XXII EDIZIONE DEL PREMIO "PELMO D'ORO" A
CHIES D'ALPAGO, FRAZ. DI SAN MARTINO, (Belluno)
Oggi,
27 luglio 2019, come ogni anno, sotto il
Patrocinio della Regione del Veneto, della
Provincia di Belluno, del Comune di Chies
d'Alpago ed altre importanti Istituzioni
civili, militari e religiose, ha avuto luogo
la ventiduesima edizione del premio "Pelmo
d'Oro", realta' di elevato spessore sociale
ed umano che si prefigge da sempre di
valorizzare la cultura alpina delle dolomiti
bellunesi, essendo finalizzata al
riconoscimento dei particolari meriti
acquisiti da persone fisiche, da enti
pubblici e privati, da associazioni e
sodalizi nell'ambito dell'alpinismo e della
solidarieta' alpina, della tutela e
valorizzazione dell'ambiente e delle risorse
montane e della conoscenza e promozione
della cultura, della storia delle tradizioni
delle comunita' bellunesi.
Senza mezzi termini, dico subito che anche
questa edizione ha raggiunto il top del
successo, sia in termini
organizzativo-coreografici che per la
partecipazione di personaggi di alto profilo,
che hanno operato a livello mondiale e che,
con i loro interventi, hanno tenuto il folto
pubblico con il fiato sospeso, in preda a
forti emozioni.
E' pertanto difficile dare conto delle
molteplici sfaccettature che hanno
caratterizzato questa giornata stante la sua
articolazione che ha visto esponenti legati
al mondo della montagna, nonche' molti
artefici di scalate fra le piu' difficili al
mondo, a cui sono stati assegnati il premio
"Pelmo d'Oro", quale riconoscimento per le
loro storiche imprese.
Televisione, mass-media in generale, hanno
gia' reso subito di pubblico dominio cio'
che e' successo durante questo storico
evento per cui, in questa sede, ritengo
opportuno - in aggiunta alle tante foto che
parlano da sole - di interpretare e
sviluppare, uno per tutti, gli interventi di
coloro che sono stati premiati, con relative
motivazioni, esattamente come sono state
riportate durante la consegna dei premi :
Premio "Pelmo d'Oro" 2019 per l'alpinismo in
attivita' a Stefano Santomaso
Alpinista agordino tra i piu'
rappresentativi degli ultimi trent'anni,
accademico del Cai, Stefano Santomaso ha
saputo cogliere nella maniera piu' pura il
testimone di quell'alpinismo classico e di
ricerca che da sempre ha caratterizzato
l'alpinismo della sua valle. Le oltre
centotrenta vie nuove, molte delle quali di
elevata difficolta' e le numerose prime
ripetizioni e prime invernali da lui
effettuate nei gruppi della Civetta, Moiazza,
San Sebastiano-Tamer, Pale di San Lucano,
Agner e Monti del Sole sottolineano il
profondo legame con le montagne Agordine,
manifestato anche nella pubblicazione di due
guide alpinistiche sul gruppo della Moiazza.
Premio "Pelmo d'Oro" 2019 per la carriera
alpinistica a Lorenzo Lorenzi
Nella figura di Lorenzo Lorenzi si
concentrano piu' eccellenze: rocciatore di
punta in Dolomiti, esploratore ed alpinista
nei 5 continenti, organizzatore e innovatore
nel soccorso alpino, vitale rifugista per
ben cinquant'anni. Testimone e protagonista,
con infinito amore per le montagne e le loro
genti, tutte, ma in particolare per quelle
di casa "un po' piu' piccole, ma forse anche
per questo ancora piu' belle; montagne a
misura d'uomo, in cui puoi entrare, da
attraversare ed esplorare senza che smettano
di essere misteriose ed affascinanti".
Premio "Pelmo d'Oro" 2019 per la cultura
alpina a Armando Scandellari
Per l'instancabile e meticolosa
opera di divulgazione conoscitiva e
culturale delle Dolomiti Bellunesi in
particolare e della Montagna Triveneta in
generale, attraverso - oltre che
l'insostituibile prezioso apporto prestato
nella rivista "Le Alpi Venete", rassegna
semestrale delle Sezioni trivenete del CAI -
la redazione delle sue guide
escursionistiche e di storia alpinistica a
mezzo delle quali ha portato di fatto a
compimento l'attivita', gia' iniziata da
Antonio Berti e proseguita in primo luogo da
Camillo Berti, di promuovere l'apertura
dell'alpinismo e dell'escursionismo al
grande pubblico curando, nel contempo, una
metodologia di approccio alla montagna il
piu' possibile consona con i valori che le
sono propri e con il rispetto che le e'
dovuto.
