Antonio de Rosa ha scritto a Report

 

Un paio di settimane fa il collega Antonio De Rosa (ex Istipaolo) ha scritto a Report, programma di approfondimento di RAI 3,  al quale ha descritto la condizione in cui versano i quiescenti di IntesaSanpaolo, penalizzati rispetto ai dipendenti in servizio sia come qualita' delle prestazioni che come entita' dei rimborsi, per sollecitare un suo approfondimento in merito alla spinosa questione del Fondo Sanitario Integrativo IntesaSanpaolo, .
A tutt'oggi il collega non ha ricevuto alcuna risposta.
Di seguito riproduciamo la mail inviata a Sigfrido Ranucci, conduttore del programma: contiamo di tenervi informati su un eventuale seguito.
 

La mail del 15 maggio indirizzata a Report (RAI 3) all'attenzione di Sigfrido Ranucci

Nel mondo dell'informazione a volte superficiale e condizionato e' noto come Report sia considerato punto di rifermento del giornalismo d'inchiesta con i suoi meticolosi approfondimenti privi di condizionamenti che rispondono in pieno alle esigenze di conoscenza del cittadino piu' esigente.
Queste caratteristiche mi hanno spinto a sottoporre alla Sua attenzione un aspetto della "Sanita' Integrativa" che conosco direttamente al fine di proporre un servizio giornalistico su un argomento di estremo interesse.
La richiesta deriva dalla mia esperienza di fruitore della Sanita' integrativa del Gruppo Intesa Sanpaolo dove ho rilevato gravi incongruenze che snaturano la funzione sociale che tali enti dovrebbero avere. Ad esempio sono assolutamente privi di trasparenza al punto che il CdA ha perfino deliberato all'unanimita' la secretatone dei suoi verbali (dato che come evidenziato dal presidente del CdA non esiste alcun obbligo di legge che ne imponga la pubblicizzazione) e neppure gli iscritti possono visionarli. Ad esempio la composizione degli organi statutari ( 50% all'Azienda e 50% ai sindacati aziendali) escludono dal processo decisionale oltre 65mila pensionati iscritti con i loro nuclei familiari che hanno un regolamento delle prestazioni e delle contribuzioni diverso (pagano di piu' e hanno minori prestazioni in base allo status di pensionato).
Il Fondo Sanitario Integrativo del Gruppo Intesa Sanpaolo (che contrariamente al nome e' una Cassa avente fini esclusivamente assistenziali) parrebbe avere solo il fine economico di fornire un fringe benefit ai dipendenti in servizio, mentre l'esasperata gestione restrittiva nei confronti dei pensionati - che rappresentano quasi un terzo degli iscritti totali - ha permesso di accumulare un patrimonio di oltre 130 milioni di euro, e si atteggia in dispregio dei principi affermati nello Statuto ( art. 2: "Il Fondo Sanitario e' privo di lucro, nell'ambito dei valori mutualistici e di solidarieta' sociale").
La discriminazione operata nei confronti del personale in quiescenza probabilmente deriva dalla prerogativa che la sanita' integrativa e' frutto di contrattazioni aziendali come affermato da una sigla sindacale su Facebook e di cui allego il link e il testo scritto con mie repliche, ed e' quindi esclusiva del personale in servizio.
Conseguentemente i quiescenti risultano un corpo estraneo. La conferma la si puo' trovare nell'assenza di qualsiasi tipo di correttivo a fronte della significativa percentuale di abbandono dei neopensionati (30/35% annuo come da bilanci). Fenomeno incredibilmente ignorato anche dalle OO.SS.
Sulla questione discriminazione ho inoltrato diverse PEC all'allora Ministro della Salute Beatrice Lorenzin  a cui ho avuto un solo riscontro da parte della Direzione Generale della Programmazione Sanitaria e a cui ho replicato  poiche' non sono state fornite risposte pertinenti.
Ho inoltre inviato due pec alla Mefop indirizzate al Presidente Mauro Mare e al Direttore Generale Luigi Ballanti, anch'esse rimaste prive di risposte, in relazione alle affermazioni del FSI riportate sul bilancio 2016 circa il rispetto della non discriminazione degli iscritti  nell'ambito dei lavori atti a stabilire le linee guida dei Fondi Sanitari Integrativi e delle Casse Assistenza, patrocinati proprio dalla Mefop (controllata dal Ministero dell'Economia). Nemmeno i tre prof universitari Pasquale Sandulli, Fabio Marchetti e Paolo De Angelis che hanno partecipato ai lavori e a cui ho sollevato il problema  si sono espressi (ad eccezione del prof. Paolo De Angelis che dopo aver dato un riscontro e' rientrato nell'ombra).
Oltre a quanto allegato, sono in grado di fornire ulteriore documentazione su questi e ulteriori aspetti del piu' grande fondo sanitario integrativo ai fini di una vostra inchiesta sulla sanita' integrativa e sul suo uso distorto.
Rimanendo in attesa di un cenno di riscontro, indipendentemente dalle sue considerazioni sull'argomento, Le invio i miei piu' cordiali saluti.
Antonio De Rosa