quarta puntata - 01 luglio
Alle prime luci dell'alba i salami si risvegliano sotto
la tenda berbera, altri invece hanno preferito dormire
all'aperto avendo per tetto un cielo di stelle. I nostri
cammelli 4x4 scalpitano, ci attende una "lunga" e
difficile pista; nei colori del mattino spicca una
stupenda sabbia rossa, fine, quasi impalpabile,
sorprendente, a toccarla si producono movimenti che
danno la sensazione di trovarsi di fronte ad un rivolo
d'acqua che scorrendo si frantuma in mille altri rivoli.
Per uno strano fenomeno ottico, o forse perche' e' proprio
cosi', man mano che avanziamo lungo la pista la sabbia
cambia di colore, ora e' bianca, sempre piu' simile al
borotalco. Ritorna l'asfalto e all'Ali' Baba' Cafe'
facciamo sosta per bere un ottimo meritato the' alla
menta e per pro-fumo; gironzoliamo nell'annesso piccolo
bazar, pieno delle immancabili rose del deserto, quando
un Ali' fa apparire da un contenitore due meravigliosi
(si fa per dire) scorpioni e da un altro una curiosita':
il pesce sabbia, in realta' una nemmeno tanto grossa
lucertola che sembra "nuotare" nella sabbia con il
caratteristico movimenti dei pesci. Una nuova piccola
scoperta per la nostra collezione di curiosita' poi si
riparte verso Douz, ormai non lontana, dove ad
attenderci c'e' un nuovo mercato, simile a tanti altri
sia per casino che per colori, ma con una chicca in piu':
l'angolo del mercato per i cammelli. A caratterizzare
questa nuova curiosita' una situazione tutta
particolare: due giovani esemplari forse perche'
nervosi, forse perche' esuberanti si agitano troppo ed
assistiamo cosi' all'impastoiamento,
cioe' all'impacchettamento; i due cammellini vengono
legati in uno strano modo con le ginocchia ripiegate e
con la corda ripassata anche tra le pelotas, a nulla
valgono i loro strazianti....a proposito come si chiama il
verso del cammello? Non sara' che un turista in preda a
mania da souvenir ha chiesto una confezione da viaggio?,
chissa', certo che i nostri continuano ad esprimersi in
modo molto incazzato. Arriviamo in albergo (bello) e
tutti di corsa sotto le docce per togliersi la sabbia di
dosso, qualcuno se la ritrova in posti molto delicati e
personali, ma la sabbia - si sa - e' insinuante e pure
maliziosa. La doccia sembra non bastare, tutti in
piscina, il caldo e' torrido, la fame puo' aspettare!
Ancora gocciolanti si va a tavola, concentrazione
massima su delle deliziose frittelline che si possono
ricoprire con salsa di cioccolata a volonta' e poi ancora
un po' freschi si va a nanna. Nel tardo pomeriggio
varchiamo nuovamente la porta e ritorniamo nel deserto,
Douz e' infatti nota come la porta del Sahara, e tra
splendide dune non resta che inebriarsi del silenzio,
dei colori, del nulla. E' una sorta di esaltazione
dell'ego, perche' allontanandosi un po' dal gruppo,
comunque casinista (Babi !!! ho detto gli occhiali, gli
o.c.c.h.i.a.l.i., tuona perentorio Sergio) non puoi che
restare in compagnia dei tuoi pensieri, delle tue ansie,
delle tue emozioni. C'e' una splendida barcana, una lunga
serie di dune tagliate, quasi a mo' di vele gonfiate dal
vento, che cattura la nostra attenzione e le nostre
foto, lo scenario e' fantastico, assoluto. Sergio
raggiunge la cima di una duna e qui assume posizione
strane quasi ducesche, ha sfidato e vinto una difficolta'
della natura, e meno male che non c'e' Fulvio, altrimenti
l'esaltazione littoria sarebbe stata massima. Ci
dirigiamo ora verso l'oasi di Zaafrane, qui c'e' un drompark, dove questa volta con sella comoda ci aspetta
una stupenda cammellata in monoposto.
Superata la non facile fase della monta, ci si incammina
in gruppo (o in gregge) guidati ancora da un
esaltatissimo Sergio che, magari non si stacca un attimo
dal pomello saldamente impugnato, sembra il duce che ci
conduce verso la luce... Intorno lo spettacolo e' unico,
di rara bellezza, l'atmosfera e' calda anche in senso
fisico, i cammelli calmi anche se affamati e
deliziosamente annacanti (da annacare: sta per cullare
in dialetto siculo-calabrese). Poco lontano un "giardino dei silenziosi" rompe l'uniformita' della
distesa di sabbia; giardino dei silenziosi,
un'espressione poetica e quasi dolce per indicare un
luogo triste, un cimitero che qui in pieno deserto fa un
certo strano effetto. Siamo giunti all'oasi, si smonta e
ci si disseta grazie all'efficienza dell'organizzazione
ragazzini locali che sbucano all'improvviso con Coca
Cola fredda e soprattutto non belga, prezzi modici 1 dinar. C'e' un bambino con un cucciolo di fennec o volpe
del deserto al guinzaglio, clic di foto sempre 1 foto x
1 dinar. Incredibile, da impazzire, da raccontare:
Sergio monta a cavallo, a richiesta documentazione
cinefotografica, sprezzante del pericolo (!?!), con la
paura nella barba e fortunatamente con la jellabah a
coprire certe vergogne e la vastita' dei luoghi a
sfumarne i ...profumi. Condizionata da tanto ardire, o
forse finalmente libera, anche Luciana ardisce, con
maggiore dignita' e con chioma bianca al vento si
abbandona all'ebbrezza della cavalcata e del cavaliere
berbero tutto bardato. Poteva mancare ? a completare il
quadro e per non lasciare niente di intentato anche
Marilena ci prova a ....farsi rapire dallo sceicco sul
cavallo nero per essere condotta nella tenda lontana
sotto le stelle e con la luna piena..... Fermo ed energico
il richiamo di Mohamed 1^ riporta tutti, anche Marilena,
alla realta' di una piccola avventura da 1 dinar. Si fa
un po' fatica a staccarsi da questo ambiente, anzi si fa
quasi una resistenza passiva indugiando oltre i limiti,
ma il posto e' veramente incantevole e la voglia di
goderselo totale... poi sui nostri destrieri, ormai quasi
provetti meharisti, siamo costretti al ritorno. E' il
tramonto, le dune intorno cambiano ancora colore, i
raggi violenti del sole scemano, il cielo si pastella di
rosa e arancione, il disco di fuoco scende lentamente
nel suo grande letto di sabbia. Si rientra in albergo,
si cena, si ciacola, si beve il Tibarine, ci si tuffa in
piscina, che favola! Anche se nella notte uno strano
figuro in burnus cerca di ricordarci che....Sergio
travestito con la barba nera, burnus nero, nella notte
nera fa un certo effetto.....non si riesce a non sentirsi
in pace con se stessi.
Stanchi ci si abbandona al sonno non senza un ultimo
pensiero: se questo e' un colpo che Dio ce ne mandi un
altro, gia' da domani nella mitica Tozeur!!!!!!
(continua)
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Franco Battiato, Alice - I treni di tozeur