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Valerio Ceppetelli Caprini - "...50% OMBRA"

Il 1o giugno 2018 si e' tenuto un vernissage delle opere dell'Avvocato Valerio Ceppetelli Caprini gia' nostro collega all'Ufficio legale della nostra Sede Roma, poi all'Ufficio Ammistrattivo della Direzione Centrale.
Oltre al sottoscritto erano presenti numerosi colleghi: Gino Luciani, Donatella Fornaro, Donati Ricchi, Gimmi Folesani, Sergio Iosti, Rodolfo Vicinanza, la moglie di Italo Rossi e altri amici.
Sarebbe bello se piazzascala.it pubblicasse l'articolo e le relative foto, insieme a una nota illustrativa su Valerio.
L'incontro sta a dimostrare che passano gli anni ma lo spirito d'appartenenza rimane intatto tra le persone perbene e tra i presenti erano molti che avevano tale spirito.
Renzo Saitta (Saronno)

N.d.R.: Informiamo i colleghi del milanese che potranno visitare la mostra "...50% OMBRA" sino al 15 giugno

 

Valerio Ceppetelli Caprini vive e lavora a Milano e a Celleno.

Giovanissimo frequenta corsi di disegno presso rAccademia di Francia di Villa Medici a Roma.
E' questo il periodo della ricerca estetica, dell'attenzione verso le varie tendenze, della razionalita' delle scelte, delle prime esperienze del fare arte.
Nel 1954 si laurea in giurisprudenza e l'esercizio della professione e le connesse esigenze lo allontanano da quel mondo che lo aveva appassionato e coinvolto.

Riesce tuttavia, negli anni e sia pure sporadicamente, a ritagliarsi qualche spazio per i suoi mai sopiti interessi, Negli armi settanta, scelto il "collage" come mezzo che meglio si adatta alla semplicita' e alla freddezza delle raffigurazioni grafiche che istintivamente lo attraggono, partecipa a mostre collettive. Si tratta di lavori lineari ove le elementari e asessuate geometrie imposte dalla riga e dalla squadra condizionano e limano estro, fantasia e colore.
E il momento della scoperta della "minimal art" e di quel movimento denominato "strutture primarie che, in qualche modo, gli apriranno poi la via verso l'astrattismo formale di Josef Albers e la suggestione dei suoi quadrati.

Nel 2008 a Celleno Enrico Castellani vede le sue opere. Ancora collages, alcuni geometrici altri informali, che lo stesso Castellani, che presentera' poi la sua prima personale, cosi' descrive "...lavori che vanno dall'astrazione geometrica a studi di percezione della forma nelle varie situazioni coloristiche per arrivare infine ad un uso personale della carta come materia cromatica sotto forma di collages. Con strisce di carta strappata con bordi informali, accostate e sovrapposte spesso in incroci ortogonali, Valerio compone superfici dove la razionalita' del fare e l'emozione della scoperta concorrono a creare lavori di grande impatto estetico, quasi sintesi tra esperirne neoplastiche ed astrattismo lirico: tra Stijl e Poliakoff ".

L'anno successivo, nel 2009, in una mostra a Milano, Ceppetelli affianca ai collages una diversa forma espressiva avvicinandosi, con parte delle opere esposte, a un genere piu' materico e prevalentemente monocromatico.

Nel tempo sostituisce definitivamente la carta con lo spessore aggettante del cartone creando sulla superficie della tela, mediante intrecci o disposizioni geometriche, raffigurazioni rilevate ove
l'intento di catturare la luce da qualsiasi punto o fonte provenga sembra costituire - oltre alla cura di una personale e attenta ricerca estetica - lo scopo e il fine dei suoi lavori.
II cartone, ritagliato in strisce, triangoli o quadrati, non e' applicato in aderenza alla tela bensi', mediante l'uso e il gioco di spessori diversi, obliquamentte rispetto alla stessa realizzando in tal modo zone modulari geometriche precise e delineate che appaiono diverse a seconda da dove si guardi l'opera, da dove sia posta la sorgente luminosa e da quanto quest'ultima sia radente.

A tale metodologia operativa si ispira l'attivita' di Valerio Ceppetelli degli anni 2015/2018 come chiaramente traspare dalle opere esposte nella mostra dell'ottobre 2015 presso la Galleria Testoni di Verona e dalle successive (giugno 2016 Galleria Giustizia Vecchia di Verona, ottobre 2016 Castello Costaguti di Roccalvecce, novembre 2016 Galleria Giacomini di Viterbo e giugno 2018 presso l'ArtStudio di Milano), ove il gioco delle luci e delle ombre creato dagli spessori e dai rilievi sono esaltati dalla ormai ricorrente monocromia e da una estetica razionale e composta mai occasionale o gestuale.

Nel 2018 il rigore delle geometrie si acuisce. Piccoli moduli quadrati o triangolari compongono igure di ampio respiro ove l'impensabile connubio tra geometria e fantasia si realizza invece con sorprendente efficacia.