Menzione Speciale Pelmo d'Oro 2019 a
Archivio storico di Belluno Feltre e Cadore
La rivista "Archivio storico di
Belluno Feltre e Cadore" da novant'anni
salvaguarda e diffonde la memoria degli
eventi e delle attivita' che hanno
contrassegnato la storia delle nostre
montagne e delle nostre vallate. Pubblicato
ininterrottamente dal 1929, non solo e' il
periodico di natura culturale piu' antico
della provincia di Belluno, ma viene
riconosciuto come una delle piu' autorevoli
voci nel campo degli studi di archeologia,
storia, letteratura, storia dell'arte,
linguistica, usi e costumi del nostro
territorio.
Premio Speciale 2019 "Giuliano De Marchi"
alla memoria di Maudi De March
Nella sua breve vita Maudi De
March e' stato autentico testimone di amore,
vissuto e trasmesso, per la sua terra e la
montagna. La sua eccezionale figura umana
inondava di bene chi lo conosceva e con lui
condivideva affetti, passioni, lavoro,
radici o soltanto frammenti di vita.
Alpinista, fine critico letterario,
naturalmente educatore, giornalista dalla
penna fantastica, mai si sottraeva alle
tante attivita' delle piu' diverse
associazioni culturali e di volontariato, in
particolare quale membro del Soccorso Alpino,
fino all'abbraccio ultimo della montagna,
quando perdera' la sua giovane vita, ma
lascera' ovunque il prezioso tesoro del suo
agire, sempre accomunato dall'attenzione
all'essenza vera e ultima delle cose.
Premio Speciale Dolomiti UNESCO 2019 a
Massimilano Ossini
Alla base del Premio Speciale
dedicato alle Dolomiti UNESCO vi e' il
riconoscimento dell'impegno e della capacita'
di aumentare la consapevolezza delle
comunita' rispetto agli eccezionali valori
universali riconosciuti da UNESCO.
Massimiliano Ossini grazie al suo innato
talento comunicativo e all'entusiasmo
profuso nella sua professione racconta
quotidianamente le Dolomiti e la Montagna al
grande pubblico, trasmettendo la passione
per questi luoghi meravigliosi ed esortando
alla riflessione su principi di
sostenibilita', rispetto e "lentezza"
nell'approccio con l'ambiente che ci
circonda. "E ogni volta che, lasciato il
caos della citta', inizia a salire
per respirare il divino panorama della
natura, tra gli orizzonti e le rocce trova
il silenzio, un maestro impagabile che gli
insegna ad
amarsi, a capirsi, a leggere dentro di se'".
Kalipe' (passo lento), il suo primo libro
narra la montagna come metafora della vita
suggerendo a tutti i lettori di non smettere
mai di esplorare e coltivare il loro
rapporto con l'ambiente naturale.
La Provincia di Belluno assegna il Premio
Speciale Pelmo d'Oro 2019 a Belluno alza la
voce
Per il progetto "Belluno alza la
voce", in rappresentanza di tutti i
volontari - enti, associazioni, persone di
ogni luogo - che hanno soccorso la montagna
bellunese a seguito degli eventi
catastrofici del 29 ottobre 2018. La
spontanea aggregazione di giovani e
giovanissimi all'indomani della devastazione
cagionata dal cataclisma climatico, la loro
voglia di mettersi in gioco facendo squadra
tutti assieme per un progetto concreto di
rinascita, a prescindere da confini
culturali e pregiudizi antichi, al fine di
ridare credibilita' alla vita della montagna
bellunese, sono esempio per tutta la Nazione
e simbolo per ogni generazione.
Vorrei concludere con una frase, presa a
mutuo da Stefano Santomaso, che mi ha
veramente colpito, frase che costituisce il
denominatore comune di tutta la giornata:
scalare la montagna non e' uno sport, ma un
sentimento che - e questo lo vorrei
aggiungere io - l'uomo dovrebbe alimentare
giorno dopo giorno, momento dopo momento, ad
evitare che essa si ribelli di fronte alle
continue torture a cui viene sottoposta,
insieme con il resto della pianura; e cio',
attraverso il surriscaldamento climatico, ma
anche (a mio avviso) il passaggio di aerei
supersonici che la fanno tremare, i processi
geologici indotti e quant'altro, come
purtroppo e' successo pochi mesi fa in terra
bellunese, realta' geografica, la nostra,
che necessitera' di moltissimi anni per
ripristinare il suo equilibrio.
Ed infine davvero, vorrei ricordare ancora
una volta Maudi De March (nella foto),
collega giornalista che, in giovane eta',
nella sua veste anche di esponente del
Soccorso Alpino, e' caduto sul Monte Cridola,
lasciando nella disperazione la sua famiglia
alla quale sono legato da pregressa amicizia.
Arnaldo De Porti
in sottofondo l'Inno dellUnione Europea (ufficiale)
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