Sono
recentemente
pervenute,
all'indirizzo di
posta
elettronica di
Amici Comit e al
mio personale,
numerose lettere
con cui si
chiedono notizie
circa la seduta
del Consiglio di
Amministrazione
del 27 aprile e
le decisioni
assunte in tema
di quota
differita.
Le discussioni
aperte
sull'argomento
ormai da
parecchi anni e
le posizioni
manifestate al
riguardo sia da
numerosi
iscritti, sia da
fogli sindacali,
hanno
evidentemente
ingenerato delle
aspettative, del
tutto legittime,
circa
l'abolizione di
questa procedura,
prevista dallo
Statuto ai fini
del ripianamento
di disavanzi
d'esercizio. Io
per primo ne ho
denunciato da
tempo l'iniquita'
sotto il profilo
solidaristico,
la
problematicita'
sotto quello
fiscale e
l'inutilita' dal
punto di vista
prudenziale.
Purtroppo
l'abolizione
della quota
differita, come
ogni modifica
statutaria,
comporta un
accordo fra la
banca e le OO.SS.
(le cosiddette
Fonti Istitutive)
ma, sino ad oggi
e malgrado tutte
le
sollecitazioni,
in quella sede
non hanno avuto
luogo ne' una
concreta
discussione ne'
la conseguente
decisione. A
questo punto
pero' sembrano
maturi i tempi
per una chiara
presa di
posizione; la
distribuzione
anticipata di
quest'anno,
assunta
pragmaticamente
vista la
certezza di un
risultato
positivo di
bilancio, fa ben
sperare. Mi
auguro che la
stessa visione
realistica e non
ideologica dei
problemi guidi
il processo
d'integrazione
fra il Fondo
Intesa e gli
analoghi presidi
del gruppo UBI e
si arrivi, con
l'occasione, ad
un nuovo dettato
statutario piu'
semplice e
funzionale, in
un Gruppo sempre
piu' ampio ed
eterogeneo.
Non manchero' di
tenere i
colleghi in
pensione al
corrente di
quanto
apprendero' a
mia volta, dato
che noi
quiescenti siamo
ingiustamente
esclusi dal far
parte delle
Fonti Istitutive.
Speriamo che
siano buone
nuove.
Filippo Vasta
Maggio 2021
Filippo
Vasta
Milano, 6 maggio 2021 |