Sesto capitolo - Sabato 15 ottobre - E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE

 

Dunque quella notte Alex non si era addormentato subito e passo' il tempo, immobile nell'oscurita', a cacciare pensieri spiacevoli. Tuttavia il sonno dovette arrivare alla fine perche' si accorse di essere svegliato dal ronzio dell'aspirapolvere nello studio. Le lenzuola gettate da un lato gli fecero capire che si era agitato. Non ricordava i sogni fatti, l'Arlecchino era sparito, ma percepiva che fossero stati angoscianti. Si alzo', entro' nel bagno, si lavo' i denti e si diede una pettinata. Ando' nello studio dove Ivona fermo' l'aspirapolvere.

"L'ho svegliata io, dottore?".

"No" menti'.

"Le preparo subito un caffe'".

"Che ore sono?"

"Sono gia' le nove passate".

La segui' con gli occhi. Si sentiva ancora sotto sopra. Si osservo' le mani. Le sue dita non tremavano per fortuna. Non aveva mal di testa, come il giorno prima. Solo una sensazione di vuoto, tutto sommato non sgradevole. Era come se le cose, i fatti non lo riguardassero piu', come se si fosse liberato di ogni responsabilita'. Quali responsabilita' del resto? Come poteva un marito come lui essere responsabile del comportamento di sua moglie, nuda o vestita che fosse?

Dalla finestra intravide il sole ancora pallido.

"Fa caldo" disse.

"Si', dottore, oggi hanno acceso il riscaldamento".

"Gia', e' il 15 ottobre ...".

Ivona gli porto' il caffe' e i croissant.

"E' rientrato tardi?".

"No, cara".

"Vuole un giornale?".

"No".

Restava in piedi davanti a lui, forse per avere da lui eventuali disposizioni o, forse, per mettere in evidenza la scollatura. Come il giorno prima, indossava soltanto un abitino sottile sopra le mutandine e il reggiseno. Lui rifletteva, pensava ai pro e ai contro. Lei aveva abbozzato un sorriso incoraggiante, poi,incrociando lo sguardo di Alex, una certa contrarieta' le si era dipinta sul volto giovane e roseo.

"Vivi da sola?

"Si', in un condominio di immigrati".

"Vuoi un succo d'arancia?".

Due naufraghi che si incontrano su un'isola fanno presto a fraternizzare.

Lei torno' a sorridere: "Grazie, ne berrei un po' volentieri".

Le riempi' un bicchierino e lei bevve il succo in un sol sorso. Le rimase un baffo color arancio attorno alle labbra.

Alex avvicino' la sua bocca all'orecchio di lei e pose una domanda che lei comprese subito, come un barista capisce che deve riempire i bicchieri.

Rise. Una risposta era superflua.

"Preferisce che mi spogli?".

"E' lo stesso".

Si sfilo' l'abito dalla testa, alzo' un piede dopo l'altro per togliersi le mutandine. Il suo ventre era biondo, paffuto, e conservava ancora la rotondita' dell'adolescenza.Osservandola, Alex scopri' quanta bellezza potesse indossare la semplicita'.

"Perche' mi guarda cosi'?".

"Come ti guardo?".

"Sembrerebbe che sia triste".

"No. Mi fai eccitare".

Si era tolta il reggiseno. Era nuda. Lui le metteva soggezione e non sapeva bene cosa fare.

"Vieni." mormoro' lui "Non aver paura, non sono mica un medico". La condusse per mano in camera da letto. Sistemo' i cuscini.

"Adesso sdraiati ...".

Si sarebbe detto che la mettesse a letto perche' dormisse. In effetti non la guardava con desiderio, ma come se volesse imprimersi la sua immagine nella memoria, come una fotografia da riservare alla pagina glamour della sua rivista.

"Lei ... Tu ... Tu non vieni?".

Si tolse il pigiama, si distese accanto a lei, lasciando scivolare la mano sul suocorpo, all'altezza dell'ombelico.

La ragazza era sorpresa. Secondo lei, le cose non avrebbero dovuto andare cosi'. Lui si dimostrava diverso dall'uomo che aveva conosciuto il giorno prima.

"E' molto tempo che hai cominciato a fare l'amore?".

"Avevo quattordici anni".

"Era giovane?".

"Era mio zio".

Rise.

"E' buffo, no?".

Lui non rideva.

"E dove vi trovavate?".

"In casa sua, nella campagna di Bender, in Moldavia... Ma, sei triste?".

L'attiro' a se' per baciarla, un bacio lungo e tenero che non era forse dedicato a lei.

Proprio in quel momento squillo' il suo smartphone. "Al diavolo!" disse "Queste telefonate stanno diventando una tortura".

"Si'" gli disse lei afferrandolo "Baciami ancora, poche volte sono stata baciata cosi'".

La sua pelle era molto chiara. Non aveva mai visto una donna con la pelle cosi' chiara. Era anche soda. La bacio' ancora. Le sue mani l'accarezzavano, ma il suo spirito restava lontano. La prese una prima volta, teneramente. La carezzo' dalla testa ai piedi, con le mani e con le labbra. Rimasero a lungo uniti e, quando lui la guardava, ritrovava la stessa domanda nei suoi occhi, quella sulla sua tristezza, alla quale gli era impossibile rispondere.

Fu un rapporto lungo e soddisfacente per entrambi. Alla fine Alex si era lasciato condurre da lei, assecondandola le avrebbe tramesso il massimo piacere che gli fosse concesso donarle in quel frangente. Pareva una ragazza buona e generosa, serena con se stessa.

Quando fini' il rapporto, Alex si giro' dalla sua parte volgendole le spalle.

Lei lo raggiunse pigiandosi dal dietro contro il suo collo. Per qualche minuto si assopirono. Quando si sveglio', Alex capi' che sesso e sonno gli ricordavano di essere mortale e percio' si senti' afflitto. Ivona allungo' la testa e scorse un lacrima fuoriuscire dai suoi occhi.

"Piangi?".

"No, e' solo un po' di tensione che ho accumulato in questi giorni".

"Senti, posso andare in bagno?".

"Certo, vai pure".

