Mondocomit

Il Fondo Sanitario Integrativo Intesasanpaolo - Comitato Welfare
  DATI E ANALISI PER INCONTRO CON LE  FONTI  ISTITUTIVE

 

 

Da un amico abbiamo ricevuto un documento del 22 ottobre 2019 stilato dal Comitato Welfare Intesasanpaolo che dovrebbe costituire la base per i prossimi interventi e che riproduciamo senza alcun commento: i nostri lettori possono fare le proprie considerazioni.
piazzascala.it (A. Izeta)


SINTESI DEGLI ARGOMENTI TRATTATI NELL'INCONTRO CON IL GRUPPO INTESA SANPAOLO
FSI - DATI ED ANALISI PER INCONTRO CON LE FONTI ISTITUTIVE


 

Dopo L'obiettivo dell'incontro tra le rappresentanze aziendali e sindacali del "Comitato Welfare, Sicurezza e Sviluppo Sostenibile" del Gruppo ISP, svoltosi oggi 22 ottobre 2019, e' stato quello di analizzare e riflettere sugli esiti di un'estrapolazione di dati relativi alle prestazioni del FSI al fine di valutare il peso della spesa per visite specialistiche, la sua distribuzione statistica per tipologia di visita, il confronto tra l'utilizzo del rimborso delle prestazioni e quello delle strutture convenzionate, la ripartizione della spesa sanitaria tra intervento chirurgico e trattamenti pre/post intervento e la spesa suddivisa per Regione con comparazione tra iscritti e fruitori. In ultima istanza e' stata illustrata una stima di chiusura dell'esercizio 2019.
Nell'iniziare il suo intervento, la rappresentanza aziendale ricorda che il vigente Contratto di 2o Livello del Gruppo ISP scadra' il 31 dicembre 2021. Va da se' che quindi non e' ipotizzabile pensare ad un diverso intervento di parte aziendale, rispetto a quanto definito nel suddetto Accordo, se non prima della sua naturale scadenza.
Per quanto detto diventa quindi naturale pensare a forme di educazione, di indirizzamento, di moral suasion nei confronti degli iscritti affinche' possano avvalersi sempre piu' della prestazione diretta rispetto all'indiretta. Altra accortezza potrebbe essere l'introduzione di sotto-massimali per tipologie di prestazione e/o intervento al fine di regolare quelle che risultano essere maggiormente onerose o non in sintonia con i criteri di utilizzo mutualistico delle risorse del Fondo. Certo e' - continua sempre la delegazione aziendale - che l'eventuale presa in considerazione dell'utilizzo delle riserve patrimoniale del Fondo non puo' non essere traguardata in un quadro di revisione piu' ampio, piu' generale, piu' globale dei regolamenti, delle prestazioni e delle modalita' e caratteristiche dei rimborsi operati dallo stesso.
L'analisi della spesa per visite specialistiche segnala che l'importo delle stesse, in convenzione o a rimborso, e' piu' del doppio di quello derivante dall'utilizzo del SSN, rapporto che si mantiene pressoche' analogo sia per la componente dei colleghi in servizio che per quello dei quiescenti. Le prime cinque tipologie - tra undici - di visite piu' onerose sono, in ordine decrescente d'importo totale rimborsato, quella Oculistica, Ginecologica, Dermatologica, Ortopedica e Otorinolaringoiatra.
Ultima la visita Fisiatrica. La sequenza rimane la stessa per i colleghi in servizio mentre per i quiescenti diviene, sempre in ordine decrescente d'importo totale rimborsato, Oculistica, Ortopedica, Dermatologica, Urologica e Cardiologica. Ultima la visita Endocrinologica.
L'analisi di dettaglio delle undici diverse tipologie di visita specialistica evidenzia che, presi in considerazione gli importi richiesti, il valore della loro media e' sempre maggiore del valore della loro mediana. Inoltre in alcuni casi si riscontra che il differenziale in percentuale tra il valore medio della prestazione diretta e quello della prestazione indiretta supera il 40%, per giungere in un caso (urologia) all'89% per i colleghi in servizio.
Altro fenomeno osservato e' che in quest'ultimo periodo c'e' un maggiore utilizzo, da parte dei colleghi in quiescenza, della prestazione diretta rispetto a quella indiretta. Alcuni commenti giunti dal tavolo giustificano tale cambio di rotta con la successiva preoccupazione del possibile mancato riconoscimento della quota differita.
