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IL PONTE
DEL DIAVOLO
Un mattino di primavera, il cacciatore Bambam usci' alla
ricerca di pernici col suo cane Saltafoss a lato e il
trombone a tracolla. Camminava spedito e baldanzoso,
dirigendosi verso la boscaglia e andava dicendo tra se': "Oggi
si' che sara' una buona giornata, me lo dice il cuore!
Arrivero' per primo nella foresta e tutte le pernici saranno
mie: ho scommesso con gli amici all'osteria che sarei
tornato con il carniere pieno e voglio far restare tutti con
un palmo di naso. Saro' proclamato il cacciatore piu' abile
della regione!".
Tra questi ottimistici pensieri arrivo' al fiume che lo
divideva dalla foresta. Ma qui lo aspettava un dispiacere.
Il fiume era in piena, cosi' che a stento gli argini
riuscivano a contenerlo e Bambam non avrebbe potuto di certo,
con il semplice ausilio degli stivali, attraversarlo a guado
come aveva sempre fatto sino ad allora.
Come fare? Pensa e ripensa, grattandosi la testa sotto il
cappello di cuoio, infine gli venne in mente di rivolgersi a
certi suoi Santi protettori. "San Ciriaco, San Bobbio"
comincio' allora "San Bernardo mio, per carita', fammi
trovare un ponte per raggiungere la foresta, altrimenti
perdero' la scommessa e saro' disonorato". In realta' pareva
che i suoi Santi non l'ascoltassero affatto.
Bambam si rivolse direttamente al Signore: "Signore mio,"
gli si rivolse con franchezza, inginocchiandosi "fammi
trovare un ponte! Di qua dal ponte non c'e' l'ombra di un
uccelletto: Pensa un po' che vergogna tornare al paese senza
un bottino! Di la' del fiume c'e' la foresta piena di
pernici..." Signore mio, fammi trovare un ponte!". Ma per
quanto fervidamente pregasse, ponti non comparivano ne' a
destra ne' a manca.
Allora Bambam, adirato, si lascio' sfuggire queste parole: "M'aiutasse
almeno il Diavolo, m'aiutasse...!".
Non aveva ancora finito di profferir questo che il Diavolo
comparve, chissa' da dove, perche', si sa, il Diavolo arriva
appena si sente nominato, senza farsi aspettare.
"Eccomi a te, Bambam" esclamo' sorridente e premuroso "Che
cosa desideri?".
E Bambam, un po' spaventato da questa sollecita apparizione:
"Vorrei, ecco, vorrei passare nella foresta a caccia di
pernici. Ma presto! Prima che arrivino altri cacciatori,
altrimenti saro' rovinato. Ho scommesso all'osteria e...".
"So tutto!" lo interruppe il Diavolo "Ci penso io, ti faro'
un bellissimo ponte in meno di mezz'ora. Pero' dobbiamo
accordarci bene prima: che cosa mi darai in cambio del ponte?".
"Quello che vuoi!" esclamo', incautamente, Bambam.
E il Diavolo, senza attendere troppo: "Voglio che tu mi
prometta, in cambio, la tua anima!".
"Oh" fece il cacciatore "L'anima mia in cambio del ponte!
Non ti pare un po' troppo?".
"Allora non ne facciamo niente!" e il Diavolo gli volto' le
spalle per andarsene.
"Un po' di pazienza! Vediamo: ecco, l'anima mia no, ma ti
prometto l'anima del primo che passera' sopra il ponte. Ti
puo' andare altrettanto bene?".
Il Diavolo si accontento': un'anima o un'altra per lui era
la stessa cosa, si trattava di pazientare una mezz'oretta,
che arrivassero gli altri cacciatori.
Cosi' il patto fu concluso.
Pietre, terriccio, bastoni... In un baleno il ponte fu
pronto: bello, elegante, robusto, arcuato a schiena d'asino.
"E' un capolavoro!" dichiaro' il Diavolo, soddisfatto. Poi
si mise dall'altra parte del ponte in attesa, ridacchiando
malignamente.
Allora Bambam chiamo' con un fischio il suo cane Saltafoss
e, quand'esso gli fu vicino, lancio' un sasso sul ponte. E
Saltafoss, scatto' di corsa verso il sasso, attraversando il
ponte per tutta la sua lunghezza.
"Prenditi pure l'anima del mio cane!" grido' Bambam
allegramente "E' lui il primo che ha attraversato il ponte.
E sta attento un'altra volta ai patti che fai!".
Il gioco era riuscito.
"All'inferno, dannato cacciatore!" urlo' il Diavolo,
infuriato per la sconfitta. All'inferno dovette invece
tornare lui, naturalmente, portandosi l'anima di quel povero
Saltafoss. Ma, prima di andarsene, per vendicarsi d'esser
stato burlato, sferro' un potentissimo calcio al ponte, che
ne fu deteriorato.
Pur cosi' mal ridotto, il ponte c'e' ancora, a cavalcioni
del fiume. Per quanto la gente di quei luoghi abbia cercato
piu' volte di aggiustarlo, non e' mai riuscita nell'intento.
Alla prima bufera, ferri, mattoni e cemento, messi dalla
mano dell'uomo a riparo del ponte, cedono e crollano. Rimane
invece il "Ponte del Diavolo", cosi' sconquassato e
smozzicato, ma sempre percorribile. E durera' - come il
Diavolo ha promesso - quanto durera' la Terra.
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