Viaggio in Libia
 di Filippo Furia

08 novembre (nona e ultima puntata)
Alle 9 puntuale Kalifa, con cappotto (!), e' pronto per la marcia di trasferimento verso Djerba in una mattinata strana con un vento forte e un cielo, soprattutto verso Est, pieno di grosse nuvole nere; noi andiamo per fortuna verso Ovest dove il cielo e' ancora azzurro, rischiarato pero' da un sole pallido. Puntiamo su Sabratha, altro sito romano di grande rilievo culturale, la citta' del grano o meglio il mercato del grano di quel tempo. Non c'e' la grandiosa magnificenza di Leptis, ma anche Sabratha presenta una sua immagine di grande ricchezza, non solo culturale e artistica. Colpiscono subito, ad esempio, le splendide pavimentazioni stradali  verso le terme a mare, le fontane che abbelliscono il piazzale dove sorge il bel tempio di Antonino, dono alla citta' di qualche ricco mercante, i templi, il Foro e ancora le latrine con i sedili di marmo e belle statue ornamentali. Citta' certamente ricca, citta' certamente centro d'affari che pero' sul lato occidentale offre una chicca a dir poco eccezionale: il tempio di Iside, splendida costruzione in marmo rosa che anche per la particolarita' dell'isolamento rispetto al resto della citta' appare di incredibile bellezza e misticismo, uno splendido sito anche romantico. Qui al tramonto, al tuo fianco una donna, nelle orecchie il rumore del mare, negli occhi le prime stelle deve essere da brivido. Nella sua diversita' rispetto a quello di Leptis, anche il teatro di Sabratha si impone per bellezza e per grandiosita', con il suo colonnato chiuso, ma dove ogni tanto si apre una finestra o sul cielo o sul mare per creare vie di fuga alla fantasia, con i suoi decori lungo la base del palcoscenico, con la sua grande scale'a, che ora vuota fa ancora piu' sensazione. Anche stavolta c'e' una forte scarica emotiva, forse e' proprio l'essere solo a rendere tutto ancora piu' esaltante. Il museo e' chiuso, oggi e' lunedi', peccato per il grande mosaico di Giustiniano che dicono molto bello, sara' per la prossima volta e ricordiamoci di non capitare di lunedi'. Nonostante l'ora non proprio adatta ci fermiamo per il pranzo, ma dalle cucine non arrivano profumi di chorba, i fornelli sono ancora spenti, cosi' ci viene servito un hamburger (sic, sic), stiamo proprio tornando verso casa. Con Kalifa molto brillante nella guida raggiungiamo presto la frontiera, mentre intorno a noi il vento alza grandi nuvole di polvere e sabbia, talmente grandi da far quasi apparire il paesaggio attorno come avvolto dalle nebbie. Comincia la lunga trafila burocratica di frontiera, fatta di mille controlli e di mille esibizioni del passaporto, il buon Kalifa dimostra tutta la sua timidezza o riservatezza, osservando scrupolosamente i turni e le file con il risultato di essere sistematicamente scavalcato dai furbi: tutto il mondo e' paese. Arrivederci Libia, terra pieno di fascino e che gia' crea un senso di nostalgia, ma Inch Allah ora dobbiamo affrontare i tunisini, che in fatto di burocrazia qui non sono certamente da meno, ma con mia grande sorpresa Kalifa sfodera le unghie, o meglio un pacchetto di Marlboro, e come di incanto le procedure si sveltiscono: viene da dire subito un'altra volta, tutto il mondo e' paese. Siamo in Tunisia e il vento ancora rinforza, tanto che gli ulivi, ora di nuovo parte dello scenario, agitano le fronde piegando le chiome sotto le forti raffiche di vento. A Ben Guardane pieghiamo verso destra, lasciando sulla sinistra luoghi dai nomi gia' noti come Medenine, Tataouine, Ksar Ghilane, Chenini, insomma la strada che va verso il Sahara tunisino. Poi Zarzis, mentre lungo la costa, sul mare spumeggiante per le alte onde, stormi di uccelli volteggiano quasi aquiloni portati dal vento, e pur senza sicurezza matematica mi sembra di poter dire che sono fenicotteri. Siamo ormai al ponte romano, ecco l'isola di Djerba e villaggio (turistico) dopo villaggio (turistico) eccoci alfine in citta', nel quartiere chiamato Houmt Souq, eccoci all'Hotel Machrek. Addio Kalifa, silenzioso riservato e timido compagno di viaggio, la strada del ritorno anche per te e' lunga... buon viaggio! Djerba, tanto pubblicizzata dalle agenzie come meta di viaggio a costo molto contenuto e mai considerata per lo scarso interesse, e' ora meta del mio girovagare alla ricerca di curiosita'; un lungo viale alberato, dedicato ovviamente a Bourghiba, conduce verso la Medina, cosi' diversa dalle altre eppure cosi' eguale per il clima e i personaggi. Folla tanta, gente seduta ai bar, gente che gira fra mille botteghe attenta a non inciampare nelle mille ceramiche sparse sulla strada, immancabili i giapponesi, molti i tedeschi, qualche italiano, giovani coppie in viaggio di nozze o similia. Taxiphone per ristabilire un contatto con l'Italia, con casa, tutto bene, tutti bene, ora. Continuo a curiosare nelle botteghe e di fronte ai tanti ori luccicanti sono molto orgoglioso dei miei argenti poveri, per un attimo torno con il pensiero laggiu' tra i tuareg, alle croci di Agades, alle croci tebu. Un giaccone attira la mia attenzione, per Simone? per Davide? per me? nel dubbio diciamo per il clan maschile, chi lo vorra' usare lo usera' e in concreto gia' si sa chi lo fara'! Do' fondo ai dinar residui, messi da parte ovviamente quelli per la cena. Dolore o non dolore, dente o non dente, c'e' ancora voglia di un brik, di un ojja e, perche' no, di un couscous a base di pesce, ma stavolta il tutto innaffiato da un buon bicchiere di vino, viva la tolleranza, abbasso l'integralismo. Il ristorantino e' grazioso in un posto un po' nascosto nei vicoli della Medina, in una piazzetta o meglio in un patio tutto bianco di forte matrice andalusa. Il vento soffia ancora forte, ma le nuvole in cielo hanno lasciato spazio alle stelle, meglio andare a dormire, domani la sveglia e' alle 4,00, l'aereo alle 6,00, poi un altro alle 8,30 e poi un altro ancora alle 12,30, Inch Allah. La vacanza e' proprio finita e non servono tante parole per concludere: con una formula riassuntiva che esprime tutto diciamo solo Inch Allah si tornera'.

Filippo Furia
ultima puntata - seguira' una terza galleria di fotografie


Vocabolarietto
dal grande trionfo del Nettuno, alle celebrazioni di Dioniso, dal mosaico del dominus Julius raffigurante le quattro stagioni allo splendido Virgilio in compagnia delle muse del dramma e della letteratura
brik chorba, una zuppa piccante piatto base nella dieta libica
harissa (salsa piccante)



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Aicha - Kaled