Ivona vi si diresse, stava per chiudere la porta quando lui entro'. Un po' sorpresa, lascio' che la guardasse. Alex percepi' un altro genere di intimita' in quei gesti comuni a tutte le donne.

"Sai, Alex, e' la prima volta che ... ".

Esitava, si sentiva ancora in soggezione tanto era fresco quel rapporto sessuale con un uomo che aveva conosciuto soltanto il giorno prima ed era il suo datore di lavoro. Lui le sembrava cosi' vicino e cosi' lontano.

"E' la prima volta che cosa?".

"Cosi' ... tanto ... tanto affettuoso".

Egli si mise sotto la doccia e resto' immobile, con gli occhi strizzati, con l'acqua che gli scorreva sulla pelle.

"Posso farla anch'io? A casa ho solo la vasca".

"Se ti fa piacere".

In vestaglia ando' a versarsi un bicchiere di whisky che bevve a piccoli sorsi, lo sguardo fisso alla finestra, alla Madonnina di Milano che appariva in lontananza, abbagliata da un raggio di sole. Per lui era tutto finito. Ivona faceva gia' parte del passato. Ivona non era Kate, anche se si era illuso che lo fosse. Ivona non sarebbe mai riuscita a capirlo.

"E' strano." noto' lei uscendo dal bagno avvolta in un asciugamano "Dopo l'amore gli uomini sono spesso tristi. Io, invece, mi sento felice, leggera. Avrei voglia di cantare, di fare capriole".

"Cosa intendi per capriole?".

"Nell'erba, come quando ero piccola. Tu non le facevi?".

"Si', forse nel letto".

"Me lo agganci?" chiese lei porgendogli le due estremita' del reggiseno.

Lo stesso gesto di Kate ... e di Eleonora. Come faranno le donne quando sono sole?

"Grazie".

Bevve ancora un po' di whisky, lo mando' giu' in un sorso e ando' verso il corridoio con gli armadi a muro. Scelse un paio di calzoni di velluto a costa fine, camicia jeans e maglioncino con collo a lupetto, un paio di Clark nere.

"Stai bene in abiti sportivi".

Stacco' un giubbino in pelle color cuoio e raggiunse la porta.

Lei gli si avvicino' per salutarlo, si alzo' sulla punta dei suoi piedi nudi per raggiungere le sue labbra.

"Non vuoi?".

Esito'.

"Si'".

La bacio' come avrebbe baciato una sorella.

"Ci vedremo lunedi'".

"Certo ... a lunedi'". 

Odiava i funerali, di qualunque credo. Odiava quel miscuglio di dolore, presenzialismo, sfoggio e ipocrisia, quel pomposo spreco di risorse per cio' che non e' piu' vita, bensi' unacelebrazione della sua nemesi, del suo imporsi ai vivi con muto, invincibile ricatto.Eppure anche Alex era vittima del ricatto. Si era risoluto ad andarci, a sentire le parole scontate di un sacerdote dal volto ieratico, a riprendere il dolore di alcuni e lelacrime circostanziali di altri. A vivere, ospite, il disagio di unacelebrazione che non capiva e che non gli apparteneva. Alex degluti'. Ovunque quadri di supplizi occhieggiavano nella penombra dei lumi dicandela. E, su tutto, l'odore di chiuso che spesso si intreccia aquello di fiori recisi che stanno appassendo. Nella chiesa c'era molta gente. I piu' ortodossi avevano dardeggiato sguardi alla ricerca dellabacinella marmorea a forma di conchiglia destinata a contenere unresiduo d'acqua benedetta. Vi avevano tuffato dentro le dita, immancabilmente, si erano segnati anche loro. Lo avevano fatto anche Corrado, anche il professore. Alex no. Perche' segnarsi per lui sarebbe stata una dichiarazione di fede e nondi etichetta, quindi sarebbe stata un'ipocrisia... sotto uncerto aspetto anche irrispettosa per chi crede davvero. Ma non tutti sono dello stesso parere e a volte capita di sentirsiaddosso sguardi di altera e supponente disapprovazione. Non di vederli, ma di sentirli, sulla schiena, sulle spalle. E' il prezzo che si paga per nonappartenere alla fede, per non cancellare la propria ideologia agnostica uniformandosi, per non nasconderla con imbarazzata vergogna. Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceateis, tra un tripudio di gigli morenti. La Messa veniva celebrata in latino. Il sacerdote, piuttosto anziano e canuto, pareva godere di quella scheggia dicultura che per un attimo lo faceva sentire un po' meno mortale. Godeva di una lingua morta che celebra i morti, tra fiori morti, sottouna statua inchiodata alla parete di una cripta freddae buia come una tomba. AbsolveDomineanimas omnium fideliumdefunctorum ab omnovinculodelictorum continuo' lui imperterrito e, poco dopo, parlo' di resurrezione. Quell'uomo avra' pur saputo il latino, ma per mestiere doveva esercitare un distacco dal mondo almeno pari a quello di Alex, che faceva fatica a seguire quanto stava dicendo. Sospetto' di non essere l'unico in quelle condizioni e, perverificarlo, alzo' gli occhi e inizio' a studiare il comportamento deivicini: scorse capi chini, volti compi'ti, sguardi pensierosi ocorrucciati. Alcuni avevano un aspetto talmente concentrato che sisarebbe detto stessero ascoltando le istruzioni in tedesco di una lavatrice appena installata e non un'omelia in latino. Altri attendevanostoicamente in posizione marziale: gambe leggermente divaricate, maniallacciate dietro la schiena e un quasi impercettibile dondolio suitalloni.Il sanctus echeggio' lugubre come iltintinnio di un monatto. La cappella sembrava materializzare il dogma ed era soffocante.Un sacchetto viola venne fatto serpeggiare sotto il naso dei generosi, i quali avrebbero potuto essere suddivisi in due categorie: quelli che davanomonetine e quelli che davano banconote.I primi, in genere, non lasciano offerte principesche e ne sono benconsci, percio' stringono due o tre monete nell'impenetrabilita' del pugno, le inseriscono nel contenitore e lasciano che lo scampanellio metallico parli per loro. Che siaevidente a Dio e a Satana, ma soprattutto ai vicini, che questa volta si e' fatto il proprio dovere.I secondi, invece, sanno che la loro offerta non tintinnera' salvifica,percio' si premurano di lasciar intravedere la banconota. Alcuni laostentano tra pollice e indice e quando arriva il momentofatidico, opla', fanno canestro.Alex penso' di adeguarsi e preparo'anzitempo il suo obolo: scelse una banconota di dieci euro e vi aggiunse due o tremonetine. Strinse tuttoin un pugno e attese che arrivasse il suoturno. "Scambiatevi un segno di pace" tuono' perentorio il latinista.Stretta e sorriso, stretta e sorriso. E cosi' via, fino a quando i convenuti conclusero cheanche per quella volta si era inneggiato alla pace secondo coscienza. La funzione stava finendo, ma questo non vuol certo dire che anche ilrito fosse terminato. Perche' i vivi devono andare nel magazzinodei morti a porgere omaggio. Inprocessione. Tra mancamenti e sofferenze autoindotte. Gli intimi avrebbero accompagnato la salma sino al suo calare nella nuda terra, avrebbero assistito all'inumazione che si sarebbe conclusa con unmuratore che avrebbe depositato a colpi di cazzuola un po' di malta a sigillo del loculo. Ma questo non era per Alex. Si avvicino' a suo suocero, che in signorile silenzio stava versando lacrime vere, e lo abbraccio' con trasporto. "Sono davvero costernato per l'accaduto, non credo che riusciro' a venirne fuori".

