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Il Fondo Sanitario Integrativo Intesasanpaolo

  Replica di Antonio De Rosa alla lettera di Alfio Filosomi del 12/02/2021 in risposta alla sua del 21/01/2021

Il 21 gennaio u.s. il collega Antonia De Rosa aveva scritto alla banca, in particolare ad Alfio Filosomi, Responsabile Direzione Affari Sindacali e Politiche del Lavoro, per ricordargli, qualora ce ne fosse bisogno, quale fosse il ruolo del Fondo Sanitario  Integrativo, non certo quello di realizzare utili di esercizio come una normale societa' commerciale: per visulizzare la lettera cliccate qui .
Il 12 febbraio Filosomi ha risposto, banalizzando le problematiche dei pensionati omettendo volutamente di trattare su molte perplessita' espresse da Antonio, che, analizzata la replica, ha ritenuto che non fosse possibile lasciare perdere: di seguito riportiamo l'ulteriore carteggio intercorso.

 


la risposta di Filosomi - 12 febbraio 2021
Oggetto: Ruolo sociale del Fondo Sanitario Integrativo - riscontro mail del 21 gennaio 2021
Egregio Sig. De Rosa, rispondo in merito alla sua e-mail del 21 gennaio u.s., in cui ha evidenziato un complesso di considerazioni su tutta la tematica del ruolo dell'assistenza sanitaria e del nostro Fondo in particolare.
Il Fondo e' stato istituito con la volonta' di fornire una buona copertura sanitaria ai suoi iscritti, dipendenti e pensionati, compresi i loro familiari, per tutto l'arco della loro vita, a differenza di una normale polizza assicurativa che, superata una certa soglia di eta', puo' essere stipulata solo a costi molto elevati. Il Fondo ha garantito tutte le coperture previste nel piano sanitario anche nel 2020: non vi sono clausole che prevedono esclusioni specifiche in presenza di situazioni pandemiche. La solidarieta' per la nostra Associazione e' un valore imprescindibile.
Pensare anche a chi verra', per noi piu' che un'ambizione e' un dovere istituzionale, guardare anche al lungo periodo ed essere in grado di supportare esigenze ed istanze anche piu' pressanti sul piano del welfare, e' scritto nella mission del Fondo Sanitario Integrativo Intesa Sanpaolo.
e' sulla base di queste esigenze che i regolamenti del Fondo sono particolarmente improntati alla salvaguardia deH'equilibrio di gestione e alla piena sostenibilita' dei piani sanitari. Questo vale sia per i dipendenti in servizio, sia per i pensionati. Ci chiediamo quale sarebbe il tono della protesta se, a 10 anni di distanza dalla istituzione del Fondo, fossero emerse situazioni di disequilibrio sul versante patrimoniale, tali da comprometterne l'azione. Per scongiurare questa evenienza e per far di tutto affinche' il Fondo possa rimanere un punto di riferimento nel welfare delle prossime generazioni, sottoponiamo i bilanci di ciascun esercizio a una valutazione attuariale condotta da uno studio di chiara fama che ha la competenza per richiamare - agli amministratori e piu' in generale alle Fonti Istitutive - il necessario, responsabile utilizzo del patrimonio e delle risorse che il Fondo mette a disposizione dei piani sanitari e il costante monitoraggio degli andamenti gestionali. In piena trasparenza, le evidenze dell'analisi attuariale sono riportate nella relazione di bilancio ed evidenziano il permanere di un disavanzo tecnico sia a medio termine, sia su un orizzonte temporale piu' ampio.
La natura mutualistica della nostra Associazione trova conferma, in primis, nell'applicazione di aliquote contributive determinate in percentuale all'imponibile retributivo o pensionistico. La solidarieta' intergenerazionale e' ben salvaguardata dallo Statuto in particolare attraverso:
- ripartizione dei patrimoni delle Casse confluite nel Fondo sulla base del numero di iscritti di ciascuna delle due distinte Gestioni degli iscritti in servizio e dei quiescenti;
- contributi straordinari una tantum riversati dalla Gestione degli iscritti in servizio a quella degli iscritti in quiescenza nei primi anni di attivita' del Fondo a parziale copertura dei disavanzi generati da un regolamento delle prestazioni inizialmente unico per le due Gestioni;
- contributo di solidarieta', (inizialmente pari al 4% e successivamente innalzato al 6% del monte contributivo), riversato annualmente dalla Gestione degli iscritti in servizio alla Gestione quiescenti;
- quota patrimoniale individuale trasferita alla Gestione degli iscritti in quiescenza alla conferma dell'iscrizione da parte di ciascun neopensionato.
Ne' puo' essere sottaciuto l'aspetto che, pur in un regime di libera scelta riguardo alla conferma al momento della maturazione della pensione, il 75% degli iscritti dipendenti opti per rimanere nel Fondo.
Siamo consapevoli che il contesto rispetto al 2011 e' mutato, cosi' come sono cambiate le esigenze di cura ed assistenza; il Fondo ha saputo nel tempo adeguare le proprie regole sulla scorta dell'evoluzione demografica della compagine degli iscritti di entrambe le gestioni che saranno sottoposte a dinamiche di costante cambiamento anche nel prossimo futuro. A titolo esemplificativo ne sono un esempio, la decisione, apprezzata da Lei e dagli iscritti in generale, di anticipare la differita nonche' gli approfondimenti che sta facendo il Consiglio di Amministrazione, per dotarsi, compatibilmente con le previsioni statutarie, di una "disponibilita'" per l'incremento delle prestazioni che ci saranno nel 2021 e 2022 a causa dell'impossibilita' di effettuarle nel 2020 per la pandemia.
A ognuno spetta la sua parte, ma certamente solo un clima di dialogo e di pacata riflessione puo' consentire la messa in campo di soluzioni innovative, sia sul piano degli accessi alle cure e all'assistenza, sia in ordine ad una piu' ampia esigenza di rinnovata solidarieta' per le fasce piu' deboli, anche nella prospettiva della prossima integrazione nel welfare aziendale di tutte le diverse migliaia di persone provenienti da UBI.
Cordiali saluti.
Direzione Centrale
Affari Sindacali e Politiche del Lavoro Il Responsabile Alfio Filosomi

