Capitolo 7 -  AMORE E PSICHE
More Website Templates @ TemplateMonster.com. December10, 2011!

 

Quella sera Hubert indossava un cappotto color cammello, una sciarpa amaranto e un cappello impermeabile e teneva in mano una bottiglia di Johnny Walker etichetta nera, in un astuccio di cartone. Un freddo insinuante e un sottile nevischio lo accompagnarono sull'uscio di Irene che lo attendeva, gia' pronta e profumata. Aveva anche appetito. Quando lo vide gli si afferro' al collo e si baciarono.
"Amore mio" le disse Hubert, sentendosi gia' eccitato "Mi fermo qui, ci facciamo due bicchierini di whisky e andiamo a cena dopo...".

"Niente affatto, ho appetito, aspettare ci fara' bene". I suoi occhi castani brillavano sul viso pallido come due occhi di lince al crepuscolo. Si infilo' il piumino, chiuse l'uscio e s'incamminarono. Il ristorante distava soltanto poche centinaia di metri dalla sua casa, nel pieno della movida  milanese del sabato sera.

Il locale era abbastanza affollato, ma Irene aveva provveduto a prenotare un tavolino appartato confinato dal bar centrale, in un angolo discreto. Vi entrarono abbracciati, si svestirono e raggiunsero il loro posto. A Irene non sembrava vero di aver recuperato serenita', dopo giorni di travaglio, e sperava che quella sera il suo uomo le portasse buone notizie ora che quel figlio che tanto aveva dimostrato di non condividere non rappresentava piu' una barriera. Qualche bacino affettuoso e la scelta del menu. Un antipastino di mare, una grigliata di pesce e un vinello bianco del Triveneto accompagnarono quella cena cosi' accorata.

Apprezzarono con gusto le due portate senza parlare di argomenti toppo impegnativi, si nutrirono anche dei loro sguardi e dei loro sorrisi. Per Irene era una sorta di rinascita. Era passato un mese da quel giorno infausto, era naturale che cercasse di dimenticare ora che la ragione del suo comportamento e anche la sua ragione di vita era li' con lei, solo per lei. 

Da Corso Como 10 di nuovo a casa di Irene. Lei gli mostro' con soddisfazione quel bilocale con tutti gli arredi e le modifiche che aveva apportato. Una cucina pulita, con un centro tavola su cui svettava un caschetto di banane, un parquet color chiaro, lucidato di fresco, un tinello con divano, armadio e soprammobili, quadretti di piccole dimensioni alternati a manifesti pubblicitari, una camera nuova con un letto matrimoniale e un acre sapore di legno laccato di bianco. Hubert approvo' e le diede soddisfazione.

"Qui potrai venire quando vuoi e potremmo anche conviverci, in attesa di trovare una sistemazione definitiva" gli aveva detto Irene. Lui si limito' a un sorriso, senza commentare. A turno si soffermarono in bagno: dentifricio e spazzolino. Irene ne aveva procurato uno anche per lui. Quando Hubert entro' nella camera, vi trovo' Irene gia' pronta sotto le coperte, avvolta dalla luce delle due abatjour sui comodini. Si spoglio' anche lui, ma prima alzo' la coperta e la trovo' tutta nuda riversa su un fianco: uno spettacolo della bellezza femminile. Gia' eccitato, le si affianco' e iniziarono i preliminari dell'amore. Poi tutto ando' bene. Fu appagante e duraturo. Una notte d'amore indisturbato aveva preceduto il sonno della serenita'. Dopo tanto tempo, Irene era stata allietata da sogni rilassanti e positivi. 

Le parole tra loro ripresero il mattino dopo, in cucina, durante la colazione.

"Hubert, ho fatto quello che ho fatto per te, perche' ti amo e perche' tu mi hai promesso che e' solo questione di tempo, poi farai quella scelta, parlerai con tua moglie e staremo insieme. Me lo confermi, adesso?".

"Certo che te lo confermo, amore mio. Ho solo bisogno di tempo. Sono ancora parecchio impegnato col lavoro che non ho ancora impostato a dovere, dovro' definire un nuovo organigramma e stabilire con la Direzione di Roma le strategie aziendali per il prossimo anno".

"Ma hai gia' accennato a tua moglie che esisto anch'io e le tue intenzioni per il futuro?".

"Non ancora, Irene, non le ho mai parlato di te, per ora, e non sospetta nulla, ma mi dovro' decidere a farlo".

"Hubert, io non chiedo altro, desidero te e per te, come avrai ben capito sarei disposta a tutto".

"Certo, mi fa piacere che le cose siano andate bene e che tu ti sia rimessa presto".

"Puoi darmi una scadenza, entro la quale pensi di operare questo cambiamento per noi?".

"Ci pensero', Irene, abbi ancora pazienza e ti daro' una risposta".

"Va bene, mi basta questo, ti do tempo, ma sappi che per me tu sei una ragione di vita e non vedo l'ora che questo accada!".