"Nessuno che voleva bene alle mie figlie potra' mai prendere le distanze da questo tragico episodio".

"Si faccia coraggio, professore".

"Mi faro' bastare quel poco tempo che mi rimane. Cerchero' di vedere Caterina e ritornero' a Milano con mia moglie non appena avra' inizio il processo".

"Ottimo proposito, Kate ne avra' un grande conforto".

Alex si decise a stringere la mano a Corrado e a Nadia e a dare una carezza a Tommy. Se ne ando', preso com'era,piu' che dall'atmosfera funebre, dalla rivelazione di Guido. Penso' di mangiare un panino caldo con una birra a un bar della Stazione di Lambrate. 

Sul primo binario c'era un treno locale in transito. Stava appannando il vetro con il suo fiato, seduto a un tavolino di quel bar desolante, separato dalla banchina solo da quella vetrata. Al bancone stavano altri clienti. Persone di passaggio, che si possono osservare per il tempo di un caffe' o il passaggio di un convoglio. Col senso di malinconia che lo dominava, Alex si volto' verso i binari come se fosse li' per aspettare un treno che non sarebbe mai arrivato o che forse era soltanto in ritardo... Erano le due.

Il suosmartphone squillo'.

Lo sfilo' dalla tasca interna del giubbino e si accorse di una telefonata persa attribuita all'Avvocato Zambelli, di cui, dopo l'amore e dopo la cerimonia funebre, si era del tutto dimenticato. Rispose.

"Pronto, Alex Barani".

"Sono il Commissario Donati".

"Ah, commissario, desideravo parlarle".

"No, sono io che ho bisogno di lei. Penso che il nostro lavoro di ieri e quello di questa mattina siano risultati fecondi, almeno per noi, non so per lei ... Ho delle domande da farle".

"Che cosa significa? Mi spieghi".

"No, non per telefono, venga qui da me al Commissariato, l'aspetto".

"Saro' da lei in un battibaleno!". Mentre finiva la sua birra, si accorse che quella era la prima volta che aspettava con trepida curiosita' un incontro con un pubblico ufficiale.

Riprese la sua Volvo e volo' verso via Fatebenefratelli. 

Entro' di nuovo nel tunnel grigio che lo avrebbe condotto da Donati. Lo percorse a grandi passi e si arresto' dinanzi alla porta del suo ufficio. Busso', nessuno rispose, dischiuse la porta, nessuno era presente all'interno. Era la volta di un'altra tormentosa anticamera? No, non lo era. Scorse di lontano Donati che si avvicinava baldanzoso.

Si sposto' di qualche passo verso di lui. Il commissario gli strinse la mano. "Prego, accomodiamoci, vede questa busta, sono andato a prendere delle foto che mi hanno stampato, cosi' eviteremo di torturarci gli occhi con il monitor del computer.

Entrarono e, come le volte precedenti, si sedettero l'uno di fronte all'altro.

"Commissario," esordi' Alex "vorrei dirle di una novita' che ho saputo da poche ore".

"Beh, sentiamo, poi sara' lei ad ascoltarmi e a rispondere alle mie domande ... A lungo, anche".

"Ieri sera un mio collaboratore mi ha riferito di aver visto sul PC di un nostro fotografo, DorianTurcato, una ventina di foto che ritraevano mia moglie in posa, completamente nuda. Non so che importanza possa avere. Ma io non ne sapevo niente e il fatto che mia moglie non me ne avesse mai parlato mi insospettisce. C'e' anche da dire che io stesso avevo consigliato Dorian di fotografare per il nostro giornale delle donne qualunque, delle donne vere, non delle modelle super accessoriate e verniciate col trucco da capo a piedi. Percio' potrebbe anche darsi che abbia applicato questo mio consiglio proprio con Kate ...".

"Ah, lei non sa che importanza possa avere. Ha importanza, certo che ce l'ha e ora ascolti bene cio' che ho da dirle".

Alex si predispose ad ascoltare con attenzione.

"Allora, ieri mattina abbiamo clonato i dati dei vostri computer, compresi quelli dei fotografi, ok? Beh, gia' nel pomeriggio ci e' balzato all'occhio quel gruppo di foto a cui lei faceva riferimento e che e' stato catalogato come Reperto uno, foto dell'inquisita nuda, autore Dorian Turcato. Noi non eravamo a conoscenza di quella storia della donna vera al posto della modella che lei mi ha appena raccontato. Quindi abbiamo pensato subito a questo fotografo, considerato, a quanto abbiamo saputo, un playboy.Che cosa ne pensa dell'ipotesi che possa aver avuto una relazione con sua moglie?".

"Se me l'avesse domandato ieri le avrei risposto che non la consideravo plausibile. Ma dopo che ho saputo delle foto, ho dei dubbi, non mi sento di poterlo escludere. Purtroppo!".