 


la replica di Antonio - 24 febbraio 2021
Oggetto: replica alla lettera di Alfio Filosomi del 12/02/2021 in risposta alla mia del 21/01/2021
Ricevo la lettera datata 12/02/2021 a firma di Alfio Filosomi Responsabile della Direzione Centrale Affari Sindacali e Politiche del Lavoro. Considerato il tenore, l'impostazione, le argomentazioni trattate e quelle non trattate e' impossibile da parte mia non replicare, cosa scontata date le risposte non pertinenti e non in linea con le mie evidenze da parte del dr. Alfio Filosomi che forse ha pensato che qualche generica affermazione potesse essere ritenuta soddisfacente a chiudere la questione. Un errore di valutazione probabilmente riconducibile all'incapacita' di percepire lo spessore delle questioni di fondo sollevate dalla mia lettera nonostante fossero rilevabili senza alcuno sforzo intellettuale. Per questo motivo la risposta aziendale lungi dal portare argomenti oggettivi a sostegno si traduce in un esercizio di stile, una faticosa "arrampicata sugli specchi".
La credibilita' e la stima si ottengono con un confronto oggettivo sui problemi senza la pregiudiziale di voler piegare a forza la realta' pur di trovare giustificazioni e coperture al proprio operato altrimenti ne va della propria credibilita'.
La prima delle discutibili affermazioni aziendali e' quella relativa alla questione dell'abbandono dei neo pensionati che viene posta in modo intenzionalmente non corretto e subdolo ponendo l'accento sul fatto che il 75% dei pensionati trova conveniente rimanere nel fondo ma ignorando volutamente che invece il 25% (una percentuale di certo non trascurabile che nel corso degli anni e' risultata spesso ben piu' alta) rinuncia all'assistenza integrativa nel periodo della propria vita con maggiori esigenze sotto l'aspetto
sanitario e oltretutto dopo aver contribuito alla formazione del patrimonio del Fondo nei 30/40 anni precedenti quando teoricamente se ne ha minore bisogno. Solo una mente estremamente acuta poteva portare avanti tale tesi, sottacendo peraltro che in una valutazione complessiva della tanto sbandierata sostenibilita' finanziaria ed oculatezza della gestione quel 25% che non rinnova l'iscrizione all'atto del pensionamento non ha evidentemente patologie importanti e sarebbe un contributore netto utile a bilanciare ai fini mutualistici quanti confermano l'adesione proprio perche' hanno problematiche sanitarie gravi che ovviamente si traducono in maggior costo per il Fondo. Argomentazioni gia' inserite nella mia precedente lettera e completamente ignorate dal dr. Alfio Filosomi. Che abbia saltato il paragrafo nella lettura?
Tra le prime affermazione della lettera aziendale, viene precisato che il FSI e' stato istituito con la volonta' di "fornire una buona copertura sanitaria ai suoi iscritti", puntualizzando, nel dubbio che non fosse ben compreso dal lettore, "ai dipendenti, ai pensionati compresi i loro familiari, in tutto l'arco della loro vita". Quest'ultima precisazione viene poi rapportata, in termini economici, ad una polizza evidenziando che con tale opzione avrebbe un costo elevato. Ovvia la precisazione ma del tutto incongruo il paragone
con le imprese assicuratrici che pur offrendo polizze sanitarie hanno scopo di lucro a differenza del Fondo Sanitario Integrativo che ha statutariamente fini mutualistici e solidaristici, l'assistenza sanitaria fornita dai due soggetti non sono comparabili dal punto di vista economico ancorche' operino nello stesso ambito.
