L'equilibrio dei
conti
Premesso che
l'attuale
esercizio
si chiudera'
positivamente in
quanto
l'andamento dei
mercati
apportera' ,
salvo sfracelli
dell'
ultima settimana,
proventi
finanziari pari
al doppio della
perdita dello
scorso esercizio,
consentendo
quindi la
liquidazione
piena delle
prestazioni
differite, la
situazione
futura della
gestione e'
invece motivo di
seria
preoccupazione.
Non si puo'
infatti fare
affidamento
sulla rendita
del patrimonio,
dato che
performance come
quella di
quest'anno
difficilmente si
ripresenteranno
in futuro,
stanti i tassi
attuali delle
obbligazioni e
dei conti di
deposito (la
quota investita
in azioni e'
circa il 15% del
totale e il
Fondo non puo'
certo speculare
in borsa). E'
logico quindi
che questo item
del conto
economico debba
essere lasciato
fuori dalle
analisi.
Le stime di
chiusura
dell'esercizio
in corso
confermano la
riduzione
consistente del
risultato
operativo della
sezione Attivi
(la differenza
fra contributi e
prestazioni), il
cui surplus e'
stato sinora
fondamentale per
garantire il
conferimento
alla sezione
Quiescenti del
contributo di
solidarieta'
nella misura
integrale del 6%
dei contributi
totali. Senza
questo supporto,
la gestione
Quiescenti,
strutturalmente
in perdita, non
ha alcuna
possibilita'
di sopravvivenza.
Anche le stime
dello studio
attuariale (Olivieri)
confermano il
trend e
prevedono che il
risultato
operativo degli
attivi passi in
negativo gia'
dal 2022. Visto
l'andamento
degli ultimi due
anni, mi sembra
una previsione
attendibile.
A questo punto,
il prudente
amministratore
che vuole
garantire
la
continuita'
della gestione
deve, per prima
cosa, stabilire
se e' fra
i suoi scopi un
welfare che
copra tutta la
vita del
lavoratore, sia
durante il
periodo di
attivita' , sia
in quello di
quiescenza. Se
la risposta e'
si' , e quindi
si vuole che i
Pensionati
possano
continuare a far
parte del Fondo
Sanitario, vanno
introdotte
misure atte a
ristabilire
l'equilibrio
della gestione e
queste misure
devono anzitutto
mettere la
Gestione Attivi
in condizione di
fornire
l'indispensabile
contributo di
solidarieta'..
Sul piano della
contribuzione,
l'innalzamento
delle aliquote
relative ai
familiari, a
carico e non a
carico, del
personale in
attivita' ,
adeguandole a
quelle previste
per il personale
in quiescenza,
apporterebbe
cospicue risorse
al conto
economico,
coprendo
pressoche'
integralmente il
fabbisogno che
si e'
venuto a
determinare.
Sul piano delle
prestazioni
e'
indispensabile
una campagna
rivolta a tutti
gli iscritti, in
attivita'
e in pensione,
per indirizzarli
verso quelle in
convenzione,
meno onerose per
il Fondo e,
grazie alla rete
propria e di
Previmedical, in
grado ormai di
coprire il
fabbisogno di
cure su tutto il
territorio
nazionale. E'
scarsamente
spiegabile il
fatto che ancora
oggi, a distanza
di quasi dieci
anni, il regime
delle
prestazioni a
rimborso superi,
per quantita'
di richieste e
per importo
erogato, quello
piu'
conveniente
dell'
assistenza
diretta.
E'
altrettanto
importante
ricordare a
tutti, Attivi e
Quiescenti, che
il Fondo
Sanitario deve
continuare ad
essere
integrativo, e
non sostitutivo
del Servizio
Sanitario
Nazionale.
Ricorrere,
quando possibile
e ove si
disponga di
strutture
d'eccellenza, al
Servizio
Pubblico non
dovrebbe essere
un ripiego, ma
la regola. Fare
le analisi del
sangue
privatamente,
quando si
possono fare con
il SSN senza
appuntamento, e'
solo un'inutile
spreco di denaro.
