Come
tutte le discussioni e le interpretazioni
che via via emergono sul periodo storico
riguardante
la Seconda Guerra Mondiale, il Fascismo e la
Resistenza, mi ha interessato il recente
convegno tenuto a Palazzo Galli su
iniziativa della Banca di Piacenza,
riguardante i fatti dell'agosto 1944 a Stra'
in Val Tidone, dove i nazifascisti
massacrarono nove abitanti di quel paese,
fra i quali alcuni bambini.
Di quel fatto ho un ancor lucido ricordo,
essendo io allora in eta' adolescenziale, a
contatto con diverse formazioni partigiane
delle valli piacentine. La strage fu subito
risaputa dalla popolazione e fu allora
associata alla battaglia di Rocca d'Olgisio
fra le forze tedesche e fasciste attaccanti
e nuclei partigiani in difesa delle loro
posizioni. Questi ultimi ebbero notoriamente
la meglio e l'attacco sostanzialmente falli'.
Per questo motivo la strage fu generalmente
attribuita alla solita rappresaglia verso le
innocenti popolazioni come era normale
costume dei rastrellatori nazifascisti in
tante altre parti d'Italia e vi furono casi
anche nella nostra provincia e in quelle
limitrofe, oltre a incendi di case e interi
paesi.
Io non sono un ricercatore e non ho
certamente consultato archivi militari. Mi
limito a leggere e studiare i lavori altrui
oltre a ricordi personali e a quanto mi e'
stato raccontato in questi anni da amici
testimoni dei fatti, fra i quali prezioso fu
il racconto dell'amico Comandante Muro che
mi disse di essere giunto sul posto poche
ore dopo la strage. Non posso quindi
confutare in pieno gli argomenti di chi lo
ha fatto, anche se certe conclusioni mi
lasciano un po' perplesso e mi restano molti
dubbi sulla veridicita' dei documenti
militari di parte e di certe testimonianze..
Non mi convince ad esempio l'interpretazione
che la rappresaglia fu dovuta all'uccisione
di un sottufficiale tedesco da parte di un
partigiano vestito da donna e che si
trattasse addirittura del famoso Ballonaio,
che ho conosciuto di persona quando fisso'
la sua base, per breve tempo, in localita'
Sbasindaco, vicino a Pomaro. Lazzetti era
effettivamente una persona estroversa e,
diciamo pure, creativa ma, sinceramente, non
lo vedo travestito da donnetta di campagna.
Anche il fatto dell'uccisione del soldato
tedesco nei giorni dello scontro di Rocca
d'Olgisio da un partigiano non partecipante
alla battaglia non mi convince.
Resta pero', in tutta la sua bestiale
gravita', l'uccisione di abitanti estranei
alle ostilita' in corso nella vallata e,
sinceramente, non saprei come chiamarla se
non la continua pratica tedesca di
rappresaglia,
ordinata da Hitler in tutti i paesi occupati
e attuata dalle truppe tedesche, di elite o
meno e anzi in maggior misura da quelle
cosiddette di elite, come le SS e, in
Italia, su ordini diretti del Maresciallo
Kesselring.
N.d.A.: Nel 1944 i tedeschi e i fascisti, impegnati in uno scontro a fuoco con una brigata partigiana asserragliata in un vecchio castello della Val Tidone (prov. di Piacenza) uccisero nove civili (donne e bambini) alcuni chilometri a valle. Dopo tanto tempo si discute ancora su quei fatti,.da parte di presunti storici, sugli autori della strage (SS, Wehrmacht, Brigate Nere ecc.).