L'aver evidenziato l'assenza di limiti di eta' a sostegno della solidarieta' come valore imprescindibile appare fuorviante quando non si inserisce questo aspetto, innegabilmente solidaristico, in un contesto complessivo che vede purtroppo altri limiti. Forse dr. Alfio Filosomi non e' al corrente, ma le prestazioni per la categoria pensionati sono decisamente penalizzate rispetto a chi e' in servizio. L'anomalia delle differenti prestazioni sanitarie erogate (opportunamente non citata da Alfio Filosomi) certificata da due regolamenti specifici, in conseguenza dell'impianto deciso in fase di costituzione, ha diviso gli iscritti in due categorie, una di serie A privilegiata e l'altra di serie B penalizzata. Merita attenzione l'ulteriore affermazione "non vi sono clausole che prevedono esclusioni specifiche in presenza di situazioni pandemiche": di fatto nemmeno in occasione di un evento straordinario come la pandemia il FSI ha ritenuto di trattare tutti gli iscritti allo stesso modo mantenendo la differenziazione nella percentuale riconosciuta per i rimborsi.
Devo riconoscere che la lettera aziendale e' un capolavoro di virtuosismo nell'evitare di esaminare le questioni che sono alla base della mie evidenze. Un monologo la cui linea e' stata opportunamente deviata sul lato economico: l' equilibrio finanziario, considerato pregiudiziale, e' finalizzato non solo e non tanto alla sostenibilita' dell'assistenza sanitaria integrativa degli attuali iscritti ma piuttosto alla necessita' prospettica di fornire copertura alle nuove generazioni di futuri dipendenti, dimenticando a questo proposito il trend innegabile che vede il mantenimento del numero degli iscritti in servizio sostanzialmente sostenuto non da nuove assunzioni ma da ingressi conseguenti ad acquisizioni bancarie e l'aumento degli iscritti in quiescenza legato ai processi di esodo e successiva fuoriuscita. Si economizza sulle attuali prestazioni per patrimonializzare ancora e far fronte a possibili futuri ingressi in azienda. Cosi' il dr. Alfio Filosomi considera assodata e corretta la struttura del fondo divisa in due categorie, punto centrale della mia lettera, spostando il focus sull'equilibrio finanziario e precisando che i regolamenti sono volti a salvaguardarlo per le nuove generazioni. Arriva ad affermare che se l'operato non fosse stato orientato a tale cautela sarebbero potuto emergere situazioni di disequilibrio con conseguenti inevitabili proteste, ma dimentica volutamente che dopo 10 anni dalla sua costituzione il FSI ha una patrimonializzazione persino imbarazzante per un Ente di questo tipo: ha raddoppiato il patrimonio fino a raggiungere i 200 milioni circa. Se ne dovrebbe dedurre che la finalita' non e' quella di erogare servizi integrativi sanitari ma accumulare risorse finanziarie.
La mia lettera, che ancora una volta devo richiamare, aveva due questioni di fondo: la prima e' la classificazione in due categorie degli iscritti e la seconda le prestazioni ridotte per una delle due, quella dei pensionati. Era stato richiesto a quale principio il FSI avesse fatto riferimento per tale impostazione strutturale e il dr. Alfio Filosomi ha opportunamente evitato di rispondere. Peraltro considerata la linea progressista rilevabile nella lettera aziendale, con un'attenzione quasi fondamentale alle nuove generazioni, una risposta sarebbe stata d'obbligo.
Il riferimento quasi ossessivo alle nuove generazioni in rapporto ai regolamenti improntati all'equilibrio finanziario fornisce una sorta di giustificazione all'aumento delle contribuzioni e il sistematico peggioramento delle prestazioni della categoria quiescenti. Il tutto sembra ispirato da un Robin Hood dissociato, togliere agli anziani che hanno contribuito per decenni per dare a coloro che verranno assunti nel futuro. Scenario tutto da verificare nei prossimi anni con l'incognita sempre presente sugli sviluppi