"Abbiamo cercato questo Dorian Turcato, ma sinora non siamo riusciti a trovarlo. Ieri non era in ufficio e ieri sera non era nel suo studio fotografico privato, ricavato a casa sua nel comune di Peschiera Borromeo. Non era in casa".

"Per forza era a cena con me!".

"Ah, ecco la risposta, benissimo! Fatto sta che, in mancanza del Turcato, abbiamo sentito il giudice La Pira perche' interrogasse in meritola Signora Bassan... La Pira ha chiamato il suo avvocato e l'ha convocata stamattina".

"Ah, adesso capisco perche' l'Avvocato Zambelli mi avevatelefonatoquesta mattina!".

"E lei non ha risposto?".

"Non ho potuto. Ero piuttosto impegnato... Mi ero ripromesso di richiamarlo, ma prima mi e' arrivata la sua telefonata".

"Sua moglie e' stata interrogata per circa un'ora. Come al solito non voleva parlare. Ma quando La Pira le ha parlato di Dorian Turcato e le ha mostrato le foto dei suoi nudi e' scoppiata in un pianto spontaneo. Ed ha risposto che questo fotografo era il suo amante e che, come tale, aveva piacere a riprenderla nuda e che anche lei aveva piacere ad essere fotografata nuda da lui. Ma lei mi chiedera': Che cosa dimostra questo, che cosa ha a che fare con il delitto? Tutt'al piu' si puo' dedurre che sua moglie avesse un amante con cui la tradiva, Signor Barani. Ma, procediamo con ordine. Dato che sua moglie stava piangendo, il giudice ha capito che quello era un momento di debolezza di cui bisognava approfittare e le ha posto una domanda davvero calzante. Le ha chiesto se avesse mostrato quelle foto a sua sorella Eleonora".

"E cosa ha risposto mia moglie?".

"Ha risposto di si', che gliele aveva mostrate, non vedendo l'ora di confidare a qualcuno la sua felicita' per l'amore che provava per Dorian. E, come confidente, ha scelto sua sorella. Chi avrebbe potuto essere piu' adatto di Eleonora per condividere questo segreto? E ha anche aggiunto che sua sorella ha apprezzato molto queste foto a tal punto da essere invidiosa".

"Gia'! Kate ha sempre saputo di essere una bella donna. A che pro essersi fatta scattare dei nudi senza condividere questa sua soddisfazione con qualcuno? In fondo, anche lei, come tante donne come lei, aveva da appagare la sua vanita', il suo narcisismo ... Ma perche' questa domanda e' cosi' importante?".

"Non questa domanda, la successiva. Il giudice le ha chiesto se avesse fatto il nome del fotografo a sua sorella. Caterina Bassan ha risposto di no, ma ha lasciato in dono alla sorella alcune sue foto. Ecco la domanda cruciale: Dalle foto era possibile risalire al fotografo? Sua moglie ha risposto di si', perche' sul retro della foto c'era l'etichetta dello studio Dorian Turcato con tanto di indirizzo. E una copia delle foto ora l'ho qui anch'io in questa busta su cui scriviamo ... ". Il commissario prese un pennarello blu dal cassetto "Caterina Bassan-Copia del Reperto uno a uso Squadra Omicidi".

"Posso vederle?".

"Si accomodi" e gli porse la busta.

Alex l'apri' e scorse una dopo l'altra le immagini di sua moglie senza veli, a eccezione della fede che risplendeva sulla mano sinistra che ricopriva il pube. Le foto erano di ottima fattura artistica. Gli occhi e i capelli di Kate si piegavano alla sensualita' e il suo corpo, ancora appetibile e seducente, si inarcava in pose stimolanti. Un bel palcoscenico per Dorian! Penso' Alex con tanta rabbia dentro.

Controllandosi, si rivolse di nuovo a Donati: "Come si concilia tutto questo con la dinamica del delitto?".

"Si concilia, si concilia ... La sorella Eleonora era invidiosa di sua moglie Caterina e gia' lo dimostra il fatto che e' stata per diversi anni la sua amante, come lei mi ha gia' confermato".

"Eleonora era invidiosa?".

"Prima non lo sapevamo, ma adesso riteniamo di si'. Non ha mai pensato che Eleonora si sia resa disponibile a fare l'amore con lei, non tanto per un genuino bisogno di affetto, ma per soddisfare l'invidia per il fatto che Caterina possedeva lei, Signor Barani, tutto per se'?".

"Non ho mai pensato che Eleonora venisse a letto con me per assecondare la sua invidia nei confronti di Kate e non lo penso neppure ora".

"Allora le faccio una domanda a bruciapelo. Ha mai pensato che Dorian Turcato potesse essere l'amante anche di Eleonora Bassan?".

"Oh, no questo proprio no! Non si conoscevano neppure".

"Eh gia', non si conoscevano ... Allora procediamo, ancora una volta, procediamo. Le ho appena finito di dire che abbiamo trovato nel PC di Turcato le foto di sua moglie Caterina, nuda. E lei, a quanto pare, ne era gia' al corrente e me l'ha confermato. Ora le aggiungo un altro piccolo particolare".

Squillo' il telefono e il commissario rispose a sua moglie, cambiando tono: "Si', cara, saro' a casa per cena entro le sette ... D'accordo andremo a vedere l'ultimo film di Leonardo Di Caprio ... Si', si', te lo prometto. Procurati i biglietti per lo spettacolo delle dieci. Si', a stasera" e riappese.

"Che cosa stavamo dicendo?".

"Commissario, non mi lasci in pena, stava parlando di un altro particolare sul PC di Dorian".

"Ah, si'" riprese "Tra i files non abbiamo trovato soltanto le foto di sua moglie nuda, ma anche un paio di videoclip della durata di diversi minuti che inquadravano Dorian Turcato ed Eleonora, nudi, in un letto di ottone, nell'atto inequivocabile di un atto sessuale ... Che cosa ne pensa?".

"Che non sapevo di avere un collaboratore cosi' bastardo! Ma mia moglie come avrebbe saputo?".