Qualche
incongruita'
e' inoltre
insita nel
Regolamento in
vigore. Non si
capisce infatti
perche'
agli Attivi non
venga applicata
una franchigia
per i ricoveri
ospedalieri con
intervento
chirurgico. Una
minimo di
partecipazione
ai costi da
parte
dell'iscritto e'
, salvo i casi
di gravi e
identificate
patologie, una
regola di buon
senso. E'
doveroso
richiamare tutti
ad un
comportamento
responsabile che
favorisca il
benessere comune.
La vertenza
giudiziaria
Ultimamente
viene da piu'
parti invocata
la cessazione
della vertenza
che oppone
quattro
componenti del
Consiglio della
Cassa Sanitaria
Intesa (la
Vecchia Cassa),
sostenuti dalle
Associazioni dei
Pensionati
Cariplo e Comit,
contro il Fondo
Sanitario. Alla
base c'e'
l'impugnazione,
da parte dei
quattro colleghi,
della delibera
con la quale il
Consiglio
d'Amministrazione
della Vecchia
Cassa, in data
18/10/2010,
disponeva il
trasferimento di
tutti gli
iscritti e
dell'intero
patrimonio
dell'Associazione
"Cassa
Sanitaria"
all'allora neo
costituito "Fondo
Sanitario".
L'illegittimita'
di tale delibera
e' stata
sancita in due
gradi di
giudizio ed ora
la causa giace
davanti alla
Corte di
Cassazione su
ricorso di
Vecchia Cassa e
Fondo Sanitario,
le parti
soccombenti.
Sull'andamento
della vertenza
esiste una nota
dell'Avvocato
Michele
Iacoviello, del
tutto esaustiva,
che invito a
leggere; da
parte mia vorrei
riassumere
sommariamente
alcuni aspetti
nella stessa
sottolineati.
Il ricorso e'
stato avanzato
dal Fondo e
dalla Cassa e
solo loro lo
possono ritirare.
I pensionati e
le Associazioni
hanno da tempo
dato
disponibilita'
a trovare un
accordo
transattivo.
Da parte mia,
sin dall'inizio
dell'attuale
mandato nel
Consiglio
d'Amministrazione
del Fondo, ho
espresso ai miei
colleghi la
necessita'
di chiudere la
vertenza,
nell'interesse
dell'istituzione.
La mia posizione
e' stata
condivisa dal
alcuni e
drasticamente
respinta da
altri. Pur non
di meno mi sono
recentemente
attivato
affinche'
venisse
reiterato per
iscritto, da
parte dei
ricorrenti e
delle
Associazioni dei
Pensionati,
l'invito a un
tavolo
conciliativo
dove discutere e
trovare un
accordo
aggiornato
all'attuale
situazione del
Fondo Sanitario.
La lettera e'
stata inoltrata,
ma non ha avuto
alcun riscontro.
E' evidente che
alcune fra le
parti trattanti
(autodefinite
Fonti Istitutive)
non gradiscono
intrusioni nel
loro club
esclusivo;
l'invito, piu'
o meno esplicito,
e' di non
disturbare il
manovratore. La
situazione e'
senz'altro
complicata dalla
contemporanea
trattativa sul
rinnovo del
contratto
collettivo
nazionale.
Tuttavia chi ha
realmente a
cuore le sorti
del Fondo non
puo'
accettare di
stare a guardare
attendendo una
sentenza che,
stante la
giurisprudenza,
non puo'
che confermare
quanto stabilito
dai giudici di
primo e secondo
grado. Le
successive
iniziative
giudiziarie, una
volta passata la
sentenza in
giudicato, non
miglioreranno
certo ne'
la situazione
del Fondo, ne'
quella degli
altri attori
coinvolti, fra
cui i
Consiglieri che
hanno approvato
la delibera
illegittima. A
chi sta
realmente a
cuore la tutela
dei lavoratori,
attivi e
pensionati,
spetta di
adoperarsi per
dirimere in modo
equo e
responsabile
questa vicenda,
riportando
ordine nello
Stato
Patrimoniale del
Fondo e serenita'
nell'ambiente.
Le Associazioni
dei pensionati e
i ricorrenti
hanno dimostrato
la loro
disponibilita'.
Sta alle
organizzazioni
sindacali e alla
banca battere un
colpo.
Filippo
Vasta
Milano, 29
novembre 2019 |