TANTI... MONTI IMPORTANTI NELLA MIA VITA,
MA ANCHE TANTA... ACQUA NELLA MIA VENEZIA

Ho letto con una sensazione di nostalgico piacere quanto scrive Lorenzo Milanesi su Piazza Scala di oggi in relazione al suo storico viaggio negli Stati Uniti d'America con Innocenzo Monti, Presidente Comit  e, guardando la foto che ritrae quest'ultimo con Antonio Monti e Francesco Cingano, AA.DD. della Banca Commerciale Italiana negli anni.... quello che e', ho avuto un transfert sulla mia permanenza, per un lungo stage  in D.C., volto a fornirmi una preparazione per un trasferimento  in Africa a dirigere una partecipazione Comit in Cameroun-Costa d'Avorio-Dahomay , permanenza  presso gli uffici di segreteria di detti nostri storici esponenti del mondo Comit che mi ha lasciato un segno, nato ed alimentato anche da immaginabile tensione professionale a causa degli imponderabili sviluppi per quei tempi.

Ad evitare equivoci, che ci saranno comunque stante il mio assoluto pressappochismo nelle date come mi fa osservare spesso anche mia moglie non tenendo conto della mia "venerandissima" eta',  ricordo che la permanenza in questi uffici D.C. risale agli anni 65-70, vale a dire pochi anni dopo la mia assunzione durante gli 55-60 con Presidenza Raffaelle Mattioli ed Enrico Cuccia che, da poco era passato a Mediobanca. Per inquadrare meglio il periodo, mi limito a ricordare alcuni nomi di allora come Manghi, Antonucci, Palmarini, Crippa, Abelli,  ecc.ecc. con i quali ho lavorato nei vari uffici centrali.

Fatto questo preambolo, devo dire che il racconto particolareggiato di Lorenzo Milanesi, mi ha determinato una duplice sensazione: la prima, ovviamente riconducibile al periodo trascorso in Direzione Centrale che va ascritta sicuramente al mio pregresso professionale, realta' quest'ultima indelebile in quanto, lavorando anche per poco tempo nelle cosiddette stanze dei "bottoni", sia pur come un semplice impiegato di allora, si finisce per maturare bancariamente molto di piu' rispetto a molti anni trascorsi nelle varie filiali, e cio' per un motivo molto semplice che esplicito subito con un esempio: dalla D.C. si acquisisce una visione professionale-dirigenziale  al punto che, una volta rientrati in Filiale, si finisce per lavorare con una diversa forma-mentis, oserei dire da..dirigenti anche se si e' solo impiegati,  alla stessa stregua di un medico di medicina generale, in questo caso la DC,  che, come spesso uso dire,  sa lavorare in un quadro generale d'insieme rispetto allo specialista che vede invece solo lo specifico malanno...;  la seconda sensazione, leggendo Milanesi, mi ha fatto rivivere  situazioni e momenti da "luce riflessa" , aspetto non solo legato agli ambienti fisici in senso stretto della D.C., ma anche e soprattutto riconducibile agli uomini di allora, come i Monti, i Cingano, e tanti altri, con i quali ho avuto l'onore non solo di conferire, ma anche di recepire (di riflesso, come detto prima) il sistema con cui si muove il mondo economico-finanziario a livello internazionale.  Immaginiamoci cosa deve aver provato Milanesi in presenza di 3000 delegati provenienti da tutto il mondo !

Insomma, sia pur sotto altro aspetto, molto piu' modesto per quanto mi riguarda personalmente, mi pare ancora adesso che, l'aver respirato quell'aria "sacrale" delle segreterie degli AA.DD., degli Uffici Relazioni Estere, Uffici Investimenti, Scambi Commerciali  ed altri affini, mi abbia fatto rivivere,  oserei dire "dentro" l'anima ed il motore propulsore principale della Comit, arricchendomi di un'esperienza che non puo' essere nemmeno immaginata da chi, seppure da professionista eccellente, ha operato solo in Filiale.  Ringrazio pertanto Milanesi di aver dato riviviscenza a dette mie emozioni.

Ed infine ho un ricordo singolare e lo dico, come ndr., e cioe' in chiave giornalistica quale io sono dopo essere uscito dalla Banca Commerciale Italiana: fu proprio Innocenzo Monti a farmi gli esami sull'esecutivo negli anni... e successivamente quelli di direzione da parte di Civaschi (?) per diventare funzionario, dopo che, per una serie di ragioni, avevo declinato nelle mani del dott. Antonio Monti, il progetto Africa, come ho gia' raccontato in precedenza su Piazza Scala.

Arnaldo De Porti - Feltre



 

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