Letture per non dormire - un libro di Massimo Messa

20 - IL  PONTE DEL DIAVOLO
 

Un mattino di primavera, il cacciatore Bambam usci' alla ricerca di pernici col suo cane Saltafoss a lato e il trombone a tracolla. Camminava spedito e baldanzoso, dirigendosi verso la boscaglia e andava dicendo tra se': "Oggi si' che sara' una buona giornata, me lo dice il cuore! Arrivero' per primo nella foresta e tutte le pernici saranno mie: ho scommesso con gli amici all'osteria che sarei tornato con il carniere pieno e voglio far restare tutti con un palmo di naso. Saro' proclamato il cacciatore piu' abile della regione!".

Tra questi ottimistici pensieri arrivo' al fiume che lo divideva dalla foresta. Ma qui lo aspettava un dispiacere. Il fiume era in piena, cosi' che a stento gli argini riuscivano a contenerlo e Bambam non avrebbe potuto di certo, con il semplice ausilio degli stivali, attraversarlo a guado come aveva sempre fatto sino ad allora.

Come fare? Pensa e ripensa, grattandosi la testa sotto il cappello di cuoio, infine gli venne in mente di rivolgersi a certi suoi Santi protettori. "San Ciriaco, San Bobbio" comincio' allora "San Bernardo mio, per carita', fammi trovare un ponte per raggiungere la foresta, altrimenti perdero' la scommessa e saro' disonorato". In realta' pareva che i suoi Santi non l'ascoltassero affatto.

Bambam si rivolse direttamente al Signore: "Signore mio," gli si rivolse con franchezza, inginocchiandosi "fammi trovare un ponte! Di qua dal ponte non c'e' l'ombra di un uccelletto: Pensa un po' che vergogna tornare al paese senza un bottino! Di la' del fiume c'e' la foresta piena di pernici..." Signore mio, fammi trovare un ponte!". Ma per quanto fervidamente pregasse, ponti non comparivano ne' a destra ne' a manca.

Allora Bambam, adirato, si lascio' sfuggire queste parole: "M'aiutasse almeno il Diavolo, m'aiutasse...!".

Non aveva ancora finito di profferir questo che il Diavolo comparve, chissa' da dove, perche', si sa, il Diavolo arriva appena si sente nominato, senza farsi aspettare.
"Eccomi a te, Bambam" esclamo' sorridente e premuroso "Che cosa desideri?".
E Bambam, un po' spaventato da questa sollecita apparizione: "Vorrei, ecco, vorrei passare nella foresta a caccia di pernici. Ma presto! Prima che arrivino altri cacciatori, altrimenti saro' rovinato. Ho scommesso all'osteria e...".
"So tutto!" lo interruppe il Diavolo "Ci penso io, ti faro' un bellissimo ponte in meno di mezz'ora. Pero' dobbiamo accordarci bene prima: che cosa mi darai in cambio del ponte?".
"Quello che vuoi!" esclamo', incautamente, Bambam.
E il Diavolo, senza attendere troppo: "Voglio che tu mi prometta, in cambio, la tua anima!".
"Oh" fece il cacciatore "L'anima mia in cambio del ponte! Non ti pare un po' troppo?".
"Allora non ne facciamo niente!" e il Diavolo gli volto' le spalle per andarsene.
"Un po' di pazienza! Vediamo: ecco, l'anima mia no, ma ti prometto l'anima del primo che passera' sopra il ponte. Ti puo' andare altrettanto bene?".

Il Diavolo si accontento': un'anima o un'altra per lui era la stessa cosa, si trattava di pazientare una mezz'oretta, che arrivassero gli altri cacciatori.
Cosi' il patto fu concluso.

Pietre, terriccio, bastoni... In un baleno il ponte fu pronto: bello, elegante, robusto, arcuato a schiena d'asino.
"E' un capolavoro!" dichiaro' il Diavolo, soddisfatto. Poi si mise dall'altra parte del ponte in attesa, ridacchiando malignamente.

Allora Bambam chiamo' con un fischio il suo cane Saltafoss e, quand'esso gli fu vicino, lancio' un sasso sul ponte. E Saltafoss, scatto' di corsa verso il sasso, attraversando il ponte per tutta la sua lunghezza.
"Prenditi pure l'anima del mio cane!" grido' Bambam allegramente "E' lui il primo che ha attraversato il ponte. E sta attento un'altra volta ai patti che fai!".
Il gioco era riuscito.

"All'inferno, dannato cacciatore!" urlo' il Diavolo, infuriato per la sconfitta. All'inferno dovette invece tornare lui, naturalmente, portandosi l'anima di quel povero Saltafoss. Ma, prima di andarsene, per vendicarsi d'esser stato burlato, sferro' un potentissimo calcio al ponte, che ne fu deteriorato.

Pur cosi' mal ridotto, il ponte c'e' ancora, a cavalcioni del fiume. Per quanto la gente di quei luoghi abbia cercato piu' volte di aggiustarlo, non e' mai riuscita nell'intento. Alla prima bufera, ferri, mattoni e cemento, messi dalla mano dell'uomo a riparo del ponte, cedono e crollano. Rimane invece il "Ponte del Diavolo", cosi' sconquassato e smozzicato, ma sempre percorribile. E durera' - come il Diavolo ha promesso - quanto durera' la Terra.

 



 

 

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