ventesima puntata
 

nella precedente puntata ho toccato qualche aspetto interlocutorio dopo la nuova sistemazione in Italia

......27 ottobre 1957
Sono le 23.00 e mi trovo a letto dopo aver trascorso una discreta domenica. Sara' l'effetto delle 65.000 lire prese ieri in banca o che incomincio ad ambientarmi fatto sta che mi sento un po' piu' contento. Ancora quattro giorni e poi saranno gia' tre mesi di lavoro in banca a Milano. Il lavoro mi piace moltissimo e posso dirmi fortunato di essere entrato all'ufficio merci essendo questo, a detta dei colleghi, il piu' importante ufficio della banca, quanto a specializzazione nei rapporti import-export, contesto questo nel quale pare che la Comit abbia insegnato a tutte le banche italiane.
Sono veramente felice, non pensavo che anche per me sarebbe arrivato un tale giorno, infatti ora sono tranquillo e lo stipendio e' piu' che sufficiente per me al punto che se non dovessi pensare a casa non mi sarebbe difficile comperarmi una macchinetta, ma verra' anche questo giorno.
17 novembre 1957
Sono in treno, di rientro da cinque giorni di ferie a casa e mi e' venuta la voglia di esprimere qualche pensiero. Anzitutto, come al solito, non posso dire di essermi divertito a casa; d'altra parte lo sapevo gia' in partenza: rimangono ancora altre preoccupazioni da superare. Comunque se non posso dire di essermi divertito posso senz'altro dire di aver "riposato" e mangiato diversamente da come mangio in mensa a Milano.
16 febbraio 1958
E' passato ancora un po' di tempo ed ho fatto ormai una certa esperienza professionale e non ho da temere alcunche'. Mi sono accollato impegni abbastanza forti per rimediare ad alcune pendenze dei miei, ma ravviso sempre piu' la necessita' di farmi trasferire a Venezia per seguire meglio le cose; del resto chiedere il trasferimento dopo soli sette mesi che sono a Milano mi pare cosa ardua. Comunque la necessita' e le preoccupazioni sono grandi per cui coraggio e forza dovranno senz'altro avere la meglio. Per farmi coraggio questa sera sono andato alla pasticceria Motta, vis a' vis della Comit della centrale via Manzoni, a prendere un cappuccino ed una brioche spendendo 100 lire per poi andare a dormire.
In attesa del sonno penso alle cose di casa mia che non vanno certamente bene: il 22 dicembre ho perduto la cara nonna Elisa, alla quale mi ero ripromesso di farle trascorrere bene gli ultimi anni non appena sarei stato trasferito a Venezia. Purtroppo la sorte e' stata infausta anche perche' molte volte sentivo dentro di me che qualche cosa sarebbe accaduto. Ormai lei non c'e' piu' e sono certo che preghera' per tutti noi.
Se poi penso che al 16 del mese mi trovo con sole 300 lire in tasca, allora non c'e' da stare allegri.
Ma incomincio a vedere la luce in fondo al famoso tunnel........

(segue)
 


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Arnaldo De Porti alla fisarmonica