la "(Fu)fi(s) Travel" in Tunisia - di Filippo Furia

sesta puntata - 03 luglio

Lasciamo Tozeur mentre nei nostri occhi scorrono le immagini delle case a mattoncini, della grande giara a mo' di monumento, pure di mattoncini, della grande porta della citta' su cui spicca una scritta molto significativa e riassuntiva della doppiamente calda atmosfera: beati coloro che vivono vicino al paradiso, dove per paradiso si intende l'oasi, a testimonianza dell'importanza per questa gente delle palme, dell'acqua e del... fresco. Viaggiamo ora in direzione delle montagne, verso nord-ovest, seguendo una pista lungo lo Chott el Gharsa, un'altra grande depressione salina, affascinante solo un po' piu' piccola del Jerid; stiamo per raggiungere le oasi di montagna, prima tappa Chebika e prima grande sorpresa: di fronte a noi si apre uno scenario incredibilmente bello, aspro, bruciato dal sole e scolpito dal vento, montagne spaccate da grandi canyons scavati da piccoli corsi d'acqua nei secoli, le fonti per il miracolo verde che con la sua macchia di colore riempie questa gola con centinaia di palme. Il contrasto e' violento e percio' ancora piu' affascinante, neanche la presenza di un set cinematografico altera la naturale bellezza di questo luogo. Ci riesce e bene un gruppo di spagnoli che quanto a casino... aridateje Franco; ecco la piccola sorgente di vita sul fondo della gola, un fiottino veramente sottile che ancora una volta ci riporta alla parola miracolo della natura, che qui significa soprattutto acqua, come testimoniano le piccole rane, le palme e, perche' no, anche le cavallette. Uno spettacolo completo decisamente inatteso o comunque molto al di sopra delle aspettative, con ancora maggiore entusiasmo proseguiamo verso Tamerza, la seconda tappa. Lungo il breve tratto di strada si aprono notevoli terrazze panoramiche con scorci sullo Chott, su altri grandi canyons mentre la strada e' un lungo saliscendi; quasi un piccolo rimpianto per la Lezard rouge, la lucertola rossa, un trenino che gira tra queste montagne e queste gole, un piccolo Orient-Express in miniatura. Ma non c'e' tempo per i rammarichi, la piccola cascata di Tamerza e la sua pozza ci lasciano stupiti, ancora in uno scenario arido e riarso un piccolo corso d'acqua che sgorga dalla montagna crea un altro incredibile spettacolo.
A prima vista la pozza non invita a fare il bagno, che pure ci e' stato dato come possibile, l'acqua e' torbida e le rane con il loro gracidare sembrano dire 'non rompete'... ma e' troppa la voglia del getto fresco, di una doccia molto particolare, ogni dubbio cade, ogni raziocinante approccio alla Sergio viene abbandonato e stavolta neanche il parere medico di Guglielmo viene ascoltato, in fondo e' uno psichiatra! Cosi' prima uno incosciente, poi altri timidi, poi quasi tutti scendono nelle fredde acque della pozza per raggiungere il salto che porta giu' con una certa violenza una calda, si' proprio calda, acqua. E' una sensazione bellissima, particolare, unica, quasi infantile per l'emozione che da'. Al ritorno dalla cascata facciamo piu' caso ad un'altra macchia di colore prima sottovalutata, per no dire sfuggita: l'immancabile mercatino, pieno di immancabili rose del deserto, ovviamente, ma anche di kefia o di chechia (si pronuncia scescia) che il leggero vento agita cerando quasi un arcobaleno. Un urlo straziante: Sergio e' alle prese con Andreas, un docile asinello, e non e' come pensate, l'urlo non e' di Andreas schiacciato dal peso di Sergio, ma proprio di Sergio che forse considera Andreas alla stregua di un destriero da rodeo. Pur se scatenato finalmente il nostro non dimentica la prudenza e parte il suo invito a ragionare prima di affrontare qualsiasi cosa, non ci resta che ... ridere!!!!!
