CAPITOLO DODICESIMO
All'ora di pranzo Andrea prese il suo solito
posto alla trattoria. Peppe gli servi' per primo
un piatto di fregola sarda con brodetto di
arselle, e per secondo un fritto di paranza cosi'
buono che chiese il bis.
Come vino gli fu servito un Vermentino fresco
secco che avrebbe fatto cantare di gioia anche
un muto.
Era li', li' per accendersi il suo bel "Toscano"
che vide da lontano Ester.
Le fece cenno con la mano di avvicinarsi.
"Fammi compagnia, amica mia" la prego'
baciandole il dorso della mano.
"Con piacere "Monsignore"!" rispose lei
sorridente.
Lei aveva gia' pranzato a casa e, pertanto,
rifiuto' l'offerta di mangiare qualcosa.
Si limito' a bere un sorso di Vermentino dal
bicchiere di Andrea il quale non avendo
trascorso una buona e tranquilla notte aveva
delle pesanti borse sotto gli occhi, cosa che
Ester noto' subito. L'amica al contrario pareva
fresca come una rosa.
"Ho dormito malissimo!" esordi' raccontando cio'
che gli era accaduto.
"Ho fatto dei sogni orribili!" aggiunse.
Si soffermo' quindi a raccontare nei minimi
particolari, schernendosi, tutto quello che era
successo al suo risveglio: gli abiti fradici di
sudore, la paura di essersi pisciato addosso,
l'inciampo nel tappeto, la bottiglia e il
bicchiere per l'acqua in frantumi, la comparsa
della vecchia Angelina che quando lo vide in
mutande si scandalizzo' coprendosi occhi e bocca
con le mani. "Dice"riferendosi ad Angelina"che
era a casa a rassettare gia' da parecchio e che
non mi aveva voluto svegliare perche' dormivo
come un ghiro... Avesse saputo dei sogni mi
avrebbe aiutato a venirne fuori...!" concluse
guardando l'amica mentre le versava un poco di
Limoncello nel bicchiere.
"Assaggia questo... e' squisito!" disse
porgendole il calice.
"Vedo comunque che nonostante gli incubi
notturni non hai perso l'appetilo" disse Ester
schernendo l'amico.
"Peppe ti serve i piattini speciali, ti porta il
vino pregiato, e tu mangi e bevi tranquillo. Poi
arriva l'amica Ester e ti metti a piangere come
un bambino.
Mamma ho sognato i mostri! Mamma mi sono
pisciato sotto!" e rise di gusto.
Sorrise anche Andrea alle parole dell'amica che
in effetti tutti i torti non aveva.
"Hai ragione a prendermi in giro. Sono un
vecchio bavoso, e rincoglionito" disse guardando
in viso la compagna.
Bevuto un sorso di liquore aggiunse:
"Ma vedi di giorno, con la luce ritorno ad
essere una persona normale. Addirittura mi
dimentico delle mie paure e delle mie angosce.
E' quando cala il buio che l'angoscia mi assale
e quelle ombre prendono vita e mi stanno addosso.
Appena ho messo piede in quella casa cosi'
grande e vuota ho immediatamente avvertito
qualcosa di strano, un non so che di opprimente
disagio.
Eppure i ricordi che ho dei miei diciassette
anni passati qua non sono tutti brutti, ci sono
stati momenti belli e meno belli, come capita
nella vita..."
Nel dopo pranzo Ester accompagno' l'amico fin
dentro casa, accogliendo di buon grado l'invito.
"Fammi compagnia, ti prego. Quella casa cosi'
vuota incomincia a farmi paura!" disse.
Entrambi presero posto nel salone, davanti alla
portafinestra che era illuminata dal sole ancora
caldo.
"Ti posso offrire qualcosa" chiese ad Ester ad
un certo punto anche per rompere un silenzio che
si stava facendo opprimente. "Una bibita fresca,
un liquorino, uno spumantino...
Angelina ha fornito il frigo di un sacco di
bibite e liquori meglio di un frigobar di un
hotel a cinque stelle!...
Hai l'imbarazzo della scelta!"
"Magari un caffe''...ma tu stai qui. Vado io in
cucina. Conosco la strada... non alzarti"
E cosi' dicendo si alzo' dalla poltrona per
uscire dalla stanza.
Ma appena mosse i primi passi, giunta accanto ad
Andrea, questi le cinse i fianchi attirandola a
se'.
La frugo' sotto la gonna, e successivamente le
accarezzo' i seni.
Fu allora che Ester gli blocco' la mano dicendo,
decisa:
"Fermo, Andrea, ti prego. Non voglio! Lascia che
le cose tra noi restino come sono.
Te l'ho detto anche l'altra volta!
Allora eravamo giovani. Io ero una ragazzina...
Ora sono vecchia e il mio corpo non e' quello
che...
Lasciamo intatti quei ricordi. I ricordi di una
gioventu' passata e che purtroppo non puo'
tornare.
Il mio corpo non e' quello di allora. Non mi
piace che tu lo veda adesso.
Il raffronto sarebbe impietoso!
I seni che hai toccato non sono i miei... sono
una protesi...
Sono finti.
Due anni fa me li hanno asportati perche' avevo
un cancro... Dicono che ora sono guarita, ma che
devo controllarmi perche' il male potrebbe
riformarsi...
Restiamo buoni amici, ti prego Andrea, ma se tu
ti eri messo qualche idea per la testa, e ora ti
faccio schifo, dimmelo subito, ti posso capire...
Se non vuoi vedermi piu' esco per sempre dalla
tua vita..."
Andrea non le rispose.
L'abbraccio' e la bacio' sulle labbra.
Poi le disse:
"Restiamo amici, come vuoi tu, ti prego!"
(continua) |