nona puntata
(nella precedente puntata, ho
raccontato alcuni piacevoli fatterelli, fra il serio ed il faceto,
occorsimi in terra elevetica.....)
Nel diario, trovato dopo 60 anni rovistando nelle carte del mio archivio, ci sono delle pagine talmente ingiallite dal tempo, quasi illeggibili, tra l'altro scritte a... matita, che non mi hanno permesso una copiatura veloce tanto da costringermi, con riferimento sempre alla mia vita di emigrante in Isvizzera, ad una fedele ri-stesura del contenuto, peraltro gia' oggetto di narrazione alle pagine 18,19,20,21,22,23 e 24 di un mio libro, edito nel marzo del 2017 a titolo "Omnia de omnibus", Grafiche DBS di Seren del Grappa (Belluno).
....
Non essendoci allora il PC, e
tantomeno gli Smartphone, oggi si puo' dire senza alcuna remora, che
rispetto a soli pochi decenni fa, il mondo e' letteralmente cambiato
quanto a tecnologie, per cui qualcuno vorra' capire che detta
copiatura ha richiesto tempo e pazienza certosina, talvolta persino
attraverso l'interpretazione delle parole sbiadite spesso
illeggibili..
Incomincio subito dicendo che ebbi una fortuna immensa appena
diplomato in ragioneria. Mio padre chiese, pur senza vantare alcuna
amicizia, ad un direttore della Cassa di Risparmio di Venezia, se
avesse bisogno di un ragioniere che conosceva le lingue...
(secondo mio padre). Risposta: "Si', me lo mandi subito". Questo
Direttore, che voglio ricordare, Comm. Fortunato Chiozza, mi
assegno' subito all'ufficio fidi della banca in Campo San Luca ove,
come impiegato straordinario con riserva di essere assunto in pianta
stabile, rimasi per alcuni mesi, trascorsi i quali rassegnai le
dimissioni per trasferirmi in Svizzera, ove mi era stato offerto un
posto, per me allora prestigioso, come Segretario della Sezione
Italiana di un Istituto internazionale, il Rosenberg di San Gallo
(Svizzera) , ove rimasi per un bel po' di tempo a maturare una bella
esperienza che mi permise successivamente, da un giorno all'altro e
cioe' dal sabato al lunedi', di entrare all'ufficio estero della
Banca Commerciale Italiana di Milano, addirittura in piazza della
Scala 6, a fianco del prestigioso Teatro, quindi a cento metri dal
Duomo.
Ma prima di parlare di Milano, anche per non andar fuori dal
seminato, voglio parlare di San Gallo.
Dico subito che, per me, dare le dimissioni dalla Cassa di Risparmio
di Venezia, tra l'altro in un momento in cui tutti avrebbero fatto i
salti mortali pur di avere un simile impiego, non solo, ma tenuto
anche conto che cio' accadeva in un momento in cui la mia famiglia,
che non guazzava certo nel benessere economico ed a cui non
facevano certo dispiacere le mie entrate (che allora erano le
uniche ad essere certe), non fu indolore. A questo proposito non ho
mai capito, come mi par di aver gia' detto in qualche parte,
perche' mio padre spingesse questo mio cambio di professione,
giustificandola con motivazioni che ancor oggi non sono in grado di
considerarle nella norma; egli diceva infatti che, andando
all'estero, mi "sarei fatto le ossa e dopo una esperienza di quel
tipo all'estero avrei avuto tutte le porte aperte in Italia". Le
motivazioni di mio padre si sono rivelate poi senz'altro giuste, ma
il motivo per il quale egli ci teneva che io andassi all'estero era
senz'altro un altro, almeno a mio avviso: la mia famiglia infatti
stava attraversando un brutto momento economico e mio padre avra'
pensato che, stando lontano da casa, avrei sofferto meno. Pensiero
questo che, a vari decenni di distanza, per me e' ancora attuale e
che non avra' mai risposta, dato che mio padre la lasciato questa
terra ormai da oltre una quindicina d'anni. (ora sono 21,
purtroppo)....
(segue)
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