"D'accordo, accadra'!". L'uomo di Irene aveva chiuso quel colloquio con il debito risalto a quest'ultima promessa. Da marinaio, qual era? 

Hubert si sposto' in bagno dove trovo' un rasoio da uomo e una spuma da barba accanto al portasapone sul lavello. Si rasava pensierosamente, ascoltava il raspar del rasoio sulla pelle e ammirava le belle righe pulite che si formavano sulle guancie impiastricciate di spuma. Un po' di after shave sul palmo della mano e qualche istante dopo aveva finito. 

Mentre sistemava in cucina, Irene indossava soltanto una camicia da uomo, da cui si intravedeva un seno tonico e ben fatto, delle mutandine rosa sulle cosce nude e un paio di ciabatte. Hubert la colse cosi'. Si rinnovava quel trasporto che sin da Londra lo aveva attratto con grande eccitazione. Le infilo' le mani nei seni e nelle cosce mentre la baciava. Irene fu pronta a riceverlo di nuovo, con le ginocchia che si avvinghiavano, si adagiarono sul divano per quest'ultima prova d'amore. 

Nell'appartamento vicino, qualcuno aveva iniziato a suonare il pianoforte: un notturno di Chopin. Quanto tormento puo' nascondere un notturno di Chopin con le sue sequenze appassionate e struggenti? Quanta solitudine in una canzone di Lennon e McCartney? Ma se l'ascolto viene condiviso con una persona speciale, allora la percezione s'inverte, diventa un incontro di intenti che si fondono come note d'un accordo armonioso. 

Nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime. Ma poi ci sono giorni pieni d'amore che ci danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni. 

Quando Hubert fu pronto per andarsene, sosto' con Irene sulla soglia. Dal cielo scendevano fili di pioggia. Dalla finestra della camera da letto di un letto sfatto e vissuto, un albero di cachi, immobilizzato da un fotogramma, assisteva al loro congedo.

"Buon viaggio, amore".

"Ciao, bella, ci sentiremo in settimana, saro' di ritorno mercoledi' mattina".

Il tempo per un ultimo bacio e Irene era ritornata con se' e con i suoi ricordi felici, ravvivati ora da quella notte d'amore.

Si soffermo' sul divano a godersi ancora un po' di quella notte, la gioia che le restava. Poi apri' il suo diario stropicciato, ormai straboccante di parole, e scrisse: La felicita' e' una stazione intermedia tra il troppo poco e il troppo. 

Era quasi mezzogiorno, Irene prese il cellulare e, come promesso, invio' un messaggino a Sabrina: "Saro' da te verso le 2. Baci, Irene". 

Quel pomeriggio, Irene posteggio' la sua Focus dorata sotto casa di Sabrina.

Al citofono Sabrina le disse "Non facciamo rumore! Diego dorme. Cosi' possiamo parlare un po' tra noi".

Irene abbraccio' la sua amica, le consegno' un libro didattico per Diego.

"Grazie, glielo darai tu quando si sveglia, lo vuoi vedere?".

"Molto volentieri".

Irene si tolse la giacca a vento e la sciarpa, indossava una bella camicetta di flanella a fiori e dei pantaloni di velluto scuro a coste piccole. Si diresse con Sabrina nella cameretta. Un bambino biondo come uno svedese dormiva placido abbracciando un orsacchiotto spelacchiato. Le sue gote rosse, in contrasto col colore dei capelli, e la sua posizione fetale facevano tanto tenerezza e fecero pensare a Irene quanto sarebbe piaciuto anche a lei avere un bel bambino cosi' e un uomo al suo fianco e gioire alla fortuna come doveva essere per Sabrina.

"Sediamoci in salotto, poi faremo la torta, piu' tardi verranno i miei genitori a farci visita, cosi' conoscerai anche loro".

Si sedettero sul divano.

"Ti va un bel te' caldo al limone?".

"Altroche', con questo freddo e' proprio quello che ci vuole!".

Mentre Sabrina lo preparava, Irene si guardo' attorno.

"Che bella casa che hai!" le disse d'istinto, mentre Sabrina ritornava con un vassoio attrezzato.

"Eh, si' e' l'eredita' della mia nonna materna".

"Caspita, sei fortunata".

"Lo so, la casa e' vecchia ma, come vedi, e' in una zona centrale di Milano".

"La mia e' uno straccio in confronto!".

"Ma non e' vero! Intanto e' un'ubicazione provvisoria, poi ci sara' Hubert a provvedere, a realizzare i tuoi sogni, non e' vero?".

"Spero tanto di si'".

"Siete usciti ieri sera?".

"Si', siamo stati a cena e poi a casa mia... Abbiamo fatto l'amore... poi lui e' partito per Roma, tornera' mercoledi'".

"E come e' stato?".

"Bello, Hubert e' superlativo".

"Ma ha parlato a sua moglie?".

