sesta puntata - 03 luglio
Lasciamo Tozeur mentre nei nostri occhi scorrono le
immagini delle case a mattoncini, della grande giara a
mo' di monumento, pure di mattoncini, della grande porta
della citta' su cui spicca una scritta molto
significativa e riassuntiva della doppiamente calda
atmosfera: beati coloro che vivono vicino al paradiso,
dove per paradiso si intende l'oasi, a testimonianza
dell'importanza per questa gente delle palme, dell'acqua
e del... fresco. Viaggiamo ora in direzione delle
montagne, verso nord-ovest, seguendo una pista lungo lo
Chott el Gharsa, un'altra grande depressione salina,
affascinante solo un po' piu' piccola del Jerid; stiamo
per raggiungere le oasi di montagna, prima tappa Chebika
e prima grande sorpresa: di fronte a noi si apre uno
scenario incredibilmente bello, aspro, bruciato dal sole
e scolpito dal vento, montagne spaccate da grandi
canyons scavati da piccoli corsi d'acqua nei secoli, le
fonti per il miracolo verde che con la sua macchia di
colore riempie questa gola con centinaia di palme. Il
contrasto e' violento e percio' ancora piu'
affascinante, neanche la presenza di un set
cinematografico altera la naturale bellezza di questo
luogo. Ci riesce e bene un gruppo di spagnoli che quanto
a casino... aridateje Franco; ecco la piccola sorgente
di vita sul fondo della gola, un fiottino veramente
sottile che ancora una volta ci riporta alla parola
miracolo della natura, che qui significa soprattutto
acqua, come testimoniano le piccole rane, le palme e,
perche' no, anche le cavallette. Uno spettacolo completo
decisamente inatteso o comunque molto al di sopra delle
aspettative, con ancora maggiore entusiasmo proseguiamo
verso Tamerza, la seconda tappa. Lungo il breve tratto
di strada si aprono notevoli terrazze panoramiche con
scorci sullo Chott, su altri grandi canyons mentre la
strada e' un lungo saliscendi; quasi un piccolo
rimpianto per la Lezard rouge, la lucertola rossa, un
trenino che gira tra queste montagne e queste gole, un
piccolo Orient-Express in miniatura. Ma non c'e' tempo
per i rammarichi, la piccola cascata di Tamerza e la sua
pozza ci lasciano stupiti, ancora in uno scenario arido
e riarso un piccolo corso d'acqua che sgorga dalla
montagna crea un altro incredibile spettacolo.
A prima vista la pozza non invita a fare il bagno, che
pure ci e' stato dato come possibile, l'acqua e' torbida
e le rane con il loro gracidare sembrano dire 'non
rompete'... ma e' troppa la voglia del getto fresco, di
una doccia molto particolare, ogni dubbio cade, ogni
raziocinante approccio alla Sergio viene abbandonato e
stavolta neanche il parere medico di Guglielmo viene
ascoltato, in fondo e' uno psichiatra! Cosi' prima uno
incosciente, poi altri timidi, poi quasi tutti scendono
nelle fredde acque della pozza per raggiungere il salto
che porta giu' con una certa violenza una calda, si'
proprio calda, acqua. E' una sensazione bellissima,
particolare, unica, quasi infantile per l'emozione che
da'. Al ritorno dalla cascata facciamo piu' caso ad
un'altra macchia di colore prima sottovalutata, per no
dire sfuggita: l'immancabile mercatino, pieno di
immancabili rose del deserto, ovviamente, ma anche di
kefia o di chechia (si pronuncia scescia) che il leggero
vento agita cerando quasi un arcobaleno. Un urlo
straziante: Sergio e' alle prese con Andreas, un docile
asinello, e non e' come pensate, l'urlo non e' di
Andreas schiacciato dal peso di Sergio, ma proprio di
Sergio che forse considera Andreas alla stregua di un
destriero da rodeo. Pur se scatenato finalmente il
nostro non dimentica la prudenza e parte il suo invito a
ragionare prima di affrontare qualsiasi cosa, non ci
resta che ... ridere!!!!!
Terza tappa Mide's e tutte le signore entrano in
fibrillazione: Federica sin dall'inizio del viaggio ha
creato un'attesa per questa tappa dove si incontrera'
l'uomo dei tatuaggi, il fascinoso (stavolta bah!) Aziz.
