Le
motivazioni del
ricorso in
giudizio
Fu
immediatamente
chiaro a tutti
noi, una volta
conosciute le
caratteristiche
del nuovo Fondo,
che l'elemento
dirimente
sarebbe stata
la separazione
della gestione
quiescenti da
quella dei
dipendenti in
servizio. La
decisione, oltre
a rompere, dopo
decenni, il
vincolo di
solidarieta'
fra Attivi e
Pensionati,
creava, in tutta
evidenza, una
gestione che per
motivi naturali
nasceva
strutturalmente
squilibrata.
Infatti i primi
tre esercizi
videro chiudere
i bilanci della
Gestione
Quiescenti in
pesante
disavanzo, con
cancellazione
della quota
differita,
diminuzione
delle riserve e
il ricorso ad
ulteriore
contribuzione
degli iscritti.
Paradossalmente,
negli stessi
esercizi, gli
Attivi
continuarono ad
accumulare
ingenti riserve.
Il Fondo
Sanitario, a
livello
consolidato,
esprimeva,
infatti,
risultati
ampiamente in
avanzo, a
riprova che
la
penalizzazione
dei Pensionati
era un preciso
intento politico.
Tale volonta'
si manifesto'
con due accordi
sindacali,
stipulati nel
2012 e nel 2013,
che apportarono
pesanti falcidie
alle prestazioni
dei Pensionati,
divaricando in
modo consistente
la qualita'
della copertura
sanitaria delle
le due gestioni.
Tale
differenziazione
si estese anche
sul versante dei
contributi, con
incrementi alle
aliquote dei
familiari e solo
in parte essa
venne compensata
da un aumento
del contributo
di solidarieta'.
I fatti
Il nuovo Fondo
Sanitario venne
costituito per
accordo
sindacale nel
corso dell'anno
2010; l'accordo
stabiliva il
transito degli
iscritti e del
patrimonio dalla
Vecchia Cassa al
Nuovo Fondo, il
giorno 1 gennaio
2011.
A tale decisione
doveva
ovviamente
corrispondere
un'analoga
determinazione
da parte della
Vecchia Cassa.
Ai sensi dello
Statuto della
stessa, l'organo
competente a
prendere tale
decisione era
l'Assemblea
degli iscritti.
Le sedicenti
Fonti Istitutive
(N.d.R: : non
previste nello
statuto del
Fondo), che
avevano
disegnato il
percorso del
passaggio,
decisero che
sarebbe stata
sufficiente una
delibera del
Consiglio
d'Amministrazione
della Vecchia
Cassa, nel corso
di una seduta
che ebbe luogo
il 18 ottobre
2010.
Il Consiglio
approvo' a
maggioranza tale
passaggio, con
l'opposizione di
diversi
Consiglieri. Fra
questi, quattro
rappresentanti
dei Pensionati,
Vittorio Amici,
Rinaldo
Cobianchi,
Agostino Amici e
Sergio Marini,
avuto ben
presente la
totale
violazione dello
Statuto
dell'Associazione,
nonche' il
danno incombente
sulla categoria,
impugnarono la
delibera davanti
al Tribunale di
Milano, perche'
l'Organo
deliberante non
aveva titolo per
prendere tale
decisione, di
esclusiva
competenza
dell'Assemblea
degli iscritti.
La causa
Il 2 luglio 2014
il Tribunale di
Milano annullo'
la suddetta
delibera di
Consiglio in
quanto
illegittima,
disponendo che
il patrimonio
della Vecchia
Cassa, passato
in capo al nuovo
Fondo Sanitario,
venisse
restituito. La
sentenza venne
eseguita dal
Fondo e circa 35
milioni di Euro
furono
restituiti alla
Vecchia Cassa,
dove giacciono
tuttora, insieme
agli interessi
nel frattempo
maturati.
I soccombenti
depositarono
ricorso in
appello,
perdendo anche
in tale sede con
motivazioni del
tutto simili a
quelle esposte
nel primo
grado di
giudizio, con
sentenza
pubblicata il
29/6/2017.
Cassa e Fondo
sono nuovamente
ricorsi alla
Cassazione, dove
tuttora la causa
giace in attesa
di prima udienza.
Sin dalla prima
sentenza, la
parte vittoriosa
deposito'
in tribunale una
proposta
conciliativa,
tendente a
migliorare le
prestazioni
della categoria
dei quiescenti,
con alcuni
provvedimenti
del tutto ovvi e
riconducibili,
nella sostanza,
ad un piu'
equo trattamento
della nostra
categoria,
quali la
cancellazione
della quota
differita e una
maggiore
garanzia da
parte della
Gestione Attivi
relativamente al
ripianamento
delle perdite
della Gestione
Quiescenti.
Tale proposta di
transazione
venne riproposta,
con modifiche,
in Corte
d'Appello.
La controparte
non ha mai preso
in
considerazione
l'ipotesi
conciliativa,
come non e'
stata data
alcuna risposta
ad una piu'
articolata
proposta di
miglioramenti
statutari,
espressa con una
lettera
indirizzata al
vertice della
Banca e alle
parti contraenti
(Direzione del
Personale e
OO.SS.). Vi
forniamo, per
vostra
conoscenza,
copia dei
suddetti
documenti.
Ulteriori
azioni
La
giurisprudenza
ci lascia
tranquilli
quanto all'esito
del giudizio di
Cassazione, dopo
due sentenze
conformi
favorevoli ai
nostri colleghi
ricorrenti.
Riteniamo che, a
quel punto,
verra'
raggiunto
l'obiettivo di
istituire una
tavola di
conciliazione
per definire un
piu' equo
trattamento
della nostra
categoria; in
mancanza si
ritiene di poter
procedere con
azioni di
responsabilita'
verso chi ha
operato
illegittimamente,
causando, fra
l'altro,
l'indisponibilita'
del patrimonio
giacente tuttora
presso la
Vecchia Cassa.
Verra'
inoltre ribadito
il principio
della prevalenza
degli Statuti
vigenti nei
confronti del
potere
incondizionato
degli accordi
sindacali.
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