Ieri per me e' stata una giornata triste, 43 morti, feriti, sfollati:la mia Genova e non solo Genova ha ricordato quel triste giorno.
Nel 1969 sono andato con amici a vedere il ponte e sono rimasto a bocca aperta .Genova, una volta superba con i suoi palazzi dei rolli, sconosciuti ai piu' di un genovese ma all'interno quadri fiamminghi, una opulescenza mai vista in alcune sale superiori agli Uffizi.
I genovesi gente di mare ma anche di montagna tendono a nascondere le proprie bellezze, hanno un carattere schivo, non vogliono apparire quello che in realta' sono: gente che non molla, l'alluvione del 1970 io insieme ai ragazzi del fongo a spalare fino al ponte monumentale in via XX Settembre. Il ponte era gia' all'opera e i genovesi un po' altezzosi in quella circostanza lo chiamavano il ponte di Brooklyn, aperto al traffico nel 1883 ! Si era fieri di quel manufatto, Genova era tornata Superba. Ieri vi e' stata una cerimonia, la si poteva evitare, era sufficiente una cerimonia intima, senza autorita' ma sobria come l'animo di gran parte dei genovesi. I 43 morti, i feriti e gli sfollati non avevano bisogno di celebrazione piu' politica che sentita.Il Presidente Mattarella non ha parlato ma si e' intrattenuto con i familiari come un papa' o nonno, l'unico che e' stato applaudito. Potrei continuare ma il mio animo genovese, nonostante la lontananza dalla mia citta' d'adozione dal 1971 mi impedisce di continuare.
Un abbraccio a chi mi mi legge.

15 agosto 2019 - Renzo Saitta  Genova/Saronno

 

in sottofondo Ma se ghe pensu

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