La suddivisione per Regione per ogni singola visita specialistica evidenzia che, per alcune tipologie, il differenziale tra valore medio a rimborso e valore medio in convenzione supera il 40% per giungere in alcuni casi a percentuali che superano il 60%, l'80% ed addirittura anche il 100%. Le regioni non sono sempre le stesse nelle varie tipologie di visita, anche se alcune di loro pero' si ripetono in alcune di esse. Stante la situazione parrebbe abbastanza complicato introdurre dei meccanismi di indirizzamento e di controllo tariffario a livello regionale delle suddette visite, anche se in taluni casi l'importo medio richiesto si discosta molto da quello medio in convenzione.
Per quanto attiene agli interventi chirurgici, l'analisi evidenzia una forte oscillazione tra i vari importi di costo. Inoltre nel passato non appariva chiaro quale fosse il peso dei costi pre/post intervento chirurgico rispetto all'intervento stesso, e quindi i dati sono stati scomposti proprio per misurare tale effetto.
Prendendo ad esempio la scheda dati che riassume l'intervento alla prostata si nota che l'importo richiesto dai colleghi in quiescenza e' quasi il doppio di quello richiesto dagli stessi in servizio. Inoltre si nota una forte oscillazione degli stessi verso i valori alti (il valore della media e' molto piu' alto del valore della mediana). La distribuzione e' quasi piatta segno quindi di una notevole oscillazione tra i vari importi richiesti per eseguire lo stesso intervento chirurgico. Tale fenomeno si dimostra identico
sia per i dipendenti che per i pensionati. Inoltre nella separazione tra il costo dell'intervento e quello della fase pre/post intervento, l'incidenza sulla media del primo importo e' pari al 98,3%, mentre e' pari all'1,7% quello dei costi pre/post. In termini di percentili il costo del solo intervento rivela lo stesso andamento del costo globale segno quindi che non esistono fenomeni distorsivi dei costi extra-intervento.
Quello che si potrebbe allora fare e' definire dei sotto-massimali per evitare di pagare il cd. "lusso", cioe' le strutture di altissimo costo, ma l'applicazione risulterebbe assai complicata. La scelta del medico di fiducia, di quello che garantisce al collega la massima sicurezza, potrebbe essere condivisa, sul resto si potrebbe disquisire per una razionalizzazione dei costi del "lusso". Altra riflessione potrebbe riguardare la necessita' di dover pagare o meno anche le spese cd. "accessorie", a volte onerose, magari introducendo dei criteri di buon senso.
Inoltre, per quanto evidenziato, risulta assai faticoso individuare, tra i tanti, un dato "aggredibile" per una razionalizzazione della spesa. Quello che allora si potrebbe fare sarebbe una soluzione di carattere generale e cioe' quella di sensibilizzare gli iscritti sull'entita' del costo chiedendo eventualmente loro un minimo di franchigia al fine di poter mantenere fede al principio della
mutualita' del Fondo.
Considerando un'altra scheda dati tra quelle preparate sui vari tipi di intervento chirurgico, e cioe' quella relativa all'intervento per protesi all'anca, anche in questo caso la numerosita' sotto e sopra il 25o e 75o percentile risulta la stessa, segno quindi di una distribuzione dai dati spalmata lungo l'asse delle ascisse. Tale fenomeno e' osservabile nella quasi totalita' delle schede relative alle altre tipologie di intervento chirurgico. Le conseguenti riflessioni rimangono quindi le stesse della precedente scheda.
L'analisi dei dati oggi rappresentata - continua sempre l'Azienda - e' stata effettuata sugli interventi chirurgici che generano un costante e duraturo maggiore impatto sulle disponibilita' patrimoniali del FSI. Non si puo' negare il fatto che, nel tempo, si sono manifestati fenomeni transitori legati a picchi di importo rilevanti per particolari interventi chirurgici quali, ad esempio, quelli relativi alla regressione della miopia, interventi che poi, per vari motivi forse anche legati ad una "moda" del momento o ad una forte reclamizzazione operata al tempo, poi si sono ridimensionati nelle richieste.
