quindicesima puntata
 

AL ROSENBERG, DOPO ESSERE STATO CONFUSO PER "HAUSBURSCHE" e/o MURATORE... MI DANNO IL GIUSTO INCARICO PREVISTO DAGLI ACCORDI, PERALTRO NON SCRITTI, MA SOLO SULLA PAROLA DI UN PRETE ITALIANO...INVERO PIUTTOSTO STRANO DI CUI MI ERO FIDATO, LICENZIANDOMI DALLA CASSA DI RISPARMIO DI VENEZIA

......Mi vengono presentati anzitutto i Direttori Generali dell'Istituto, i dottori Lattman, Gademan e Reinhard, i quali, espletate le solite formalita', mi fanno gli auguri di buon avvio. Devo dire che mi sono trovato subito bene fra diverse colleghe (erano quasi tutte donne in segreteria, di uomini soltanto io ed altro di Mendriso-Lugano) di varie nazionalita', con cui strinsi anche una bella amicizia. Io seguivo l'Italia, c'era una certa Eva Gisy (che ricordo in modo particolare per ragioni che diro' in appresso) che seguiva la Germania, altre di cui mi sfugge il nome che seguivano l'America, ed altri paesi.
Mangiavamo tutti insieme, in un tavolo separato rispetto agli studenti dell'Istituto, qualche centinaio, provenienti da quasi tutto il mondo e, forse per mera casualita', scoprii che fra i cuochi c'erano due-tre di quei ragazzi "Hausbursche" che avevano fatto con me il viaggio dall'Italia per cercare lavoro in Svizzera. Strinsi anche con loro una cordiale amicizia al punto che sembravano felici quando mi preparavano le pietanze; del resto, anche per loro era un piacere conversare in italiano dato che le altre lingue per loro erano tabu', e per di piu' con un esponente diretto dell'Istituto rispetto alle loro mansioni rispettabili seppur marginali.
A volte venivo invitato a qualche festa dagli studenti con i quali, pur avendo essi qualche anno in meno rispetto a me, c'era un'intesa formidabile. Una sera, avevo poco piu' di 20 anni, (cosa gia' raccontata in precedenza o dopo, ma ora non ho voglia di rivedere i testi !?) mi invitarono in un locale notturno "Il Trischli" e venne a prendermi, con una lussuosa Mercedes modello "Pagodina", con soli due posti, una studentessa di 17 anni con tanto di patente per la guida. Ricordo il suo viso dolce, cappelli biondi, la sua gonnellina verde con camicetta bianca piuttosto scollata con sopra un Bolerino bianco di Ermellino che si accostava perfettamente al colore bianco porcellana della spider-Mercedes con poltroncine rosse di pelle... ma lasciamo stare anche perche' dovrei dire che per me fu un vero martirio il dover rispettare la dicotomia che vedeva me come suo superiore e la ragazza come studentessa... circostanza questa che mi costringeva a trattenere con forza ogni umana debolezza. Anche oggi, al solo pensiero...mi chiedo se ho agito bene. E la risposta, purtroppo, e' si'.
Ricordo il grande divario esistente fra questi studenti ricchissimi, provenienti da tutto il mondo, e la mia situazione di precarieta' finanziaria di quegli anni. Per "par condicio" - si direbbe ora - non e' che disdegnassi anche la compagnia dei poveri cuochi e delle cameriere, che, abbastanza spesso mi invitavano alle loro feste sapendo che, in qualche modo, potevo renderli allegri con il suono del piano o di altri strumenti. Ricordo che, con loro veniva meno la predetta... dicotomia che mi costringeva ad una linea dura di demarcazione come con la ragazza della "Pagodina" di cui ho fatto cenno poco fa, per cui mi sono trovato - avevo allora intorno ai 20 anni - in situazioni in cui le cameriere potevano farti piacevole compagnia, ed anche di piu'... ma lasciamo stare perche' altrimenti mi prende la nostalgia di quegli anni che hanno segnato la giovinezza. Ne sono successe tante, di piacevoli e di meno piacevoli: di certo pero' tutto ha dato dei frutti in termini di esperienza, di senso civico e di rispetto verso tutti, anche verso i piu' deboli dal punto di vista culturale, considerato che in quel paese nessuno era in condizioni di indigenza. C'era, tanto per farmi capire meglio in termini di parita' sociale, lo spazzino che salutava il mio direttore pressappoco cosi': "Guten Tag, Herr Doctor Lattman, mentre quest'ultimo - rivolgendosi all'operatore ecologico - gli rispondeva addirittura ricambiando il saluto con tanto di nome, circostanza questa ancora inimmaginabile in Italia...

(segue)

 


TORNA INDIETRO
- VAI ALLA SEDICESIMA PUNTATA

 

Segnala questa pagina a un amico:

ascolta in sottofondo
Arnaldo De Porti alla fisarmonica