"Tempo al tempo! Tra gli altri, abbiamo interrogato la sua segretaria Colette. Se lunedi' mattina, 10 ottobre, sua moglie ha preso la rivoltella dal cassetto della sua scrivania, Signor Barani, significa che aveva meditato quella decisione almeno sin dal giorno prima, non crede?"

"Si', l'ho pensato. E' possibile".

"Quindi ci siamo concentrati su domenica 9 ottobre".

"Lei ha dovuto lavorare presso la sua casa editrice domenica scorsa, Signor Barani?".

"Certo, non era previsto, ma eravamo in ritardo con la produzione del giornale. Per cui pensai di lasciare a casa il mio vice Osvaldo Ruffini, ma chiesi a Colette di venire, considerato che c'erano delle procedure da completare".

"Ma lei aveva previsto di andare a lavorare quella domenica?".

"No, avevamo in programma di andare a Como a vedere la mostra d'arte su Picasso, a Villa Olmo. Lo avevo promesso a Kate".

"Quindi quella mattina si reco' in ufficio portando con se' anche sua moglie?".

"Si', pensai di sbrigare insieme a Colette le ultime incombenze entro la mattinata, poi saremmo partiti per Como".

"E cosi' avvenne?".

"Certo, ando' proprio cosi'".

"E a sua moglie piacque la mostra su Picasso?".

"A dire il vero, mi sembro' delusa, disse che aveva mal di testa e non fu una domenica di vero svago quella. Nel ritorno ci fermammo all'Autogrill per mangiare un boccone e rientrammo a Milano".

"Bene! Torniamo indietro alla mattina di quella domenica. Mentre lei e Colette completavate gli ultimi lavori per l'uscita della rivista, sua moglie dov'era e che cosa faceva?".

"Non me ne ricordo bene".

"Ma era con voi due?".

"No, non c'era, so che a lei piacevano le foto e spesso andava a dare un'occhiata negli uffici dei fotografi".

"Quindi, vede che lei mi ha dato la risposta! Peraltro perfettamente in linea con quella che mi ha gia' dato Colette".

"Che cosa intende dire?".

"E' possibile, Dottor Barani, che sua moglie sia scesa nell'ufficio di Dorian Turcato, abbia acceso il suo PC, qualora non lo avesse trovato gia' acceso, e abbia dato un'occhiata alle sue foto ... e ai suoi videoclip?".

"Si', e' possibile".

"Vede, siamo alla quadratura del cerchio, stamattina sua moglie, durante quella crisi di pianto, ha confessato al Giudice La Pira di aver visto in quella circostanza le scene eloquenti di Eleonora che si faceva, mi perdoni l'espressione, fottere da Dorian Turcato: il suo amante l'aveva tradita con sua sorella e sua sorella l'aveva tradita con il suo amante".

Segui' una pausa di riflessione durante la quale Alex, si slaccio' il bottone del collo della camicia e si porto' la mano destra in corrispondenza del cuore. Un cardiopalma incontenibile lo aveva sopraffatto e faticava a respirare. Quel colloquio stava spezzando la sua vita in modo irreversibile.

"Vuole un bicchier d'acqua, Signor Barani?".

"Si', grazie, commissario".

Alex bevve a piccoli sorsi un bel bicchiere di acqua Sant'Anna.

"Che Sant'Anna la protegga!" ridacchio' Donati, cercando una battuta, anche se un po' stiracchiata, pur di sdrammatizzare la situazione.

In effetti, Alex aveva accusato uno dei colpi piu' tremendi della sua vita considerato che i fatti, come quello dell'omicidio commesso da sua moglie, talvolta sono meno dannosi delle motivazioni che li hanno indotti e stimolati.

"Signor Barani, perche' non sente il legale di sua moglie, l'Avvocato Zambelli? Lui era presente stamane all'interrogatorio e potra' darle qualche particolare in piu' e magari anche qualche buon consiglio sul da farsi.

"Lo faro', commissario, lo faro'. Per lei il caso e' chiuso?".

"Abbiamo una rea confessa, abbiamo un movente e una dinamica del delitto piuttosto attendibili, non le pare? Il mosaico sembra completo. Mi riprometto anche di sentire il marito della vittima, il Signor Corrado Porta".

"E Dorian, Dorian Turcato manca all'appello, non e' forse colpevole anche lui, piu' di tutti?".

"No, Signor Barani. Certo sentiremo Turcato perche' e' una pedina chiave del mosaico ed e' da considerarsi un supertestimone. Ma la legge italiana non considera reato un rapporto d'amore o un rapporto sessuale di un uomo con una donna sposata. Un volta esisteva il reato d'adulterio, ma soltanto per la donna. Qui, Signor Barani, stiamo trattando un caso di omicidio. I tradimenti di mogli e mariti che avvengano tutti i giorni nell'indifferenza piu' totale della gente, non ci interessano come reati, ma soltanto per ricostruireun movente e, di conseguenza, per stabilire, in sede processuale, l'entita' della pena".

"Crede che questo movente possa fornire delle attenuanti per il delitto commesso da Kate?".

"Penso di si', ma non e' di mia competenza. Questa domanda la deve fare al giudice o al suo avvocato difensore. Sa, si e' trattato di un tradimento riguardante due adultere tra loro, un caso nel qualenon mi sono mai imbattuto in tanti anni di carriera. Molto dipendera' dalla bravura dell'Avvocato Zambelli".

Alex si alzo' in piedi: "Posso andare, commissario?".

"Certo, lei sa che, come l'altra volta, il nostro colloquio e' stato registrato. Ha obiezioni?".

"No, ne ero consapevole, del resto non ho nulla da temere perche' tutto quanto ci siamo detti corrisponde a verita'".

"Oh, e' proprio quello che desideravo sentirle dire".

Si salutarono con una stretta di mano come due buoni amici di vecchia data. 

Alex usci' sconvolto da quelle rivelazioni, raggiunse la sua auto e si sedette al posto di guida.

