FONDO
SANITARIO INTEGRATIVO DEL GRUPPO
INTESA SAN PAOLO
Consiglio d'Amministrazione del
4 giugno 2019
Approvazione del progetto di
bilancio al 31 dicembre 2018 e
decisioni conseguenti, da
sottoporre all'Assemblea dei
Delegati
L'approvazione del Bilancio
d'Esercizio rappresenta il punto
culminante dell'attivita' di
ogni Consiglio di
Amministrazione. Questo vale per
ogni Societa' o Associazione,
riconosciuta o non riconosciuta.
Fa eccezione il nostro Fondo
Sanitario, il cui Consiglio non
ha, per statuto, alcun potere
sulle due voci che costituiscono
i fondamentali dell'attivita'
associativa: i contributi e le
prestazioni. Questi due elementi
basilari del Conto Economico
sono stabiliti da Accordi fra
banca e organizzazioni sindacali,
autocostituitesi come Fonti
Istitutive. L'approvazione del
progetto di bilancio e il suo
passaggio finale all'Assemblea
dei Delegati restano pertanto
atti meramente formali; la
discussione che accompagna
questi riti e' un confronto
sterile, dato che
l'imprescindibile rispetto dello
statuto impedisce qualsiasi
intervento, anche quello dettato
dal piu' ragionevole buon senso.
Io, per primo, non ammetto che
le regole possano essere
derogate: esse vanno
semplicemente e opportunamente
cambiate da chi si e' riservato
tali poteri e questo va fatto
prima che il bilancio venga
portato in Consiglio.
L'andamento dell'esercizio
La perdita sui proventi
finanziari delle due gestioni
L'esercizio 2018 e' stato
sfortunato. I mercati mobiliari
hanno avuto un momento di grave
depressione proprio in
concomitanza con la chiusura del
31 dicembre, salvo poi
recuperare abbondantemente nei
primi mesi del 2019. I principi
contabili non ammettono tuttavia
eccezioni, per cui e' stata
registrata una perdita di euro
-4,1 milioni, dei quali euro
-2,9 milioni imputati al
comparto attivi e euro -1,2
milioni ai quiescenti. E'
evidente che tale performance
negativa ha condizionato il
risultato finale; tuttavia la
buona gestione del Fondo
richiede che l'equilibrio sia
strutturale e non dipendente
dall'andamento dei mercati.
Gestione Attivi - L'attivita'
caratteristica
Quello che maggiormente
preoccupa e', negli Attivi, il
risultato della gestione
assistenziale (contributi meno
prestazioni), passato da +7,8
milioni del 2017 a +4,7 milioni
del 2018. Questo sensibile
declino del risultato positivo
dell'attivita' caratteristica
compromette la formazione
dell'avanzo da destinare al
contributo di solidarieta' a
favore della Gestione Quiescenti
(misura massima: 6% dei
contributi degli Attivi).
Gestione Attivi - Avanzo
d'Esercizio
Il combinato dei due risultati
parziali che precedono e di
altre voci minori portano ad un
risultato d'esercizio di Euro
+2,2 milioni, che vengono
interamente volturati alla
Gestione Quiescenti come
contributo di solidarieta'. Tale
cifra e' ben distante dal 6% dei
contributi (nel 2017 il
contributo di solidarieta' era
stato di euro 6,8 milioni) e
insufficiente a coprire il
disavanzo finale. La gestione
Attivi chiude pertanto a zero.
Gestione Quiescenti -
L'attivita' caratteristica
Il risultato della gestione
assistenziale dei Quiescenti e'
strutturalmente negativo.
Peraltro e' peggiorato, passando
da euro -4,9 milioni del 2017 a
euro -5,7 milioni del 2018.
Gestione Quiescenti -
Disavanzo d'Esercizio
Il combinato di questo risultato,
della perdita finanziaria e di
altre voci minori porta a un
disavanzo di gestione di euro
-6,7 milioni che, grazie al
contributo di solidarieta', si
riduce a euro -4,5 milioni (l'anno
scorso, in virtu' del contributo
di solidarieta' interamente
acquisito, si era arrivati a un
risultato positivo di euro +2.9
milioni accantonati a patrimonio).
Gestione Quiescenti - Il
ripianamento del disavanzo e la
quota differita
Per il ripianamento si applica
l'art. 25 dello statuto che
prevede che esso venga
effettuato utilizzando, in egual
misura, il patrimonio e la quota
differita. La perdita di euro
4,5 milioni viene pertanto
coperta per euro 2,25 milioni
con riserve ed euro 2,25 milioni
attingendo alla quota differita.
Poiche' la quota differita
totale ammonta a euro 4,7
milioni, residuano euro 2,5
milioni, pari al 52,52%, che
verranno distribuiti al 1°
luglio p.v.. Nei vostri
accrediti individuali la
suddetta percentuale verra'
ridotta di pochi centesimi in
quanto il regolamento prevede
che i portatori di handicap
abbiano diritto alla cifra
intera. Si tratta di poche
centinaia di iscritti che
apportano una variazione minima.
