la "(Fu)fi(s) Travel" in Tunisia - di Filippo Furia

quarta puntata - 01 luglio

Alle prime luci dell'alba i salami si risvegliano sotto la tenda berbera, altri invece hanno preferito dormire all'aperto avendo per tetto un cielo di stelle. I nostri cammelli 4x4 scalpitano, ci attende una "lunga" e difficile pista; nei colori del mattino spicca una stupenda sabbia rossa, fine, quasi impalpabile, sorprendente, a toccarla si producono movimenti che danno la sensazione di trovarsi di fronte ad un rivolo d'acqua che scorrendo si frantuma in mille altri rivoli. Per uno strano fenomeno ottico, o forse perche' e' proprio cosi', man mano che avanziamo lungo la pista la sabbia cambia di colore, ora e' bianca, sempre piu' simile al borotalco. Ritorna l'asfalto e all'Ali' Baba' Cafe' facciamo sosta per bere un ottimo meritato the' alla menta e per pro-fumo; gironzoliamo nell'annesso piccolo bazar, pieno delle immancabili rose del deserto, quando un Ali' fa apparire da un contenitore due meravigliosi (si fa per dire) scorpioni e da un altro una curiosita': il pesce sabbia, in realta' una nemmeno tanto grossa lucertola che sembra "nuotare" nella sabbia con il caratteristico movimenti dei pesci. Una nuova piccola scoperta per la nostra collezione di curiosita' poi si riparte verso Douz, ormai non lontana, dove ad attenderci c'e' un nuovo mercato, simile a tanti altri sia per casino che per colori, ma con una chicca in piu': l'angolo del mercato per i cammelli. A caratterizzare questa nuova curiosita' una situazione tutta particolare: due giovani esemplari forse perche' nervosi, forse perche' esuberanti si agitano troppo ed assistiamo cosi' all'impastoiamento, cioe' all'impacchettamento; i due cammellini vengono legati in uno strano modo con le ginocchia ripiegate e con la corda ripassata anche tra le pelotas, a nulla valgono i loro strazianti....a proposito come si chiama il verso del cammello? Non sara' che un turista in preda a mania da souvenir ha chiesto una confezione da viaggio?, chissa', certo che i nostri continuano ad esprimersi in modo molto incazzato. Arriviamo in albergo (bello) e tutti di corsa sotto le docce per togliersi la sabbia di dosso, qualcuno se la ritrova in posti molto delicati e personali, ma la sabbia - si sa - e' insinuante e pure maliziosa. La doccia sembra non bastare, tutti in piscina, il caldo e' torrido, la fame puo' aspettare! Ancora gocciolanti si va a tavola, concentrazione massima su delle deliziose frittelline che si possono ricoprire con salsa di cioccolata a volonta' e poi ancora un po' freschi si va a nanna. Nel tardo pomeriggio varchiamo nuovamente la porta e ritorniamo nel deserto, Douz e' infatti nota come la porta del Sahara, e tra splendide dune non resta che inebriarsi del silenzio, dei colori, del nulla. E' una sorta di esaltazione dell'ego, perche' allontanandosi un po' dal gruppo, comunque casinista (Babi !!! ho detto gli occhiali, gli o.c.c.h.i.a.l.i., tuona perentorio Sergio) non puoi che restare in compagnia dei tuoi pensieri, delle tue ansie, delle tue emozioni. C'e' una splendida barcana, una lunga serie di dune tagliate, quasi a mo' di vele gonfiate dal vento, che cattura la nostra attenzione e le nostre foto, lo scenario e' fantastico, assoluto. Sergio raggiunge la cima di una duna e qui assume posizione strane quasi ducesche, ha sfidato e vinto una difficolta' della natura, e meno male che non c'e' Fulvio, altrimenti l'esaltazione littoria sarebbe stata massima. Ci dirigiamo ora verso l'oasi di Zaafrane, qui c'e' un drompark, dove questa volta con sella comoda ci aspetta una stupenda cammellata in monoposto.
Superata la non facile fase della monta, ci si incammina in gruppo (o in gregge) guidati ancora da un esaltatissimo Sergio che, magari non si stacca un attimo dal pomello saldamente impugnato, sembra il duce che ci conduce verso la luce... Intorno lo spettacolo e' unico, di rara bellezza, l'atmosfera e' calda anche in senso fisico, i cammelli calmi anche se affamati e deliziosamente annacanti (da annacare: sta per cullare in dialetto siculo-calabrese). Poco lontano un "giardino dei silenziosi" rompe l'uniformita' della distesa di sabbia; giardino dei silenziosi, un'espressione poetica e quasi dolce per indicare un luogo triste, un cimitero che qui in pieno deserto fa un certo strano effetto. Siamo giunti all'oasi, si smonta e ci si disseta grazie all'efficienza dell'organizzazione ragazzini locali che sbucano all'improvviso con Coca Cola fredda e soprattutto non belga, prezzi modici 1 dinar. C'e' un bambino con un cucciolo di fennec o volpe del deserto al guinzaglio, clic di foto sempre 1 foto x 1 dinar. Incredibile, da impazzire, da raccontare: Sergio monta a cavallo, a richiesta documentazione cinefotografica, sprezzante del pericolo (!?!), con la paura nella barba e fortunatamente con la jellabah a coprire certe vergogne e la vastita' dei luoghi a sfumarne i ...profumi. Condizionata da tanto ardire, o forse finalmente libera, anche Luciana ardisce, con maggiore dignita' e con chioma bianca al vento si abbandona all'ebbrezza della cavalcata e del cavaliere berbero tutto bardato. Poteva mancare ? a completare il quadro e per non lasciare niente di intentato anche Marilena ci prova a ....farsi rapire dallo sceicco sul cavallo nero per essere condotta nella tenda lontana sotto le stelle e con la luna piena..... Fermo ed energico il richiamo di Mohamed 1^ riporta tutti, anche Marilena, alla realta' di una piccola avventura da 1 dinar. Si fa un po' fatica a staccarsi da questo ambiente, anzi si fa quasi una resistenza passiva indugiando oltre i limiti, ma il posto e' veramente incantevole e la voglia di goderselo totale... poi sui nostri destrieri, ormai quasi provetti meharisti, siamo costretti al ritorno. E' il tramonto, le dune intorno cambiano ancora colore, i raggi violenti del sole scemano, il cielo si pastella di rosa e arancione, il disco di fuoco scende lentamente nel suo grande letto di sabbia. Si rientra in albergo, si cena, si ciacola, si beve il Tibarine, ci si tuffa in piscina, che favola! Anche se nella notte uno strano figuro in burnus cerca di ricordarci che....Sergio travestito con la barba nera, burnus nero, nella notte nera fa un certo effetto.....non si riesce a non sentirsi in pace con se stessi.
Stanchi ci si abbandona al sonno non senza un ultimo pensiero: se questo e' un colpo che Dio ce ne mandi un altro, gia' da domani nella mitica Tozeur!!!!!!



(continua)


Ascolta in sottofondo
Franco Battiato, Alice - I treni di tozeur