Altra considerazione che i dati rivelano e' che piu' aumenta il costo dell'intervento chirurgico e piu' aumenta l'utilizzo, da parte dell'iscritto, della prestazione diretta piuttosto che di quella indiretta.
L'analisi di dettaglio per tipologia di intervento puo' quindi rivelarsi utile al fine di fare scelte consapevoli. Pero' non puo' venire meno un'attenzione al settore dei colleghi in quiescenza per offrire loro quello che necessita al costo piu' opportuno. Il FSI non e' una compagnia di assicurazione. Per tale ragione i suddetti colleghi rimangono iscritti al FSI vita-natural-durante, in difformita' alle compagnie di assicurazione che non li mantengono piu' tra gli iscritti dopo una certa eta' che puo' variare tra i 75 o gli 80 anni. Inoltre l'introduzione, in quest'ambito, di una possibile franchigia sarebbe finalizzata solo ad una migliore selezione degli interventi chirurgici da parte dell'iscritto.
e' notorio che il tema della quota differita e' pratica assai sgradita. Necessita allora ricercare soluzioni alternative che consentano di poter comunque gestire al meglio il bilancio del FSI. Si potrebbe eliminare la quota differita a priori con l'ipotesi poi di poterla recuperare ex-post, qualora il bilancio di fine anno si rivelasse compromesso. Certo e' che se si adottasse tale prassi - conclude questa prima parte l'Azienda - essa non sarebbe praticabile nei confronti dei colleghi in quiescenza perche' non sono piu' titolari di un cedolino stipendio sul quale rivalersi per una quota differita ex-post. Si tratta percio' di un tema di tutela complessiva del FSI che va certamente affrontato e risolto.
Le rappresentanze sindacali lamentano tempi lunghi - fino a 7 giorni - per la presa in carico della richiesta di assistenza diretta da parte di Previmedical. Inoltre segnalano che, nell'ambito di un piano di sedute di fisioterapia - ad esempio dieci - prescritte dal medico, Previmedival richiede una presa in carico per ogni singola seduta, decisione che rallenterebbe il processo di cura.
La componente aziendale - riprendendo la parola - esprime forti perplessita' sulla segnalazione, chiarendo che la richiesta online e' presa in carico sempre entro due giorni al massimo. Sara' comunque effettuata una verifica sui tempi di risposta di Previmedical qualora la richiesta pervenga tramite il canale telefonico. Inoltre precisa che se il collega, nel caso di urgenza, ha gia' fissato l'appuntamento e/o la visita presso una struttura convenzionata, Previmedical deve solo dare l'assenso alla prestazione e nulla di piu'. Non si dovrebbero quindi registrare intoppi o difficolta'.Infine, alla richiesta di parte sindacale di rivalutare il pricing delle varie convenzioni al fine di ottimizzare e razionalizzare al meglio i costi soprattutto su strutture di eccellenza che si rivelerebbero quasi certamente migliori rispetto al polo privato, la componente aziendale chiarisce che tale materia e' di competenza del CdA del Fondo e quindi andra' discussa in quella sede.
La rappresentazione dei dati degli iscritti, suddivisa per Regione, correlata alla percentuale di utilizzo del Fondo evidenzia che, per alcune Regioni, il rapporto tra utilizzo della prestazione diretta e quella indiretta risulta favorevole alla prima (ad esempio in Lombardia e nel Lazio), in altre invece si capovolge totalmente (ad esempio in Piemonte ed in Veneto). e' quindi un fenomeno che puo' essere oggetto di riflessione. La Regione Calabria si distingue invece per la percentuale di fruitori del FSI rispetto agli iscritti, un valore molto distante dalla media del Gruppo ISP (79,4%), pari al 66,1%.