La mia dichiarazione in
Consiglio di Amministrazione
Riporto il testo del mio
intervento:
Dichiaro il mio voto contrario
all'approvazione del bilancio.
Tengo a precisare che il mio
disaccordo non dipende dai
numeri da cui il bilancio e'
formato, poiche' ritengo che gli
schemi e la nota integrativa
costituiscano una
rappresentazione veritiera e
corretta dell'andamento
dell'esercizio 2018 e le
deliberazioni per il
ripianamento siano conseguenti e
vincolate allo statuto. Non ho
pertanto alcuna obiezione da
muovere ai colleghi che si
esprimeranno in modo diverso dal
mio, colleghi con i quali ho
condiviso le decisioni assunte
nel corso delle sedute del
Consiglio, nell'ambito delle
materie allo stesso riservate.
Il mio voto contrario e' dovuto
all'impossibilita' di
manifestare l'insoddisfazione
della categoria che rappresento
nelle sedi dove vengono assunte
le decisioni che effettivamente
determinano il risultato
d'esercizio e le deliberazioni
conseguenti. Il primo motivo di
insoddisfazione e' la
persistenza della quota
differita, che comporta
incertezza, scarsa trasparenza
delle prestazioni e
penalizzazione in materia di
fiscalita', soprattutto quando,
come quest'anno, verra'
liquidata parzialmente. La quota
differita affievolisce il
principio di solidarieta', visto
che fa concorrere alla copertura
del disavanzo d'esercizio coloro
che hanno avuto la necessita' di
ricorrere, nell'anno, a
prestazioni a rimborso. Ritengo
infatti che, nella stragrande
maggioranza dei casi, il ricorso
a tale procedura avvenga per
necessita', essendo gia' questa
scelta giustamente piu' costosa
per l'iscritto e fermo restando
che eventuali abusi e
tariffazioni abnormi devono
essere avversati, dotando, se
del caso, il regolamento di
congrue contromisure.
Puntualizzo, per quanto a
conoscenza di tutti, che
l'abolizione della quota
differita non ha alcuna
conseguenza sul risultato
dell'esercizio, ma solo sulle
successive modalita' di
ripianamento del disavanzo e non
costituisce una misura
prudenziale, dato che il Fondo
ha la facolta' di ottenere dagli
iscritti quanto necessario per
coprire le perdite, come e'
purtroppo gia' avvenuto in
passato.
Quest'anno l'andamento dei conti
e' stato influenzato in misura
sensibile dal risultato negativo
della gestione finanziaria.
Dobbiamo pero' renderci conto
che la ricerca dell'equilibrio
dei conti non puo' fare
affidamento sull'andamento
favorevole del mercato mobiliare.
Non sto qui a contestare, dopo
nove anni, la separazione delle
gestioni fra attivi e quiescenti,
ma e' fuori di dubbio che tale
fatto rimanga la causa originale
di ogni successivo accadimento
come e' altrettanto evidente che
lo squilibrio della gestione
quiescenti sia insito nel
fattore anagrafico e che questa
caratteristica sia destinata ad
aggravarsi per la progressiva
diminuzione del rapporto fra il
personale in servizio e quello
in pensione, salvo un radicale e
al momento non prevedibile
mutamento delle politiche
aziendali in tema di personale.
Voglio essere fiducioso che le
Fonti Istitutive abbiano ben
presenti queste considerazioni,
come avranno ben presente la
necessita' di regolare in modo
coerente e sostenibile la
solidarieta' fra le due gestioni.
E' palese che la ricerca
dell'equilibrio della sola
gestione quiescenti mediante
incrementi della contribuzione o
ulteriori compressioni delle
prestazioni porterebbe
all'abbandono della componente
piu' sana della popolazione del
comparto, con un aumento della
morbilita' nella popolazione
residuale. Si finirebbe cosi'
col perseguire un risultato
opposto a quello ricercato e, in
prospettiva, uno stato di crisi
irreversibile del comparto,
evento che non e' nell'interesse
di alcuno, dato che, prima o
poi, la pensione e' il destino
di tutti. Mi auguro che, se
decisioni dovessero essere
assunte, esse siano ragionevoli
e ponderate e che il mio voto
possa essere, negli esercizi
futuri di questo mandato,
diverso da quello che esprimo
quest'anno.
Conclusioni
In questa comunicazione non ci
sono aspetti lusinghieri; voglio
tuttavia concludere con qualche
notazione positiva. In Consiglio
c'e', tutto sommato, un buon
livello di comunicazione e,
rispetto alla mia precedente
esperienza, una maggiore
consapevolezza della necessita'
di mantenere in vita questo
importantissimo presidio anche
dopo il periodo lavorativo. Non
so quanto queste buone
intenzioni riusciranno a farsi
strada a livello di Fonti
Istitutive; mi sento pero' in
dovere di assecondarle, per non
lasciare alcunche' di intentato
nel perseguimento dell'interesse
della nostra categoria.
Milano, 4 giugno 2019
Filippo Vasta
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