Dunque,al centro del delitto, al centro della pena di Alex, era l'invidia, forse il piu' grave dei sette peccati capitali! Cosi' come la Bibbia designa l'invidia come causa scatenante del delitto commesso da Caino, l'invidia di Eleonora per la sorella era stata la causa del suo assassinio. Caino, che era invidioso di Aclima, la bella sposa di Abele, aveva deciso di uccidere il fratello in accordo con Satana e contro la volonta' di Dio, e, dopo l'omicidio, penso' che i greggi e la donna di Abele sarebbero cosi' caduti nelle sue mani. La stessa motivazione di possesso non era nelle corde di Kate, ma lo era la vendetta per la sorella che soltanto per invidia le aveva sedotto dapprima il marito e infine l'amante.Certamente lo era. Costituiva il vero movente: annientare quell'invidia insopportabile. 

Ora sentiva il bisogno di sentirsi con l'Avvocato Zambelli. Estrasse di tasca il suo smartphone e digito' il numero.

"Avvocato, sono Barani".

"Finalmente! L'ho cercata stamattina, ho passato parecchio tempo al Palazzo di Giustizia nell'ufficio del Gip con sua moglie".

"Ne sono a conoscenza, avvocato, sono stato interrogato dal Commissario Donati che mi ha riassunto in modo completo la situazione: la quadratura del cerchio l'ha chiamata".

"Si', sua moglie, dinanzi a certe fotografie si e' lasciata andare a uno sfogo commovente che ci ha consentito di capire tutte le motivazioni sottostanti all'omicidio".

"Lei pensa che queste motivazioni possano risultare utili a uno sconto di pena per Kate?".

"E' possibile, tenendo conto che Eleonora non solo aveva tradito suo marito,Corrado Porta, con lei in passato, ma lo ha tradito anche con Dorian Turcato e ha tradito anche la sorella, che per questo ha commesso il delitto".

"A quanti anni di reclusione potrebbe essere condannata, avvocato?".

"Trattandosi di rea confessa, chiedero' il rito abbreviato, che comporta lo sconto di un terzo della pena. Ora, da un lato possiamo considerare le attenuanti generiche e quelle passionali.Dall'altro non possiamo dimenticare che sua moglie ha preso la rivoltella dal cassetto e si e' recata da sua sorella, in tutta evidenza, con l'intenzione di ucciderla. Per cui non mi sembra percorribile l'ipotesi che si sia trattato di un delitto d'impeto. Bisognera' vedere se potremo derubricare il delitto da premeditato a preterintenzionale, cosa per cui mi battero' ma che, francamente, mi sembra improbabile, anche perche' ritengo che suo cognato Corrado Porta, che non ha problemi economici e si costituira' parte civile, si affidera' a un ottimo avvocato di grido".

"Quindi a quanti anni e' ragionevole pensare che venga condannata?".

"E' probabile che il Pubblico Ministero chieda vent'anni".

Alex rimase muto per alcuni secondi, si sentiva pugnalato in tutto il corpo. Amava sua moglie che lo aveva tradito, aveva appreso che Eleonora avrebbe fatto l'amore con lui per tanti anni non perche' lo amasse, ma per invidia nei confronti di sua sorella e ora veniva a sapere che a Kate sarebbero toccati vent'anni di carcere. Una prospettiva insostenibile anche per un uomo assai dominato dall'autostima e narcisista come lui.

"Grazie, avvocato, ci risentiremo ...".

"Certamente, e' probabile che il processo venga celebrato per direttissima per cui dovro' concordare con sua moglie e con lei la miglior condotta difensiva possibile.

"Arrivederci, avvocato ..." Alex chiuse la telefonata. Questo aveva saputo e tanto gli bastava. 

Diede un'occhiata all'orologio. Erano le quattro del pomeriggio. Il sole illuminava buona parte dell'abitacolo. Prese dal cruscotto un paio di occhiali da sole e se li infilo'. Mentre si rendeva conto della situazione angosciante in cui era finito, uno sfogo di pianto lo aggrediva e lo faceva sentire perduto. Senza la mia Kate, la mai vita non ha piu' senso. Si scherniva. Alex non era mai stato in grado di vivere da solo. Si asciugo' le lacrime e concentro' il suo pensiero su quella canaglia di Dorian, l'uomo che si era fottuto entrambe le sue donne. Destinazione Peschiera Borromeo. Penso'. Si allaccio' le cinture di sicurezza e accese il motore. Ora che so, voglio vedere di persona quel bastardo! 

Giunto in viale Corsica, Alex incomincio' a marciare a velocita' sostenuta. Correva, osservava le macchine che viaggiavano in senso opposto, ombre al volante, anonime, comparse, come lui. Per tutta la vita aveva fatto l'anticonformista e tutti l'avevano preso sul serio. Lo vedevano cosi' disinvolto che nessuno avrebbe sospettato che si trattasse solo di una maschera di cera. In realta' aveva le stesse paure degli altri, anzi, qualcuna in piu'. Qual era stato il suo salvavita? L'amore per Kate. L'amore per Kate era cosi' solido quanto le radici dei due ciliegi innamoratidel racconto Zen.Ora lo capiva, ora sapeva quanto importante fosse veramente per lui, senza di lei sarebbe riemersa la sua fragilita' e, per questa consapevolezza, aveva paura. Paura di continuare, paura della solitudine. Non avevano voluto figli e cio' costituiva un'aggravante. 

Sulla sinistra sfrecciava il Parco Forlanini. Se ne ricordava bene. La' una notte d'estate, in riva del laghetto, aveva fatto l'amore con Kate, sull'erba.

Le immagini si allontanavano, i volti, i lineamenti delle persone che conosceva si cancellavano dalla lavagna del suo background, soltanto il volto di quello straccione di Dorian rimaneva impresso nella sua memoria come se fosse li' sul parabrezza ad aspettare di essere sfregiato da lui: quel vigliacco, che gli aveva fottuto la moglie, gli aveva affondato una lama nel cuore e lo sfidava a duello! Un subdolo sentimento di vendetta dominava Alex e lo riequilibrava nel suo malessere. Ora stava percorrendo la strada che costeggia l'idroscalo, sulla sinistra gli edifici della Mondadori e della IBM. Infine, dopo il club Conte Biancamano, ecco comparire, sulla sinistra della strada, un campanile. Poi delle casette gialle con il tetto rosso e le finestre verdi. Erano le case di Mezzate, frazione di Peschiera Borromeo. L'ultima sulla destra era quella di Dorian Turcato. 