La stima di chiusura dell'esercizio 2019, effettuata sui dati al 31 agosto 2019, utilizza la stessa metodologia utilizzata per produrre l'analoga valutazione eseguita lo scorso anno. I dati stimano un aumento del totale dei contributi rispetto all'anno 2018 di oltre 7,1 mln di euro grazie all'ingresso in polizza dei colleghi del Gruppo ex BV, ed un aumento delle prestazioni di oltre 11,6 mln, valori che determinano un risultato operativo negativo per oltre 5,4 mln di euro, dato che rappresenta un aumento del disavanzo rispetto all'anno precedente per quasi 4,5 mln di euro.
La componente della stima dei proventi e degli oneri finanziari e' riferita al bilancio preventivo di giugno 2019 ed e' considerata prudenziale, nel senso che la cifra indicata, pari a oltre 2,8 mln di euro, si puo' ragionevolmente ritenere acquisita anche nella prospettiva di un prossimo shock di mercato.
Anzi, a maggior ragione, quella eseguita a fine settembre risulterebbe significativamente piu' elevata. Per quanto rappresentato il risultato della gestione risulterebbe negativo per circa 2 mln di euro, valore che rappresenta meno della meta' di quello registrato nel Bilancio 2018, quindi in crescita.
La gestione dei soci attivi a prestazione diretta del FSI e' caratterizzata da un calo pari al 1,7% mentre si registra un aumento dei contributi - sempre rispetto al 2018 - del 5,1%. Le prestazioni aumentano del 7,7%. Il risultato operativo e' in attivo per oltre 2,1 mln di euro che, sommato ai proventi, determina un risultato complessivo della gestione pari ad oltre 4,6 mln di euro, cifra che sarebbe interamente destinata al contributo di solidarieta'.
Il numero dei colleghi in quiescenza e' in aumento, il totale dei contributi aumenta del 3,9%, quello delle prestazioni aumenta del 7,9%. Il risultato operativo negativo aumenta di circa 2 mln di euro portandosi a 7,6 mln, valore che, sommato ai proventi finanziari e al citato contributo di solidarieta', produce un risultato di gestione finale in disavanzo per circa 2 mln di euro.
Terminata la suddetta esposizione la componente aziendale ritiene, dal suo punto di vista, non piu' necessario produrre altre analisi tecniche, non saprebbe cosa altro fare. Comunque sia, rimane a disposizione per ogni altra ulteriore esigenza informativa delle rappresentanze sindacali. Il prossimo passo non puo' che essere una discussione al tavolo negoziale sulle eventuali misure da adottare al fine di mantenere in equilibrio il Bilancio del FSI. Se invece si ritiene di attendere ancora, si attendera'.
La sua intenzione sarebbe invece quella di affrontare la situazione, di prendere una decisione. Eventuali aggiustamenti e/o miglioramenti devono essere tassativamente applicati a partire dal primo giorno dell'anno. Se non sara' il 1o gennaio 2020 allora dovra' essere necessariamente il 1o gennaio 2021. Infatti non e' possibile operare variazioni tecniche in corso d'anno con effetto retroattivo.
Terminata questa prima parte dell'incontro l'Azienda coglie l'occasione per un aggiornamento sulle novita' del FSI. Anticipa che a breve sara' pubblicato un aggiornamento delle FAQ riferite al settore anagrafico, adeguamento che si rende necessario a seguito del nuovo processo di censimento anagrafico. Non ci sono mutamenti sostanziali ma solo alcune variazioni delle FAQ esistenti al fine di recepire le modifiche intervenute.
A breve non sara' piu' richiesta per la variazione anagrafica la documentazione cartacea con lettera raccomandata, ma l'invio di un documento in formato pdf utilizzando i nuovi canali comunicativi.
Inoltre saranno rese disponibili alcune pillole informative prodotte dal settore Formazione al fine di aiutare i colleghi nell'attivita' di censimento anagrafico. Con tale ultima affermazione di parte aziendale, si conclude l'incontro tra le rappresentanze aziendali e sindacali del "Comitato Welfare, Sicurezza e Sviluppo Sostenibile" dedicato al Fondo Sanitario del Gruppo ISP.

La segreteria
Delegazione Trattante Gruppo ISP
Milano, 23 ottobre 2019