La lettera del
27 settembre 2019
Spettabile
Intesa Sanpaolo S.p.A. Risorse Umane
Direzione Centrale Affari Sindacali
e Politiche del Lavoro
Ai Segretari Nazionali "pro tempore" di
FABI - FISAC CGIL - FIRST CISL - UILCA - UNISIN
Alle Delegazioni Sindacali trattanti
FABI. FISAC CGIL, FIRST CISL. UILCA,
UNISIN
di Intesa Sanpaolo S.pA.
Milano, 27 settembre 2019
Oggetto: Fondo Sanitario Integrativo
del Gruppo Intesa SanPaoIo
Egregi Signori,
e' noto che, in relazione all'oggetto,
esiste un contenzioso originato
dall'illegittimita' della delibera
del Consiglio d'Amministrazione
della Cassa Sanitaria Intesa (Vecchia
Cassa) in data 18/10/2010 che
disponeva il trasferimento di tutti
gli iscritti e dell'intero
patrimonio dell'Associazione "Cassa
Sanitaria" all'allora neo costituito
"Fondo Sanitario",
illegittimita'
sancita in sede giudiziaria in primo
e secondo grado, con sentenze che
hanno disposto la restituzione alla
Vecchia Cassa, da parte del Fondo
Sanitario, del patrimonio a suo
tempo da quest'ultimo acquisito
dalla prima. La vertenza giace
tuttora davanti alla Corte di
Cassazione, su istanza dei
soccombenti: Fondo Sanitario
Integrativo di Gruppo e Cassa
Sanitaria Intesa.
Non e' forse noto a tutti che venne
depositata dai ricorrenti, presso il
Giudice di secondo grado, una
proposta transattiva, il cui testo
qui si allega, ma che non ci risulta
sia stata presa in considerazione
dalle controparti, talche' nessuna
osservazione e' pervenuta in
proposito dalle parti convenute.
Le vicende del Fondo Sanitario
negli anni passati
La separazione della gestione
quiescenti da quella dei dipendenti
in servizio ha creato una sezione
strutturalmente squilibrata per
motivi naturali; il primo esercizio
fu contrassegnato, per il comparto
quiescenti, da un pesante disavanzo
che causo' l'azzeramento della quota
differita, un ricorso alle riserve
nella misura statutaria del 10%
della loro consistenza e infine
un'ulteriore contribuzione degli
iscritti a saldo. Anche l'esercizio
2012 si chiuse con un disavanzo ed
una conseguente confisca della quota
differita, mentre nel successivo
2013 tale quota venne distribuita
solo parzialmente. Nel frattempo,
con due successivi accordi sindacali
del marzo 2012 e del febbraio 2013,
vennero ridefinite in modo
peggiorativo le condizioni dei
quiescenti, con rilevanti modifiche
a franchigie, massimali di spesa e
contribuzioni, istituendo
sostanziali divergenze nel
trattamento delle due gestioni.
Solo nel 2014, in conseguenza anche
dell'aumento del contributo di
solidarieta' - introdotto da
un'apposita modifica dello Statuto -
la sezione quiescenti poteva vedere
finalmente la distribuzione
integrale della quota differita. Nel
frattempo era sensibilmente
aumentata, fra neo-pensionati, la
quota degli abbandoni per eccessiva
onerosita' del contributo rispetto
alle prestazioni fornite e questo
trend di mancate iscrizioni e' stato
sempre in incremento; la percentuale
di tali abbandoni si aggira intorno
al 30% circa dei Colleghi in
servizio che, annualmente, vanno in
quiescenza.
Va sottolineato che in tutti gli
esercizi, dalla costituzione sino a
quello chiuso al 31 dicembre 2017,
la gestione consolidata delle due
sezioni ha sempre chiuso in avanzo,
anzi con accantonamento di
consistenti riserve prevalentemente
a favore della gestione attivi,
mentre gli iscritti in quiescenza
hanno continuato a subire le
conseguenze della decurtazione delle
prestazioni. Questo sino alla
chiusura al 31 dicembre 2017. All'1 gennaio 2018 il patrimonio della
gestione attivi ammontava a Euro
96,7 milioni, quello dei quiescenti
a 33,4 milioni; a queste cifre va
aggiunto, quanto meno a fini
statistici, il patrimonio che, per
le ragioni in premessa, giace presso
la Vecchia Cassa, che ammontava,
sempre all'1 gennaio 2018, a Euro
37,3 milioni, poi scesi a 36,1 in
conseguenza della perdita
finanziaria del 2018.