occupazionali e sull'evoluzione dei processi lavorativi bancari. In sintesi il FSI provvede a sottrarre oggi alla categoria piu' bisognosa di assistenza e alla gestione fisiologicamente in passivo per dare un domani alla categoria meno bisognosa e alla gestione sempre in attivo dalla costituzione del FSI. Sulla base delle linee guida degli studi attuariali commissionati e della conseguente esasperata politica gestionale oggi abbiamo raggiunto una accumulazione in 10 anni di ca. 200 milioni di euro che denota un livello quantomeno eccessivo per un Ente mutualistico con l'obiettivo di fornire prestazioni sanitarie. Si potrebbe affermare che le risorse contributive non sono state utilizzate tanto per la sanita' degli iscritti, quanto prioritariamente per una patrimonializzazione estranea alle finalita' statutarie arrivando a economizzare addirittura sulla copertura dei disavanzi della categoria pensionati, per i quali si invocano periodicamente tagli di prestazioni. Evidenziare inoltre che la natura mutualistica trova corrispondenza nelle aliquote contributive senza far riferimento alle prestazioni e plafond, conferma la volonta' di fuorviare la realta'.
Poi in una esposizione schematica vengono elencati tutti gli elementi che, secondo il dr. Alfio Filosomi, sono a salvaguardia della solidarieta' intergenerazionale. Le puntualizzazioni hanno come presupposto, ovviamente, la divisione delle due categorie altrimenti risulterebbero superflue.
Il primo punto e' una spiegazione inutile. E' ovvio che se a monte esiste una divisione tra chi e' in servizio e chi e' in pensione la ripartizione del patrimonio delle casse confluite doveva seguire necessariamente tale divisione. L'alternativa sarebbe stata un unica categoria di iscritti ed un unico patrimonio. Nel secondo punto il dr. Alfio Filosomi indica come elemento di solidarieta' intergenerazionale il riversamento, nei primi anni di attivita', di una tantum dalla gestione attivi a quella dei pensionati che presentava un disavanzo dovuto, si precisa, ai regolamenti uguali per le due categorie. Forse sfugge ad Alfio Filosomi che il bilancio complessivo del FSI ha sempre avuto un saldo positivo e il disavanzo della categoria emerge solo per la creazione delle due gestioni. Portarlo a giustificazione della solidarieta' intergenerazionale e' fuori luogo.
Terzo punto. Partendo dalla divisione attivi e quiescenti e creando due gestioni di cui una ha un bilancio positivo e l'altro negativo il Fondo ha inserito un correttivo che corrisponde al giro contabile annuale del 4% che dopo i primi anni, ritenuto insufficiente, e' stato portato al 6%. Pero', in linea con il tenore omissivo della lettera, non viene menzionato che il giro contabile e' condizionato al risultato positivo della sezione attivi. Se si vuole classificare come solidarieta' pseudo intergenerazionale, il riversamento non dovrebbe avere alcun condizionamento. Con l'ultimo punto viene infine evidenziato che alla conferma dell'iscrizione al Fondo, il patrimonio individuale del neo pensionato viene girato alla sezione pensionati.
Il giro e' effettuato solo e unicamente se il neo pensionato conferma l'iscrizione altrimenti l'importo rimane nel patrimonio degli attivi. Due considerazioni. Non effettuare il giro di chi non conferma l'iscrizione non appare corretto, il trasferimento andrebbe effettuato a prescindere dall'iscrizione. La seconda. Quale e' la ragione di considerare il trasferimento del patrimonio come solidarieta' intergenerazionale? Anche qui e' solo un giro contabile innescato dalla divisione degli iscritti.