Era in una strada senza uscita. La raggiunse e fermo'. Spense il motore. Si tolse gli occhiali, scese e si avvicino' alla porta d'ingresso. Sopra il campanello non c'era una targa, ma un biglietto da visita rivestito di cellophane: Dorian Turcato - Fotografie Artistiche. Fotografie Artistiche! Nient'altro! La chiave era nella serratura. Percio' apri', senza suonare, si trovo' in una stanza abbastanza grande dove i proiettori spuntavano un po' dappertutto e una canzone di sottofondo intonava: Bella, che ci importa del mondo? Verremo perdonati, te lo dico io, da un bacio sulla bocca, un giorno o l'altro. Nel mezzo del set si trovava un letto in ottone, con la spalliera a sbarre verticali come quelle di un cancello, collocato sopra un tappeto marocchino.Tutto era cosi' falso, cosi' artificioso, da respingerlo. Su una porta era accesa una lampadina rossa. Una voce grido': "Non entrate! Vengo subito". Era la voce di Dorian. Chi aspettava? Forse il Commissario Donati lo aveva avvertito che Alex avrebbe potuto fargli visita? Un'altra porta, che Alex spinse, dava in una minuscola stanza da bagno, con una vasca antiquata. Col passare del tempo sotto i rubinetti si erano formate delle incrostazioni giallastre. Richiuse, si volto' e si trovo' di fronte a Dorian. Era in maniche di camicia, in jeans, senza cintura. Gli stava davanti immobile, cadaverico.

"Dorian, bellezza!".

Dorian si giro' verso l'uscita come per scappare. La sua coscienza si sentiva minacciata.

"Siediti, non aver paura, non ho intenzione di farti del male. Di rivoltelle ne avevo una sola!". 

Perche' allora aveva deciso che quella visita fosse indispensabile? Forse perche' non disdegnava il tradimento per se' ma non poteva essere indulgente con un traditore? Il povero Dorian terrorizzato, meschino, non gli faceva alcun effetto. Neanche vedendo il talamo sul quale Eleonora e Kate si erano agitate a turno. Neppure immaginare Dorian completamente nudo penetrare il ventre di sua moglie, riusci' a eccitarlo o a turbarlo in misura sufficiente a diventare aggressivo.

"Ti giuro, Alex, che non ho fatto tutto io ..." balbetto'.

"Gia' c'erano anche l'ammirazione di Kate per le tue diaboliche foto e tutta l'invidia di Eleonora per sua sorella! Cosa me ne puo' importare, buon Dio? Avevo voglia di guardarti in faccia, di guardare in faccia un ex amico che mi ha tradito, ecco tutto. Ti guardo, cosi' come sei, trasandato, ma appariscente. Forse fai bene a non aver cura della tua persona. A certe donne puo' piacere".

"Potrei spiegarti, capo ...".

"Non m'importa! Il tradito potra' anche essere un ingenuo, ma il traditore rimarra' sempre un infame! Da quanto tempo andava avanti la vostra storia? Questo lo voglio sapere".

"Da poco, Alex, solo da un paio di mesi".

"E un marito stupido come me non si e' accorto di niente, ne' Kate ha mai lasciato tracce nel suo comportamento che me lo facesse sospettare ... Chissa' cos'ha trovato di straordinario in te". Alex passeggiava avanti e indietro nella stanza per assecondare il suo nervosismo.

"Nient'altro che una variante, un cambiamento di routine, all'inizio. Poi mi sono accorto che si era innamorata e stavo incominciando a preoccuparmi, non avrei mai potuto contraccambiarla. Mi domandavo come troncare".

"Gia', per te una donna significa sesso e ben poco sentimento. Non sei mai stato innamorato, Dorian?".

"Ci ho provato, tanti anni fa, ma il risultato fu un vero naufragio".

"Se mi dici che stavi per chiudere la relazione con mia moglie, mi fai pensare che Kate abbia ucciso per niente. E' una nemesi bella e buona! Una vendetta fatale quanto inutile, riparatrice di un'ingiustizia che non aveva piu' motivo di essere tale".

"L'ho pensato anch'io. Ormai mi ero lasciato prendere da Eleonora che, come avrai saputo, provava piacere persino nel farsi riprendere dalla telecamera mentre facevamo l'amore, per poi rivedersi prima di replicare".

"Probabilmente in questo voleva a tutti i costi sentirsi superiore a sua sorella!". 

Alex si guardo' intorno e noto' delle CanonEos 1D,pronte sui cavallettiattorno al talamo,e un ombrello bianco aperto sul tappeto marocchino.

"Aspetti qualcuno?".

"Deve venire una modella".

Alex lo guardava con insistenza, scuro in volto. Come gli pareva strano osservare un uomo dal quale non si attendeva niente, sul quale non cercava neppure di farsi una precisa opinione! Per lui era come fissare un animale in gabbia.

"Hai voglia di fotografarmi?".

Anche questo non figurava nel programma. Era un'idea che gli era passata per la mente.

"Perche'? Vuoi davvero ... un ritratto?".

"Perche' no?".

Dorian si alzo', il passo incerto, avvicino' un proiettore e inseri' la spina in una presa. Ando' a spostare il treppiede e, nel voltare la schiena, pareva che si aspettasse un colpo di rivoltella o una botta in testa.

Alex non si muoveva.

"Di fronte?".

"Come vuoi".

Mise a fuoco. Le sue dita tremavano.

"E' con questa macchina che hai fotografato Kate?".

"No, non con questa. Te lo giuro".

"Che cos'e' questa mania di giurare? Di' di no e basta!".

Udi' un clic.

"Non la scatti due volte?".

"Guarda, e' riuscita bene".

"Hai del whisky?".

"No, mi e' rimasto del vino".

"Che vino hai?".

"Una bottiglia di Lagrein".

"Aprila e dammene un bicchiere".

Dorian prese un calice impolverato da un armadietto e glielo riempi'".

Alex si sedette su una poltroncina vissuta, lo sorseggio' e parve gradirlo.

