Chiese e castelli a Perti: il Castrum e la Chiesa di Sant'Antonino
Testo e fotografie di Alfredo Izeta

marzo2021 - Sono risalito a Perti Alta per tornare - dopo tanti anni - alla rocca di Sant'Antonino.
Il sentiero per il "castrum" e la chiesa inizia dietro Case In Valle, una minuscola frazione prima di Montesordo. E' piuttosto ripido e caratterizzato per lunghi tratti da gradini tagliati nella roccia: tuttavia e' piu' breve del piu' agevole cammino che parte da Pianmarino.
Quasi alla sommita' inizia la deviazione per la scenografica Grotta dell'Edera a cielo aperto (purtroppo oggi l'edera e' sparita dalle pareti, "chiodate" dagli appassionati di "free climbing") e si incontrano cave di pietra del Finale.
Giunti in cima ecco le rovine del "castrum" e poco piu' avanti, racchiusa nel perimetro del castello, la chiesetta.

"Castrum Perticae"
All'inizio faceva parte del sistema difensivo aleramico, che comprendeva anche il castello di Pia (ai nostri giorni scomparso: incerta l'ubicazione) e quello di Orco, il tutto a guardia delle direttrici per il Piemonte e la Lombardia. Le mura del  "Castrum" si sviluppano solo lungo due lati (gli atri due sono protetti da dirupi invalicabili) e oltre alla chiesetta racchiudono resti di basamenti di case in legno, di abitazioni in pietra e probabilmente di un "castelliere". Le origini risalgono all'epoca bizantina (VI secolo d.C.) e per centinaia di anni gli abitanti del finalese lo hanno utilizzato come protezione contro le scorrerie dei saraceni. Con l'avvento di Castel Gavone (fine XII secolo) ha perso importanza sino all'abbandono quasi totale nel XIII secolo.
Oggi sono visibili pochi resti, oltre al suggestivo torrione, anch'esso rimaneggiato: sicuramente e' stato vittima della "cannibalizzazione" da parte della popolazione rurale per la costruzione di case, stalle e muretti a secco per il contenimento delle "fasce"

La Chiesa di Sant'antonino
Sorge nel perimetro del "Castrum" nel punto piu' elevato dell'altura.
Viene citata per la prima volta nell'atto di investitura del 1162 di Enrico I Marchese di Savona (poi Del Carretto) da parte di Federico Barbarossa: all'interno e' murata una lapide in marmo di eta' moderna.
L'esterno conserva ancora le pareti originali e l'abside. La facciata e l'interno sono stati piu' volte modificati nel corso dei secoli: fa eccezione la cripta (con il suo minuscolo altarino presente nell'impianto originario), alla base della quale si apre il "cunicolo" che immette in una grotta carsica lunga una cinquantina di metri e ricca di concrezioni calcaree (la tradizione popolare con molta fantasia la descrive abitata da un oracolo pagano).
L'interno - di chiaro rifacimento recente - conserva ancora residui di pittura di vari colori.
Notevole lo stato di degrado di un monumento di grande importanza storica e religiosa.
 
La galleria di fotografie
E' composta da 43 scatti che iniziano da una rivisitazione della chiesa medievale di Sant'Eusebi e descrivono Case in Valle, il sentiero, il "Castrum" e la chiesa: l'ultima immagine (la n. 44. reperita su Internet in quanto piu' leggibile della mia) riproduce la lapide murata nella chiesa di cui ho gia' parlato.
Cliccate sulle immagini per ingrandirle.
 
Alfredo Izeta - marzo 2021

 

 

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