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BANCA COMMERCIALE ITALIANA - Costituita a
fine '800 con capitale tedesco, e' gradualmente
diventata l'istituto di credito piu' importante
per il sostegno dato all'imprenditoria italiana.
Sbilanciata nella partecipazione al capitale di
rischio delle grandi imprese (contestualmente
suoi grandi debitori), nel 1932 la Banca
Commerciale Italiana era caduta in stato di
insolvenza. La banca fu salvata dall'IMI e
dall'IRI: Toeplitz dovette lasciare l'istituto].
Nel 1934 fu nazionalizzata e divenne di
proprieta' dell'IRI, portando in dote le imprese
industriali controllate. E' questo il periodo
d'oro della Comit, caratterizzato dalla sapiente
gestione di Raffaele Mattioli.
A meta' degli anni '90 la privatizzazione,
realizzata chiamando a raccolta i maggiori
clienti (quasi tutti facilitati) ma senza
l'appoggio di almeno una una Fondazione (cfr.
Unicredit e Intesa) e stressando il personale,
ha completato la frittata: la Comit e' rimasta
indifesa dagli attacchi esterni (solo Enrico
Beneduce aveva provato senza successo a
catalizzare la Cassa di Risparmio di Firenze):
nel 1998 la resa di Cuccia e di Mediobanca
portava la banca fra le voraci fauci di Giovanni
Bazoli che, non potendo dimenticare gli "sgarbi"
nei suoi confronti della Comit (che, lo
ricordiamo, non aveva voluto consegnargli
l'Ambroveneto e aveva cercato di strappargli la
Cariplo, quest'ultima mossa frenata da
Bankitalia) portava a termine lo "spezzatino",
distruggendo senza pieta' gli asset e vendendo i
gioielli di famiglia tramite il fido Corrado
Passera.
Dopo piu' di cent'anni cessava di esistere la
piu' bella banca italiana per la mancanza di un
top management all'altezza dei tempi.
FONDOCOMIT - Costituito nel 1905, Ente Morale
nel 1921, Persona Giuridica dal 1956. Fatti
salienti:
la riforma del 99 completata solo nel 2000 con
la modifica dello statuto ed in particolare:
conferma dei coefficienti di calcolo delle
pensioni; conferma della riduzione delle
pensioni di reversibilita'; sospensione per 10
anni della rivalutazione delle pensioni;
determinazione delle posizioni individuali sulla
base di calcolo del capitale esistente il
31/12/97; a ripianamento del disavanzo
attuariale, contributo della banca di 150
miliardi di lire (100 per attivi con 20 anni di
anzianita' - 50 per riserva pensionati); viene
introdotto il riscatto del 100% della posizione,
anziche' del 50%,
l'accordo del 10 dicembre 2004: successivamente
al fallito tentativo della primavera scorsa la
banca comunica, a partire da giugno, la volonta'
di porre comunque in liquidazione coatta il
fondo, anche senza specifico accordo e sempre
tramite uno o piu' commissari
tutto il resto e' storia recente
FONDO SANITARIO INTEGRATIVO INTESASANPAOLO - Ente costituito nel 2010 (in sostituzione della preesistente Cassa Sanitaria) per tutte le aziende del gruppo Intesasanpaolo: ha scopo esclusivamente assistenziale ed e' preposto ad erogare agli iscritti (personale in servizio e in quiescenza) e ai rispettivi familiari (ca. 200.000, dont il 30% circa pensionati) prestazioni integrative e sostitutive di quelle fornite dal Servizio Sanitario Nazionale; ispirato sulla carta alla completa solidarieta' intergenerazionale (come la preesistente Cassa Sanitaria), in realta' penalizza pesantemente il personale in quiescenza con prestazioni ridotte e costi piu' elevati nonostante riserve per ca. 150/mln. e utili d'esercizio inusuali per una realta' senza fini di lucro. Il C.d.A. e' composto da 19 consiglieri, nove nominati dalla banca, altri 9 di estrazione sindacale e solo 1 appartente alla categoria del personale in quiescenza. In virtu' di un inusuale connubio tra Banca e Sindacati, il rappresentante dei pensionati (che potrebbe essere anch'esso di estrazione sindacale) ha una limitatissima voce in capitolo.