"Non ancora, ma lo fara' piu' avanti".

"Irene, non vorrei intromettermi troppo nei fatti tuoi, ma mi sembra che qualcosa non torni".

Irene sorseggio' il te' due o tre volte e poi le rispose: "Non per niente sei mia amica. Sai tutto. Che cosa non ti convince?".

"Hubert".

"Cos'ha che non va?".

"Mi sembra che tu lo ami molto e abbia preso delle decisioni importanti per lui, ti sei sacrificata, hai accettato le sue condizioni, ma non mi sembra che lui ti contraccambi come meriteresti e come sarebbe giusto".

"Vuoi dire che la nostra situazione e' sbilanciata?".

"Si', Irene, pensaci bene, forse tu non te ne fai una ragione perche' sei troppo presa da lui, ma se ti ama davvero come lo ami tu, dovrebbe averne gia' parlato con sua moglie, non ti pare? Almeno quello!".

"Sai, lui dice che non e' il momento, per vari motivi, che gli occorre tempo...".

"Come sono fatti gli uomini! Tu sei una ragazza splendida, piu' giovane di lui di nove anni, sei molto attraente, e gli uomini si fanno pilotare molto dal sesso e meno dai sentimenti, specie se hanno famiglia come lui".

"Ma il mondo e' pieno di coppie di separati che si sono rifatti una vita!".

"Si', ma non mi sembra che ci siano le basi per pensare che Hubert seguira' questa strada".

"Non mi spaventare, Sabrina, in questi mesi ho vissuto di lui!".

"Lo so bene, ed e' proprio per questo che lui avrebbe dovuto gia' agire, non ti pare? Tu lo hai accontentato in tutto e per tutto, ma lui, nei tuo confronti?".

"Credi che debba insistere per accorciare i tempi?".

"Direi di si', anzi direi che, a questo punto...".

"A questo punto? Non lasciarmi pendente!".

"Scusa. Penso che forse tu dovresti conoscere sua moglie, come si chiama? Ah, si', Miranda, e parlarle chiaramente. Visto che lui non si decide a farlo".

"Ma non vorrei rovinare tutto, scombinare i suoi piani, e chissa' come si arrabbierebbe poi!".

"Senti, Irene, non voglio insistere, ti do la mia opinione che corrisponde a quello che farei io se fossi al tuo posto. Dopo tanti mesi, dopo quello che e' capitato, mi sembrerebbe che, a costo di azzerare tutto, sia tempo di prendere un decisione, per non vivere solo di presente e per preparare il tuo futuro".

"Non so se me la sento, Sabrina".

"Beh, non voglio insistere, riflettici, fa' quello che ti senti di fare".

"In effetti, sarebbe il momento giusto, Hubert non c'e' a casa e potrei parlare con Miranda a quattr'occhi e poi tra donne ci si intende meglio".

"Lo so che sarebbe un gesto un po' azzardato, Irene, ma talvolta bisogna prendersi un po' di coraggio e qualche rischio, chiarire il proprio destino, in un modo o nell'altro. Se Hubert veramente ti ama, capira' e non potra' arrabbiarsi piu' di quel tanto, altrimenti...".

"Altrimenti?".

"Altrimenti e' meglio che lo lasci".

"Oh no, Sabrina, non voglio pensarci" con una voce angosciante.

"Irene, non si possono chiudere gli occhi di fronte alla realta': o ti ama o non ti ama".

"Mamma mia, come sei drastica!".

"Scusami, ancora, te l'ho detto, riflettici, ti ho parlato cosi' perche' ti voglio bene".

"Lo so, Sabrina, lo so, sei la mia unica amica" e l'abbraccio' con tanto sentimento.

Poi sentirono la voce di un bambino. "Mammina, mammina" urlava Diego.

E come un folletto corse verso di loro in pigiama sino a saltare in braccio alla mamma.

"Ciao, Diego, hai dormito bene?".

Osservando Irene, Diego metteva in luce il forte contrasto tra i suoi capelli biondi e i suoi occhi neri.

Vedi questa signora, Diego, e' una mia amica, si chiama Irene e ti ha portato un regalo".

"Che cosa mi hai regalato?".

"Aspetta" disse Irene e si inginocchio' per essere alla sua altezza, apri' la borsa ed estrasse un bel libretto cartonato con tutti gli animali della fattoria. "Eccolo" e glielo porse.

Diego, lo afferro' esclamando "Il gatto, la mucca....".

"Proprio cosi', ci sono tutti gli animali" lo incoraggio' Sabrina, "che parlano tra loro. Stasera, prima di dormire, lo guarderemo insieme".

"No, adesso!".

"Adesso no, Diego, adesso dobbiamo fare una torta con tante mele, vedrai come ti piacera'".

"La posso fare anch'io?".

"Certo, la faremo tutti e tre insieme, poi, piu' tardi arriveranno nonna Angela e nonno Max".
 

 


 

(continua)