La canzone di sottofondo non aveva mai cessato di accompagnare quella visita: Bella, che ci importa del mondo? Stancami e parlami, abbracciami, fruga dentro le mie tasche, poi perdonami, sorridi, guarda questo tempo che arriva con te, guarda quanto tempo arriva con te ...

"Chi canta questa canzone?" chiese Alex, appoggiando il bicchiere vuoto su una mensola.

"Ivano Fossati".

"E come s'intitola?".

"Il bacio sulla bocca".

"Non male, e non male neppure il vino".Si alzo', senza guardarlo in faccia, e disse: "Ciao, bellezza!Mi ero ripromesso di annoiarmi a morte ma ho fallito!". E gli volse le spalle per andarsene.

Ora Dorian si sentiva di aver scansato la paura. Gli afferro' un braccio e gli disse: "Alex, dove stai andando?".

"A cercare un attimo che valga una vita intera!" gli tolse la mano di dosso e, alzando la voce, lo guardo' un ultima volta in faccia e con sdegno gli disse: "E' una questione tra me e la mia coscienza! Togliti dalla mia vista!".

Si incammino' verso l'uscita ... quando intravide la silhouette di una donna procace sulla soglia di casa ... Penso' che fosse la modella. Aveva tutta l'aria di esserlo. Ma la riconobbe.

"Oh, Dottor Barani!".

"Colette! Da te non me lo sarei mai aspettato!".

"Sono solo pose fotografiche, dottore ... ".

"Gia', come quelle di mia moglie e di mia cognata, fai pure: il Signor Dorian Turcato e' un ottimo fotografo, sembra trascurato, ma pare che sappia fare bene il suo lavoro. Possiede uno zoom eccellente!". 

Usci', sbattendo la porta di quel puttanaio, dietro il sole che stava per tramontare. 

Si disse che non era successo niente. Non aveva reagito. In fondo, Dorian non rappresentava granche'. Aveva avuto soltanto una piccola quanto incresciosa parte nel caso. I veri moventi erano la trasgressione, l'invidia e forse, per Kate, anche il fascino della fotografia. Alex era troppo stagionato per non sapere quanto faccia piacere alle donne avvenenti essere fotografate nude. 

Cerco' la sua Volvo, parcheggiata sotto i pioppi, fece scattare il telecomando e si accomodo' con calma sul sedile. Penso' al lunedi'. Con che faccia avrebbe fatto ritorno in ufficio? Non sarebbe stato capace di fingere, di continuare a fare l'indiano dopo tutto quello che avrebbero pubblicato i media. Compose il numero di Osvaldo.

"Ciao, Alex, dammi gli aggiornamenti".

"No, Osvaldo, non a te, desideravo dirti che in tutta questa vicenda mi hai confermato la tua amicizia, tra tante ombre tu sei un amico e te ne sono grato, il resto lo saprai dai giornali.

"L'amicizia e' reciproca. Tu mi hai innalzato a tuo vice e ora so condurre per filo e per segno un settimanale impegnativo come il nostro"

"E ti trovi bene con la nostra segretaria, Colette?".

"Molto bene, lavora sodo".

"Mi fa piacere, questo e' molto importante".

"Ma mi hai telefonato perche' hai delle disposizioni da darmi?".

"No, volevo solo salutarti".

"Ok, pensi di rientrare in ufficio lunedi'?".

"No, Osvaldo, devi portare pazienza. Non sono pronto".

"Ti capisco, Alex, ma ricordati: siamo tutti nel fango, ma ognuno di noi puo' guardare verso le stelle!".

"Ti saluto, amico mio".

"Ciao, Alex, a risentirci". 

Alex chiuse la telefonata. Era sfinito, troppo fragile per non andare in frantumi.Ma non si sentiva distrutto per essere un doppio cornuto, per il danno alla sua immagine, ma molto di piu' per se stesso nel suo intimo, per via della mancanza insopportabile di Kate. Aveva finalmente capito quanto Kate fosse preziosa per la sua quotidianita', per il suo futuro, per la sua esistenza, aveva assimilatocome fosse incapace di fronteggiare la solitudine, di vivere ancora, anche soltanto per un'ora senza di lei.Ora aveva capito. Quando l'essere amato si spinge troppo lontano nel tradimento e persevera nell'inganno di se', l'amore non lo seguira' piu'. e' possibile lasciarsi alle spalle il passato e iniziare una nuova vita? Cancellarlo con un gesto definitivo senza preoccuparsi di quali conseguenze possano avere sugli altri le nostre azioni? E come vivere un futuro diverso, se gli errori del passato sono ferite che lacerano il presente? Viviamo in un'epoca in cui le persone si nascondono dietro a scritte digitali, dove si ostentano risate mentre si piange, dove si raccontano vite spericolate nascondendo giornate noiose ... 

Accese il motore, giro' la macchina e intraprese in senso inverso la strada che lo aveva condotto sin la'. C'erano tre caramelle Rossana nel cruscotto, ne scarto' una con i denti e se la deposito' sulla lingua.

Se Kate non fosse assomigliata a Jennifer Connelly ... Quale Kate? Se il loro amore non aveva portato con se' quel senso di immortalita', di fatto era come se non fosse mai nato. Tutto sarebbe andato nello stesso modo con un'altra donna. Perche' in fondo era un uomo insicuro, fragile, incompleto. Si sentiva una pedina in una partita a scacchi che non avrebbe mai voluto giocare. Il suo profilo era cosi' profondo da annegare in una pozzanghera. 

A cento metri c'era un albero. Un platano. Spinse a fondo l'acceleratore. La Volvo rombo'. Il paesaggio fuggiva, aveva l'impressione di risucchiare le macchine che viaggiavano in senso opposto.Aveva sempre avuto paura di una vita perfetta coronata dal dramma.

Ma non ora. Non ... Non udi' il fracasso, lo stridio brutale dei freni delle macchine che lo seguivano, i passi, le voci, le esclamazioni, e, infine, una sirena lontana.

Addio, che la terra sia lieve.Addio mia Jennifer Connelly... 

Due caramelle Rossana cadevano dal cruscotto ...

... Non e' possibile passare sulla Terra senza lasciare traccia ...

Per lui era finita.





fine del romanzo