Terza tappa Mide's e tutte le signore entrano in fibrillazione: Federica sin dall'inizio del viaggio ha creato un'attesa per questa tappa dove si incontrera' l'uomo dei tatuaggi, il fascinoso (stavolta bah!) Aziz. Ovviamente tutte deluse, all'oasi Aziz non c'e' e molto piu' saggiamente si lasciano interessare da qualcosa di piu' concretamente affascinante come l'oasi che si apre davanti a noi, come lo ouedi, come il canyon (40 mt. di profondita') sul cui fondo in un'ansa esplode un'altra macchia di verde. Per qualcuno questo posto puo' significare l'inizio di un nuovo sogno da realizzare: poche centinaia di metri piu' in la' comincia il territorio algerino, ne vediamo il posto di confine. Una meta ambita e per ora proibita dove ci aspettano il Tassili Najjer, l'Akakus, i monti dell'Hoggar senza alcun dubbio gli scenari piu' affascinanti dell'intera area sahariana. Un cicaleccio rompe il sogno, e' arrivato Aziz e nell'oasi gli oh e gli uh e gli ah delle donzelle riescono a sovrastare i buuuh dei maschietti. Molto professionale Aziz resta freddo e distaccato, si decide che operera' sui corpi direttamente in albergo nel tardo pomeriggio; albergo, piuttosto meglio una struttura quasi folle a 4 stelle sup. inserita in un contesto cosi' 'povero' fatto da un'oasi, un villaggio di poche case in piedi e un villaggio di altre poche case diroccate distrutto da una pioggia torrenziale di tanti anni fa. Questo e' il luogo dove c'e' il Tamerza Palace, un elogio della follia, un elogio alla follia; belle stanze, piscina grande, bei saloni, bello tutto tranne, ahime', il ristorante dove qualche stella cade come nella notte di San Lorenzo, soprattutto quando viene servita la famosa e unica Controsoletta alla Guglielmo (per lo chef controfiletto). La siesta e' premiante, ma prima godiamo, fumando una sigaretta e sorseggiando un buon caffe', dello spettacolo che si apre sotto di noi con squarci sull'oasi e sul villaggio diroccato, da cui ci divide il letto di un fiume che non scorre perche' non c'e'. Buon riposo. Di corsa a la piscine, bisogna infatti passare da un corridoio dove l'aria condizionata non funziona e sembra molto simile all'inferno con le caratteristiche 3 c, c... che caldo. Sorpresissima, il cielo si e' coperto di nuvole abbastanza minacciose, lontano il brontolio di un tuono, poi sempre piu' vicino, sarebbe una chicca da incorniciare avere la pioggia in piena regione sahariana nel mese di luglio; una, due tre gocce... e' tutto, sorge il dubbio di un fuori programma organizzato dalla Francorosso con la collaborazione dell'EPTT pro turisti, comunque accontentiamoci, e' gia' abbastanza. Il sole torna presto a splendere nell'... ombelico di Cristina con un tatoo praticato dal maestro Aziz, il quale anche se deludente come bbbono riesce a catturare la scena e parecchi dinar soddisfacendo i desideri di uomini (pochi) e donne (tante). Chi con un segno berbero, chi con uno scorpione, chi con il proprio nome scritto con caratteri arabi, chi con un sole strategicamente posizionato, ad Aziz solo pochi duri hanno resistito. Credo si intuisca l'atmosfera, tutti un po' piu' bambini, tutti molto sereni, tutti dal tubista allo psichiatra, dal bancario attivo a quello in pensione si abbandonano allo sciallo piu' totale. Qualcuno, frenetico, ha il coraggio di proporre 4 passi (= 4 Km) fino al villaggio, no generale dei posapiano. Ripiegano, gli equilibrati, molto piu' modestamente sulla visita del villaggio abbandonato, di fronte all'albergo. Al rientro racconti mirabolanti di avventure (la romantica donna piemontese sfiorata dall'incontro...), di bambini che spuntano dal nulla, di Sergio che gasato e lanciato (buon segno per il prossimo viaggio) ha trovato qui addirittura la guida per il nostro viaggio in... Libia. Tra queste chiacchiere giunge l'ora di cena e immnacabile dopo la controsoletta arriva il mattone sotto forma di mousse di dattero...., e meno male che poi c'e' la Tibarine liquore amarognolo ricavato dal... dattero, insomma bisognera' pure utilizzare il frutto di migliaia di palme in qualche modo. Dopo cena con tutti intorno alla piscina, tra lazzi frizzi ed intrallazzi e qualche altra Tibarine volano i primi spruzzi dell'ennesimo tonificante e rinfrescante tuffo in piscina; lasciamo che la palpebra cali lentamente, mentre un suono lontano di un flauto con le sue note un po' stonate ci culla nel sogno di questa bella notte senza luna (a proposito dov'e' la luna?). Finisce cosi' un'altra bella ed intensa giornata.



(continua)


Ascolta in sottofondo
Franco Battiato, Alice - I treni di tozeur