La solidarieta' intergenerazionale non e' nulla di quanto elencato dal Alfio Filosomi, perche' la vera solidarieta' sarebbe stata quella di fornire le prestazioni sanitarie uguali per tutti gli iscritti indipendentemente dall'eta' o altro.
La generica e fumosa chiusura della lettera aziendale "solo un clima di dialogo e di pacata riflessione puo' consentire la messa in campo di soluzioni innovative sia sul piano degli accessi alla cure e all'assistenza, sia in ordine ad una piu' ampia esigenza di rinnovata solidarieta' per le fasce piu' deboli...." stride con il passato le cui iniziative hanno solo e unicamente penalizzato la categorie dei pensionati che sono da annoverare tra le fasce piu' deboli.
Conclusione.
Classificare gli iscritti del FSI in due categorie con le note differenziazioni e' stata una scelta errata e non in linea con i principi che l'assistenza integrativa dovrebbe avere in questo caso. Il ruolo del FSI in ambito sociale, argomento completamente ignorato dal dr. Alfio Filosomi, come gia' evidenziato, non e' nelle logiche che la societa' civile richiede. Un principio universale che dovrebbe essere seguito e' la copertura sanitaria uguale per tutti gli iscritti ma risulta completamente disatteso dal Fondo.
Peraltro nella mia lettera il lato economico era stato marginalmente considerato poiche' come dimostrato, il FSI riceve sostanzialmente gli stessi contributi sia dall'iscritto con l'integrazione aziendale che dal pensionato. La divisione quindi ha ragioni piu' abbiette che per deduzione dovrebbero essere ricondotte alla considerazione dei pensionati come un corpo estraneo al FSI da eliminare. Il solo fatto di essere stati sempre iscritti al Fondo e contribuito per 30/40 anni alla formazione del patrimonio, senza scomodare la classificazione di fascia piu' debole, il pensionato dovrebbe ricevere un minimo di rispetto ed attenzione (sarebbe un suo diritto avrebbero detto una volta i sindacati). Mascherare l'impianto divisionale con semplici chiacchiere sapendo di dirle ed evitando di esaminare il problema di fondo mi induce a proseguire con alcune specifiche iniziative nel portare alla luce le discrepanze. Infine, con riferimento alla precisazione di "piena trasparenza", citata nella lettera aziendale nell'ambito della pubblicazione delle analisi attuariali, che lascia supporre che il FSI non ha nulla da nascondere, rammento, forse il Dr Alfio Filosomi non e' al corrente, che i verbali del CdA sono segretati. Con delibera del 14/10/2014 il Consiglio di Amministrazione ha infatti deciso con voto unanime (una compattezza che lascia perplessi e che invita ad alcune riflessioni) di confermare il fatto che i verbali non possono essere portati a conoscenza degli iscritti. Questa e' la trasparenza effettiva del FSI, un atteggiamento quello della negazione agli iscritti del diritto di accesso agli atti che e' assolutamente ingiustificabile. Quale e' la ragione? E non mi si venga a parlare a sproposito di privacy.
Una ultima considerazione: fornire risposte parziali e una visione di comodo a sostegno del proprio operato e' una linea seguita con la consapevolezza di essere la parte forte e con la presunzione di ritenere l'interlocutore un semplice iscritto privo di seguito. Sostenere le predette tesi aziendali in un confronto pubblico con un professionista qualificato ritengo che sarebbe molto piu' problematico per le ripercussioni sull'immagine sia del relatore che dell'Azienda.
Distinti saluti
Antonio De Rosa

