Dopo L'obiettivo
dell'incontro
tra le
rappresentanze
aziendali e
sindacali del "Comitato
Welfare,
Sicurezza e
Sviluppo
Sostenibile" del
Gruppo ISP,
svoltosi oggi 22
ottobre 2019, e'
stato quello di
analizzare e
riflettere sugli
esiti di
un'estrapolazione
di dati relativi
alle prestazioni
del FSI al fine
di valutare il
peso della spesa
per visite
specialistiche,
la sua
distribuzione
statistica per
tipologia di
visita, il
confronto tra
l'utilizzo del
rimborso delle
prestazioni e
quello delle
strutture
convenzionate,
la ripartizione
della spesa
sanitaria tra
intervento
chirurgico e
trattamenti
pre/post
intervento e la
spesa suddivisa
per Regione con
comparazione tra
iscritti e
fruitori. In
ultima istanza
e' stata
illustrata una
stima di
chiusura
dell'esercizio
2019.
Nell'iniziare il
suo intervento,
la
rappresentanza
aziendale
ricorda che il
vigente
Contratto di 2o
Livello del
Gruppo ISP
scadra' il 31
dicembre 2021.
Va da se' che
quindi non e'
ipotizzabile
pensare ad un
diverso
intervento di
parte aziendale,
rispetto a
quanto definito
nel suddetto
Accordo, se non
prima della sua
naturale
scadenza.
Per quanto detto
diventa quindi
naturale pensare
a forme di
educazione, di
indirizzamento,
di moral suasion
nei confronti
degli iscritti
affinche'
possano
avvalersi sempre
piu' della
prestazione
diretta rispetto
all'indiretta.
Altra accortezza
potrebbe essere
l'introduzione
di sotto-massimali
per tipologie di
prestazione e/o
intervento al
fine di regolare
quelle che
risultano essere
maggiormente
onerose o non in
sintonia con i
criteri di
utilizzo
mutualistico
delle risorse
del Fondo. Certo
e' - continua
sempre la
delegazione
aziendale - che
l'eventuale
presa in
considerazione
dell'utilizzo
delle riserve
patrimoniale del
Fondo non puo'
non essere
traguardata in
un quadro di
revisione piu'
ampio, piu'
generale, piu'
globale dei
regolamenti,
delle
prestazioni e
delle modalita'
e
caratteristiche
dei rimborsi
operati dallo
stesso.
L'analisi della
spesa per visite
specialistiche
segnala che
l'importo delle
stesse, in
convenzione o a
rimborso, e' piu'
del doppio di
quello derivante
dall'utilizzo
del SSN,
rapporto che si
mantiene
pressoche'
analogo sia per
la componente
dei colleghi in
servizio che per
quello dei
quiescenti. Le
prime cinque
tipologie - tra
undici - di
visite piu'
onerose sono, in
ordine
decrescente
d'importo totale
rimborsato,
quella
Oculistica,
Ginecologica,
Dermatologica,
Ortopedica e
Otorinolaringoiatra.
Ultima la visita
Fisiatrica. La
sequenza rimane
la stessa per i
colleghi in
servizio mentre
per i quiescenti
diviene, sempre
in ordine
decrescente
d'importo totale
rimborsato,
Oculistica,
Ortopedica,
Dermatologica,
Urologica e
Cardiologica.
Ultima la visita
Endocrinologica.
L'analisi di
dettaglio delle
undici diverse
tipologie di
visita
specialistica
evidenzia che,
presi in
considerazione
gli importi
richiesti, il
valore della
loro media e'
sempre maggiore
del valore della
loro mediana.
Inoltre in
alcuni casi si
riscontra che il
differenziale in
percentuale tra
il valore medio
della
prestazione
diretta e quello
della
prestazione
indiretta supera
il 40%, per
giungere in un
caso (urologia)
all'89% per i
colleghi in
servizio.
Altro fenomeno
osservato e' che
in quest'ultimo
periodo c'e' un
maggiore
utilizzo, da
parte dei
colleghi in
quiescenza,
della
prestazione
diretta rispetto
a quella
indiretta.
Alcuni commenti
giunti dal
tavolo
giustificano
tale cambio di
rotta con la
successiva
preoccupazione
del possibile
mancato
riconoscimento
della quota
differita.
La suddivisione
per Regione per
ogni singola
visita
specialistica
evidenzia che,
per alcune
tipologie, il
differenziale
tra valore medio
a rimborso e
valore medio in
convenzione
supera il 40%
per giungere in
alcuni casi a
percentuali che
superano il 60%,
l'80% ed
addirittura
anche il 100%.