L'esercizio 2018
L'annus horribilis annovera la prima
perdita della gestione consolidata,
tutta pero' in capo ai quiescenti in
quanto gli attivi hanno chiuso a
zero, dopo aver conferito solo in
parte il contributo di solidarieta'.
A nessuno e' sfuggita peraltro
l'anomalia di una gestione
finanziaria che, anziche' contribuire
al risultato d'esercizio, ha inciso
negativamente per 4,2 milioni di
euro. L'eccezionaiita' dell'evento
e' confermata anche dal fatto -
positivo - che la perdita e' stata
interamente recuperata nei primi
mesi del corrente anno. L'episodio,
che ha avuto conseguenze negative
esclusivamente in capo ai quiescenti
che hanno subito ancora una volta la
decurtazione del 50% della quota
differita, denota quanto meno
un'inadeguatezza dello statuto
dell'Associazione, che, pur in
presenza di un elevato patrimonio,
arricchito anche da anni di cospicui
proventi finanziari, non conteneva i
dettami per fronteggiare la
situazione e consentire il
conferimento pieno del contributo
solidarieta'. E' pur vero che una
sana e prudente amministrazione non
puo' affidarsi all'aleatorieta' del
risultato della gestione finanziaria,
ma e' inconsueto che quest'ultima
comprometta il risultato d'esercizio
per la carenza di strumenti
statutari a salvaguardia di anomale
e contingenti oscillazioni dei
mercati.
Va sottolineato che la gestione
attivi ha presentato un
assottigliamento del risultato
positivo della gestione
assistenziale (differenza fra
contributi e prestazioni), ed e' questo il dato
piu' significativo del
conto economico.
Il risultato dell'esercizio teste'
decorso ha dato origine ad analisi e
incontri, tuttora in corso, volti
alla ricerca del riequilibrio della
gestione.
Considerazioni e conclusione
Non spetta agli scriventi effettuare
un'analisi delle cause all'origine
della situazione sopra descritta,
compito per il quale gli Uffici del
Fondo hanno tutte le informazioni a
disposizione, ne' gli stessi
scriventi hanno la presunzione di
proporre ricette specifiche circa le
modifiche da apportare allo Statuto
e ai Regolamenti. Siamo tuttavia
certi che ricalcare le orme del
passato, riproponendo il
riequilibrio della sola gestione
quiescenti mediante incrementi della
contribuzione o tagli alle
prestazioni porterebbe all'abbandono
della componente piu' sana della
popolazione, con la conseguenza di
un definitivo collasso della sezione.
Un welfare di qualita', quale quello
vantato dall'Azienda, assiste il
dipendente in tutte le fasi della
sua esistenza e i contributi che
oggi vengono corrisposti, anche a
beneficio dei quiescenti, dagli
iscritti piu' giovani, sono
l'assicurazione che in futuro, nei
momenti di piu' probabile necessita',
questi ultimi potranno fare
affidamento su un presidio che
assicurera' toro serenita' e benessere.
Le richieste contenute nella
proposta di conciliazione si muovono
proprio nel senso di una piena
mutualita' e solidarieta' fra tutti
gli iscritti al Fondo, nella
convinzione che la tutela della
gestione quiescenti sia
irrinunciabile se si vogliono
mantenere le premesse poste alla
base dell'istituzione del Fondo. La
cessazione del contenzioso
ricondurrebbe inoltre nel patrimonio
del Fondo le riserve ora giacenti
presso la Vecchia Cassa e il tutto
porterebbe, a nostro parere, ad un
rasserenamento del rapporto
intergenerazionale.
Gli scriventi sono pronti, ora come
allora, a discuterne con chi di
dovere, impegnandosi, ovviamente, ad
intrattenere in argomento, qualora
le circostanze lo dovessero
richiedere, gli attori della causa
"de qua" siccome rappresentati e
difesi nella causa stessa.
ASSOCIAZIONE PENSIONATI CARIPLO E
GRUPPO INTESA Il Presidente Giovanni
F. Catenaccio
ASSOCIAZIONE AMICI COMIT PIAZZA
SCALA Sergio Marini
(La presente e' sottoscritta anche
per conto e nell'interesse
dell'Unione Pensionati Banco Napoli,
Associazione Pensionati Cassa di
Risparmio di Firenze, Associazione
Pensionati Cassa di Risparmio di
Padova e Rovigo. Associazione
Pensionati SanPaolo di Torino)
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la proposta transattiva
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