiano vestito da donna e che si trattasse addirittura del famoso Ballonaio, che ho conosciuto di persona quando fisso' la sua base, per breve tempo, in localita' Sbasindaco, vicino a Pomaro. Lazzetti era effettivamente una persona estroversa e, diciamo pure, creativa ma, sinceramente, non lo vedo travestito da donnetta di campagna. Anche il fatto dell'uccisione del soldato tedesco nei giorni dello scontro di Rocca d'Olgisio da un partigiano non partecipante alla battaglia non mi convince.
Resta pero', in tutta la sua bestiale gravita', l'uccisione di abitanti estranei alle ostilita' in corso nella vallata e, sinceramente, non saprei come chiamarla se non la continua pratica tedesca di rappresaglia,
ordinata da Hitler in tutti i paesi occupati e attuata dalle truppe tedesche, di elite o meno e anzi in maggior misura da quelle cosiddette di elite, come le SS e, in Italia, su ordini diretti del Maresciallo Kesselring.

N.d.A.: Nel 1944 i tedeschi e i fascisti, impegnati in uno scontro a fuoco con una brigata partigiana asserragliata in un vecchio castello della Val Tidone (prov. di Piacenza) uccisero nove civili (donne e bambini) alcuni chilometri a valle. Dopo tanto tempo si discute ancora su quei fatti,.da parte di presunti storici, sugli autori della strage (SS, Wehrmacht, Brigate Nere ecc.).