Le regioni non
sono sempre le
stesse nelle
varie tipologie
di visita, anche
se alcune di
loro pero' si
ripetono in
alcune di esse.
Stante la
situazione
parrebbe
abbastanza
complicato
introdurre dei
meccanismi di
indirizzamento e
di controllo
tariffario a
livello
regionale delle
suddette visite,
anche se in
taluni casi
l'importo medio
richiesto si
discosta molto
da quello medio
in convenzione.
Per quanto
attiene agli
interventi
chirurgici,
l'analisi
evidenzia una
forte
oscillazione tra
i vari importi
di costo.
Inoltre nel
passato non
appariva chiaro
quale fosse il
peso dei costi
pre/post
intervento
chirurgico
rispetto
all'intervento
stesso, e quindi
i dati sono
stati scomposti
proprio per
misurare tale
effetto.
Prendendo ad
esempio la
scheda dati che
riassume
l'intervento
alla prostata si
nota che
l'importo
richiesto dai
colleghi in
quiescenza e'
quasi il doppio
di quello
richiesto dagli
stessi in
servizio.
Inoltre si nota
una forte
oscillazione
degli stessi
verso i valori
alti (il valore
della media e'
molto piu' alto
del valore della
mediana). La
distribuzione e'
quasi piatta
segno quindi di
una notevole
oscillazione tra
i vari importi
richiesti per
eseguire lo
stesso
intervento
chirurgico. Tale
fenomeno si
dimostra
identico
sia per i
dipendenti che
per i pensionati.
Inoltre nella
separazione tra
il costo
dell'intervento
e quello della
fase pre/post
intervento,
l'incidenza
sulla media del
primo importo e'
pari al 98,3%,
mentre e' pari
all'1,7% quello
dei costi
pre/post. In
termini di
percentili il
costo del solo
intervento
rivela lo stesso
andamento del
costo globale
segno quindi che
non esistono
fenomeni
distorsivi dei
costi extra-intervento.
Quello che si
potrebbe allora
fare e' definire
dei sotto-massimali
per evitare di
pagare il cd. "lusso",
cioe' le
strutture di
altissimo costo,
ma
l'applicazione
risulterebbe
assai complicata.
La scelta del
medico di
fiducia, di
quello che
garantisce al
collega la
massima
sicurezza,
potrebbe essere
condivisa, sul
resto si
potrebbe
disquisire per
una
razionalizzazione
dei costi del "lusso".
Altra
riflessione
potrebbe
riguardare la
necessita' di
dover pagare o
meno anche le
spese cd. "accessorie",
a volte onerose,
magari
introducendo dei
criteri di buon
senso.
Inoltre, per
quanto
evidenziato,
risulta assai
faticoso
individuare, tra
i tanti, un dato
"aggredibile"
per una
razionalizzazione
della spesa.
Quello che
allora si
potrebbe fare
sarebbe una
soluzione di
carattere
generale e cioe'
quella di
sensibilizzare
gli iscritti
sull'entita' del
costo chiedendo
eventualmente
loro un minimo
di franchigia al
fine di poter
mantenere fede
al principio
della
mutualita' del
Fondo.
Considerando
un'altra scheda
dati tra quelle
preparate sui
vari tipi di
intervento
chirurgico, e
cioe' quella
relativa
all'intervento
per protesi
all'anca, anche
in questo caso
la numerosita'
sotto e sopra il
25o e 75o
percentile
risulta la
stessa, segno
quindi di una
distribuzione
dai dati
spalmata lungo
l'asse delle
ascisse. Tale
fenomeno e'
osservabile
nella quasi
totalita' delle
schede relative
alle altre
tipologie di
intervento
chirurgico. Le
conseguenti
riflessioni
rimangono quindi
le stesse della
precedente
scheda.
L'analisi dei
dati oggi
rappresentata -
continua sempre
l'Azienda - e'
stata effettuata
sugli interventi
chirurgici che
generano un
costante e
duraturo
maggiore impatto
sulle
disponibilita'
patrimoniali del
FSI. Non si puo'
negare il fatto
che, nel tempo,
si sono
manifestati
fenomeni
transitori
legati a picchi
di importo
rilevanti per
particolari
interventi
chirurgici quali,
ad esempio,
quelli relativi
alla regressione
della miopia,
interventi che
poi, per vari
motivi forse
anche legati ad
una "moda" del
momento o ad una
forte
reclamizzazione
operata al
tempo, poi si
sono
ridimensionati
nelle richieste.