 

 


A quanto scrive Antonio, e' doveroso aggiungere due precisazioni:
- e' in Cassazione il giudizio sul patrimonio della vecchia Cassa Sanitaria, di chiara pertinenza del personale in quiescenza: il ricorso e' stato intentato dopo due gradi di giudizio vinti dai tre ricorrenti e portera' sicuramente a ulteriori aggravi di spese legali  a carico del patrimonio sociale, in quanto sia Cassa Sanitaria che FSI sono sicuri perdenti;
- Filippo Vasta, consigliere in quota pensionati, sta portando avanti una dura battaglia contro le c.d. Fonti Istitutive (non previste dallo Statuto) e le OO.SS, in maggioranza con la Banca nel Consiglio di Amministrazione, che purtroppo non vogliono sentire ragione nell'abrogazione della quota differita e nella penalizzazione dei quiescenti.
Desidereremmo nuovamente conoscere la vostra opinione che pubblicheremo in forma anonima in calce alla presente: potete esprimerla  cliccando qui.

piazzascala.it

 

Commenti:

  • Condivido pienamente l'iniziativa di De Rosa e sono disgustato dagli argomenti usati dal Dr. Filosomi.
  • D'accordo con De Rosa sulla ignobile divisione tra attivi e quiescenti con inoltre coperture diverse. La risposta della direzione centrale e' fumosa e come sempre non esaustiva. La dimostrazione, questa, che ritengono di essere superiori e di non voler scendere ad un franco e chiaro dialogo.
  • Tempo perso. Gli interlocutori parlano lingue diverse...comunque e' importante far sapere che non siamo ancora deceduti.
  • Rendere visibile cio' che ha scritto De Rosa anche sul vostro sito e' sicuramente cosa positiva. Mi permetto, proprio per il principio di trasparenza, rispondere al tuo commento in fondo al post in modo che tutti lo possano leggere ovvero mi domando perche' i ricorrenti non usino la stessa procedura usata nella causa del fondo Comit per accelerare il percorso visto che anche quella causa e' in cassazione. Seconda cosa, scrivi che il Dr. Vasta sta conducendo una dura battaglia da solo contro le fonti istitutive per la soluzione della vertenza del FSI. Non voglio mettere in dubbio le tue parole ma se battaglia sta facendo, sara' dura come dici ma ai piu' appare molto silenziosa perche' non vi e' traccia pubblica di cio' che sta facendo. Se puoi, fatti suo portavoce e rendi pubbliche le azioni dure che il Dr. Vasta sta mettendo in atto anche perche' nel cda non rappresenta solo gli iscritti a Piazza Scala (Comit) ma dovrebbe essere il rappresentante di tutti i pensionati. Io, Alberto Salina e Filippo Iasonna , quando scriviamo al Ceo, al capo delle relazioni sindacali o ad altri soggetti lo pubblichiamo sui blog.
    N.d.R.: La polemica e' sempre antipatica e ti consiglio di evitarla in futuro: non ho mai detto che Filippo sia da solo. Per amor di pace ti segnalo comunque uno dei tanti suoi comunicati che evidentemente ti sfuggono http://www.piazzascala2018.altervista.org/mondocomit/fsi/comunicato/index12.html
    Non ho voglia di cercare gli altri comunicati, se vuoi spulcia il sito piazzascala. Per quanto concerne la Cassazione, io mi domando - e tu non mi rispondi - che senso ha andare in Cassazione dopo aver perso in maniera netta in primo e secondo grado.
