Il 3 aprile scorso, come da tradizione, e' stata celebrata presso la Cattedrale di Belluno, una Santa Messa per le Forze Armate, presieduta dal Vescovo di Belluno-Feltre, Mons. Renato Marangoni. Presenti le massime autorita' della provincia.
Dal numero dei partecipanti, invero moltissimi, come da foto che seguono, si evince come questa cerimonia annuale sia sempre particolarmente sentita non soltanto da parte dei vari esponenti delle Forze Armate, Carabinieri, Forestale, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Alpini, Polizia di Stato e Municipale, ma anche dagli stessi cittadini che ieri hanno riempito il Duomo di Belluno.
S.E. il Vescovo di Belluno - Feltre ha tenuto una toccante omelia nel corso della quale sono stati sottolineati i meriti delle Forze Armate che, spesso anche a rischio della vita, si adoperano con coraggio e determinazione nell'interesse delle varie comunita'.
Sull'altar maggiore della Chiesa erano schierati i vari corpi militari, immobili come statue, la cui disposizione offriva un quadro bellissimo anche sotto l'aspetto coreografico, oltre che di compostezza in funzione del luogo sacro.
Vorrei, al di la della cerimonia religiosa che, come sempre, investe i piu' alti valori dell'uomo, esprimere una sensazione personale scaturita da questa celebrazione.
Mentre osservavo il quadro d'insieme delle tante persone serie presenti, in primis i militari costretti spesso a spendere anche la loro vita per il bene comune, ho provato ad immaginare come sia ancora possibile concepire una realta' sociale che mette anche oggi sempre piu' paura, stante la sua perenne incapacita' di intavolare un dialogo di serenita', di benessere e di concordia sociale con tutti. Esattamente come vorrebbe una qualsiasi persona normale e di buon senso. Purtroppo la risposta non ha tardato a venire se e' ben vero, come in effetti e', che se mancasse l'intermediazione evangelico-religiosa e quella delle forze armate, il dialogo interpersonale, ma anche inter-istituzionale, il mondo faticherebbe a trovare un necessario assetto in direzione di un cammino che, come stiamo constatando ogni giorno, deve essere spianato di volta in volta per poter proseguire.
Parole queste che, in commistione con quelle dell'omelia del Vescovo, forse continueranno ad alimentare si' la speranza, senza pero' eliminare la tristezza di una realta' che, volendo, potrebbe paradossalmente coniugare benessere e serenita' all'interno delle nostre famiglie, dei nostri paesi, e delle stesse Istituzioni che, lasciatemelo dire, avrebbero urgente bisogno di un discreto... maquillage.

Arnaldo De Porti
 


 


 

 

 

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