Altra
considerazione
che i dati
rivelano e' che
piu' aumenta il
costo
dell'intervento
chirurgico e piu'
aumenta
l'utilizzo, da
parte
dell'iscritto,
della
prestazione
diretta
piuttosto che di
quella indiretta.
L'analisi di
dettaglio per
tipologia di
intervento puo'
quindi rivelarsi
utile al fine di
fare scelte
consapevoli.
Pero' non puo'
venire meno
un'attenzione al
settore dei
colleghi in
quiescenza per
offrire loro
quello che
necessita al
costo piu'
opportuno. Il
FSI non e' una
compagnia di
assicurazione.
Per tale ragione
i suddetti
colleghi
rimangono
iscritti al FSI
vita-natural-durante,
in difformita'
alle compagnie
di assicurazione
che non li
mantengono piu'
tra gli iscritti
dopo una certa
eta' che puo'
variare tra i 75
o gli 80 anni.
Inoltre
l'introduzione,
in quest'ambito,
di una possibile
franchigia
sarebbe
finalizzata solo
ad una migliore
selezione degli
interventi
chirurgici da
parte
dell'iscritto.
e' notorio che
il tema della
quota differita
e' pratica assai
sgradita.
Necessita allora
ricercare
soluzioni
alternative che
consentano di
poter comunque
gestire al
meglio il
bilancio del FSI.
Si potrebbe
eliminare la
quota differita
a priori con
l'ipotesi poi di
poterla
recuperare
ex-post, qualora
il bilancio di
fine anno si
rivelasse
compromesso.
Certo e' che se
si adottasse
tale prassi -
conclude questa
prima parte
l'Azienda - essa
non sarebbe
praticabile nei
confronti dei
colleghi in
quiescenza
perche' non sono
piu' titolari di
un cedolino
stipendio sul
quale rivalersi
per una quota
differita
ex-post. Si
tratta percio'
di un tema di
tutela
complessiva del
FSI che va
certamente
affrontato e
risolto.
Le
rappresentanze
sindacali
lamentano tempi
lunghi - fino a
7 giorni - per
la presa in
carico della
richiesta di
assistenza
diretta da parte
di Previmedical.
Inoltre
segnalano che,
nell'ambito di
un piano di
sedute di
fisioterapia -
ad esempio dieci
- prescritte dal
medico,
Previmedival
richiede una
presa in carico
per ogni singola
seduta,
decisione che
rallenterebbe il
processo di cura.
La componente
aziendale -
riprendendo la
parola - esprime
forti
perplessita'
sulla
segnalazione,
chiarendo che la
richiesta online
e' presa in
carico sempre
entro due giorni
al massimo.
Sara' comunque
effettuata una
verifica sui
tempi di
risposta di
Previmedical
qualora la
richiesta
pervenga tramite
il canale
telefonico.
Inoltre precisa
che se il
collega, nel
caso di urgenza,
ha gia' fissato
l'appuntamento
e/o la visita
presso una
struttura
convenzionata,
Previmedical
deve solo dare
l'assenso alla
prestazione e
nulla di piu'.
Non si
dovrebbero
quindi
registrare
intoppi o
difficolta'.Infine,
alla richiesta
di parte
sindacale di
rivalutare il
pricing delle
varie
convenzioni al
fine di
ottimizzare e
razionalizzare
al meglio i
costi
soprattutto su
strutture di
eccellenza che
si rivelerebbero
quasi certamente
migliori
rispetto al polo
privato, la
componente
aziendale
chiarisce che
tale materia e'
di competenza
del CdA del
Fondo e quindi
andra' discussa
in quella sede.
La
rappresentazione
dei dati degli
iscritti,
suddivisa per
Regione,
correlata alla
percentuale di
utilizzo del
Fondo evidenzia
che, per alcune
Regioni, il
rapporto tra
utilizzo della
prestazione
diretta e quella
indiretta
risulta
favorevole alla
prima (ad
esempio in
Lombardia e nel
Lazio), in altre
invece si
capovolge
totalmente (ad
esempio in
Piemonte ed in
Veneto). e'
quindi un
fenomeno che puo'
essere oggetto
di riflessione.
La Regione
Calabria si
distingue invece
per la
percentuale di
fruitori del FSI
rispetto agli
iscritti, un
valore molto
distante dalla
media del Gruppo
ISP (79,4%),
pari al 66,1%.