Ovviamente tutte deluse, all'oasi Aziz non c'e' e molto
piu' saggiamente si lasciano interessare da qualcosa di
piu' concretamente affascinante come l'oasi che si apre
davanti a noi, come lo ouedi, come il canyon (40 mt. di
profondita') sul cui fondo in un'ansa esplode un'altra
macchia di verde. Per qualcuno questo posto puo'
significare l'inizio di un nuovo sogno da realizzare:
poche centinaia di metri piu' in la' comincia il
territorio algerino, ne vediamo il posto di confine. Una
meta ambita e per ora proibita dove ci aspettano il
Tassili Najjer, l'Akakus, i monti dell'Hoggar senza
alcun dubbio gli scenari piu' affascinanti dell'intera
area sahariana. Un cicaleccio rompe il sogno, e'
arrivato Aziz e nell'oasi gli oh e gli uh e gli ah delle
donzelle riescono a sovrastare i buuuh dei maschietti.
Molto professionale Aziz resta freddo e distaccato, si
decide che operera' sui corpi direttamente in albergo
nel tardo pomeriggio; albergo, piuttosto meglio una
struttura quasi folle a 4 stelle sup. inserita in un
contesto cosi' 'povero' fatto da un'oasi, un villaggio
di poche case in piedi e un villaggio di altre poche
case diroccate distrutto da una pioggia torrenziale di
tanti anni fa. Questo e' il luogo dove c'e' il Tamerza
Palace, un elogio della follia, un elogio alla follia;
belle stanze, piscina grande, bei saloni, bello tutto
tranne, ahime', il ristorante dove qualche stella cade
come nella notte di San Lorenzo, soprattutto quando
viene servita la famosa e unica Controsoletta alla
Guglielmo (per lo chef controfiletto). La siesta e'
premiante, ma prima godiamo, fumando una sigaretta e
sorseggiando un buon caffe', dello spettacolo che si
apre sotto di noi con squarci sull'oasi e sul villaggio
diroccato, da cui ci divide il letto di un fiume che non
scorre perche' non c'e'. Buon riposo. Di corsa a la
piscine, bisogna infatti passare da un corridoio dove
l'aria condizionata non funziona e sembra molto simile
all'inferno con le caratteristiche 3 c, c... che caldo.
Sorpresissima, il cielo si e' coperto di nuvole
abbastanza minacciose, lontano il brontolio di un tuono,
poi sempre piu' vicino, sarebbe una chicca da
incorniciare avere la pioggia in piena regione sahariana
nel mese di luglio; una, due tre gocce... e' tutto,
sorge il dubbio di un fuori programma organizzato dalla
Francorosso con la collaborazione dell'EPTT pro turisti,
comunque accontentiamoci, e' gia' abbastanza. Il sole
torna presto a splendere nell'... ombelico di Cristina
con un tatoo praticato dal maestro Aziz, il quale anche
se deludente come bbbono riesce a catturare la scena e
parecchi dinar soddisfacendo i desideri di uomini
(pochi) e donne (tante). Chi con un segno berbero, chi
con uno scorpione, chi con il proprio nome scritto con
caratteri arabi, chi con un sole strategicamente
posizionato, ad Aziz solo pochi duri hanno resistito.
Credo si intuisca l'atmosfera, tutti un po' piu'
bambini, tutti molto sereni, tutti dal tubista allo
psichiatra, dal bancario attivo a quello in pensione si
abbandonano allo sciallo piu' totale. Qualcuno,
frenetico, ha il coraggio di proporre 4 passi (= 4 Km)
fino al villaggio, no generale dei posapiano. Ripiegano,
gli equilibrati, molto piu' modestamente sulla visita
del villaggio abbandonato, di fronte all'albergo. Al
rientro racconti mirabolanti di avventure (la romantica
donna piemontese sfiorata dall'incontro...), di bambini
che spuntano dal nulla, di Sergio che gasato e lanciato
(buon segno per il prossimo viaggio) ha trovato qui
addirittura la guida per il nostro viaggio in... Libia.
Tra queste chiacchiere giunge l'ora di cena e
immnacabile dopo la controsoletta arriva il mattone
sotto forma di mousse di dattero...., e meno male che
poi c'e' la Tibarine liquore amarognolo ricavato dal...
dattero, insomma bisognera' pure utilizzare il frutto di
migliaia di palme in qualche modo. Dopo cena con tutti
intorno alla piscina, tra lazzi frizzi ed intrallazzi e
qualche altra Tibarine volano i primi spruzzi
dell'ennesimo tonificante e rinfrescante tuffo in
piscina; lasciamo che la palpebra cali lentamente,
mentre un suono lontano di un flauto con le sue note un
po' stonate ci culla nel sogno di questa bella notte
senza luna (a proposito dov'e' la luna?). Finisce cosi'
un'altra bella ed intensa giornata.
(continua)
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sottofondo
Franco Battiato, Alice - I treni di tozeur