terza puntata
(nelle precedenti ho parlato di emozioni durante l'espatrio, ma anche di precarieta' di famiglia di origine, realta' che i giovani di adesso, sicuramente la stramaggioranza, non capirebbero mai..., in primis mia figlia...)

....arrivato costi', vedevo macchine lussuose che sfilavano a tutto gas, ogni cosa sembrava mettere in evidenza la ricchezza della Svizzera. Continuavo a vagare senza meta. Dopo un paio d'ore di cammino mi accorsi di essere ancora in...  stazione, nella quale poc'anzi ero sceso. Il che stava a significare che camminavo smarrito...  Poco dopo sentii : "Schnellzug nach St. Gallen, bitte einsteigen..." traduzione: Treno veloce per San Gallo, per favore salire...
Feci una corsa, salii ed un paio d'ore dopo aver lasciato Zurigo, fui a San Gallo. Per un momento rimpiansi nuovamente l'Italia, ma poi pensai a quelle volte che desideravo tornarmene di nuovo in Isvizzera e cosi' mi feci coraggio. Arrivai a casa, andai a letto, ma subito non mi riusciva di chiudere occhio; pensavo in quale modo ero stato salutato da mia mamma e come partii improvvisamente quasi fossi stato stanco di rimanere a casa.
Per fortuna la stanchezza mi fece prendere sonno ed alle 8 del giorno appresso, ero in ufficio.
Cosi', a larghe linee, si conclude il mio primo breve periodo di permanenza all'estero.
Cominciai con fatica il lavoro dopo il rientro dalle "ferie" perche' pensavo in quale pessimo modo avevo rovinato 10-12 giorni di vacanza e l'enorme spesa sostenuta per il viaggio.
Cercai di mandar giu' e di ricominciare da capo. I primi tre mesi di Svizzera, pensavo fra me e me, pero' mi sono serviti a : migliorare ulteriormente il tedesco ed il francese; perfezionare stenografia e dattilografia; apprendere perfettamente come si stampa un giornale. L'ultimo giornale della Scuola (Istituto internazionale sul Rosenberg) lo ciclostilai interamente da solo; vivere un sistema di vita istituzionalmente piu' disciplinato e regolare che in Italia; farmi un'idea delle istituzioni civili, politiche della Svizzera, aspetti tutti che mi sarebbero serviti al rientro mettendoli a frutto in territorio italiano; coprire un posto di responsabilita' in qualita' di segretario della direzione con mansioni esecutive, ma anche di concetto; insegnarmi praticamente come avvengono i pagamenti internazionali tanto da essere l'unico corrispondente italiano dell'Istituto Rosenberg che ha aveva che fare con la Banca Commerciale Italiana, Sede di Milano. E cio', in aggiunta a tante altre piccole cose che si apprendono giorno per giorno e che integrano la nostra personalita' senza che neppure ce ne accorgiamo.
Questi i lati positivi. Vediamo ora i lati negativi che, a seconda del modo di considerarli, possono mostrare anche aspetti positivi.
La lontananza mi ha spogliato di certi pregiudizi che avevo acquisito in Italia a causa della triste situazione economico-finanziaria della mia famiglia di origine. Infatti ora ho imparato ad avvicinarmi senza remora alcuna alla gente, ma anche alle ragazze con le quali, senza scrupoli, mi diverto quando e' possibile e necessario, mentre prima ero timidissimo ecc. E fin qui va tutto bene ed e' positivo. In Italia, cio' non lo facevo onde ovviare all'
inconveniente e cioe' che qualcuno potesse dire che, malgrado le tante preoccupazioni, avevo anche il tempo di scherzare con le ragazze...; ho imparato a comperarmi le sigarette che fumo volentieri quando ho i soldi per comperarle; ho sofferto tanto per la mancanza di soldi che mi sentivo di spedire interamente in Italia, a casa. Sofferenza orribile: un uomo senza soldi, pur guadagnando, e' meno di quello che e'; ho tralasciato lo studio della musica anche se, ad ogni fine settimana, suoni il pianoforte in un albergo di Sangallo, il Peter, dopo aver venduto, per soldi, la fisarmonica in Svizzera, strumento che mi ero portato appresso dall'Italia.
Ma da oggi in poi mi riprometto di scrivere questi pensieri con piu' regolarita', settimana per settimana, giorno dopo giorno se mi sara' possibile.
Siamo oggi al 10 marzo 1957. Con oggi il mio soggiorno in terra straniera ha toccato esattamente i quattro mesi...

(segue)




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Arnaldo De Porti alla fisarmonica