  • Antonio De Rosa ha mille ragioni. Inspiegabile la connivenza tra OOSS e azienda. Ancora piu' scandalosa e' la segretezza dei dati. Da lavoratore in servizio non ho mai pensato di dare meno ai quiescienti ne' mi sarebbe mai venuto in mente. Da personale in servizio avrei trovato scandaloso e meritevole di proteste sindacali far pagare ai quiescienti la loro adesione al FSI. Non capisco neppure perche' vi sia un tale atteggiamento omertoso soprattutto da parte sindacale. Ma i sindacati ormai...
  • Vi racconto una storiella che calza alla perfezione con la risposta del Dr.Filosomi. Mi trovavo a Ragusa come CSE mio figlio che allora aveva 8 anni oggi 50 aveva bisogno di tagliare i capelli lo porto dal barbiere lo stesso nel momento che si e' liberata la sedia mi chiama (Dr. faccia accomodare il bambino) non sono laureato. Mio figlio di risposta mio padre non e' Dr. non fa le punture. Dr.Filosomi finalmente ho trovato il Dr. che fa le punture. All'amico Antonio De Rosa non avere pieta' martella questi ......
  • Personalmente ritengo che ci sia qualcosa che non funziona, tempi e valutazioni, burocrazia e carte ad abbundantia. Situazione alquanto difficile soprattutto per i pensionati non abituati alle nuove tecnologie richieste e poca disponibilita'.
  • Ritengo la sua disamina perfetta la differenziazione tra personale in servizio e pensionati la trovo ingiusta per persone come me che hanno contribuito fin dall'inizio a versare i contributi al fondo. Evidente che segretare i documenti del CDA denota una a dir poco scorretezza che puo' portare a conclusioni di intrighi
  • Sono completamente d'accordo con il collega DE ROSA
  • Ho gia' avuto modo di esprimermi sull'argomento al post del collega. Ritengo che una azione di denuncia mediante l'utilizzo di fonti giornalistiche sia piu' che giusta oltre ad una ulteriore verifica legale. Ad esempio se gli atti sono secretati, bene ci si rivolge alla magistratura.
  • Disgustato dalle risposte del dott. Filosomi concordo in pieno con la lettera del dott. De Rosa in quanto meritevole di ben piu' attenzioni, confido ed esprimo grande rispetto in una pertinente risoluzione della richiesta. Attestando la vostra grande sensibilita' nei confronti dei piu' deboli porgo i piu' fervidi saluti .
  • Forza dott. Vasta! Per fortuna abbiamo Lei a perorare la nostra causa. Grazie! Se non ci riuscira' Lei a convincerli, non ci riuscira' nessuno.
  • Sono stato impiegato in BCI dal 1963 sino al 1999 anno della mia pensione. Durante la vita lavorativa non ho MAI usufruito della Cassa sanitaria: ora, che vado incontro alla gioventu' - SIC - , ritengo che i PENSIONATI dovrebbero avere una corsia preferenziale in antitesi con la politica attuale del Fondo per cui sono pienamente in sintonia con il collega DE ROSA al quale auguro buon lavoro ed invio cordiali saluti.
  • Il mio parere gia' lo conoscete, il Fondo vuole con ogni mezzo allungare la vicenda in spregio ai criteri di solidarieta', verra'  il momento che qualcuno ( la .magistratura ) fara' chiarezza, prima o poi la verita' verra' alla luce. Io ci spero . Forse l'iniziativa dovrebbe prenderla l'associazione " Amici Comit " unitamente ad Ampecomit e altre.