La stima di
chiusura
dell'esercizio
2019, effettuata
sui dati al 31
agosto 2019,
utilizza la
stessa
metodologia
utilizzata per
produrre
l'analoga
valutazione
eseguita lo
scorso anno. I
dati stimano un
aumento del
totale dei
contributi
rispetto
all'anno 2018 di
oltre 7,1 mln di
euro grazie
all'ingresso in
polizza dei
colleghi del
Gruppo ex BV, ed
un aumento delle
prestazioni di
oltre 11,6 mln,
valori che
determinano un
risultato
operativo
negativo per
oltre 5,4 mln di
euro, dato che
rappresenta un
aumento del
disavanzo
rispetto
all'anno
precedente per
quasi 4,5 mln di
euro.
La componente
della stima dei
proventi e degli
oneri finanziari
e' riferita al
bilancio
preventivo di
giugno 2019 ed
e' considerata
prudenziale, nel
senso che la
cifra indicata,
pari a oltre 2,8
mln di euro, si
puo'
ragionevolmente
ritenere
acquisita anche
nella
prospettiva di
un prossimo
shock di mercato.
Anzi, a maggior
ragione, quella
eseguita a fine
settembre
risulterebbe
significativamente
piu' elevata.
Per quanto
rappresentato il
risultato della
gestione
risulterebbe
negativo per
circa 2 mln di
euro, valore che
rappresenta meno
della meta' di
quello
registrato nel
Bilancio 2018,
quindi in
crescita.
La gestione dei
soci attivi a
prestazione
diretta del FSI
e'
caratterizzata
da un calo pari
al 1,7% mentre
si registra un
aumento dei
contributi -
sempre rispetto
al 2018 - del
5,1%. Le
prestazioni
aumentano del
7,7%. Il
risultato
operativo e' in
attivo per oltre
2,1 mln di euro
che, sommato ai
proventi,
determina un
risultato
complessivo
della gestione
pari ad oltre
4,6 mln di euro,
cifra che
sarebbe
interamente
destinata al
contributo di
solidarieta'.
Il numero dei
colleghi in
quiescenza e' in
aumento, il
totale dei
contributi
aumenta del
3,9%, quello
delle
prestazioni
aumenta del
7,9%. Il
risultato
operativo
negativo aumenta
di circa 2 mln
di euro
portandosi a 7,6
mln, valore che,
sommato ai
proventi
finanziari e al
citato
contributo di
solidarieta',
produce un
risultato di
gestione finale
in disavanzo per
circa 2 mln di
euro.
Terminata la
suddetta
esposizione la
componente
aziendale
ritiene, dal suo
punto di vista,
non piu'
necessario
produrre altre
analisi tecniche,
non saprebbe
cosa altro fare.
Comunque sia,
rimane a
disposizione per
ogni altra
ulteriore
esigenza
informativa
delle
rappresentanze
sindacali. Il
prossimo passo
non puo' che
essere una
discussione al
tavolo negoziale
sulle eventuali
misure da
adottare al fine
di mantenere in
equilibrio il
Bilancio del FSI.
Se invece si
ritiene di
attendere ancora,
si attendera'.
La sua
intenzione
sarebbe invece
quella di
affrontare la
situazione, di
prendere una
decisione.
Eventuali
aggiustamenti
e/o
miglioramenti
devono essere
tassativamente
applicati a
partire dal
primo giorno
dell'anno. Se
non sara' il 1o
gennaio 2020
allora dovra'
essere
necessariamente
il 1o gennaio
2021. Infatti
non e' possibile
operare
variazioni
tecniche in
corso d'anno con
effetto
retroattivo.
Terminata questa
prima parte
dell'incontro
l'Azienda coglie
l'occasione per
un aggiornamento
sulle novita'
del FSI.
Anticipa che a
breve sara'
pubblicato un
aggiornamento
delle FAQ
riferite al
settore
anagrafico,
adeguamento che
si rende
necessario a
seguito del
nuovo processo
di censimento
anagrafico. Non
ci sono
mutamenti
sostanziali ma
solo alcune
variazioni delle
FAQ esistenti al
fine di recepire
le modifiche
intervenute.
A breve non sara'
piu' richiesta
per la
variazione
anagrafica la
documentazione
cartacea con
lettera
raccomandata, ma
l'invio di un
documento in
formato pdf
utilizzando i
nuovi canali
comunicativi.
Inoltre saranno
rese disponibili
alcune pillole
informative
prodotte dal
settore
Formazione al
fine di aiutare
i colleghi
nell'attivita'
di censimento
anagrafico. Con
tale ultima
affermazione di
parte aziendale,
si conclude
l'incontro tra
le
rappresentanze
aziendali e
sindacali del "Comitato
Welfare,
Sicurezza e
Sviluppo
Sostenibile"
dedicato al
Fondo Sanitario
del Gruppo ISP.
La
segreteria
Delegazione
Trattante Gruppo
ISP
Milano, 23
ottobre 2019 |